Capitolo 1

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NICHOLAS

Ho il respiro corto.
Affannato.
Frequente.
Mi sento morire, ho il cuore in gola e le gambe che chiedono pietà ma non posso fermarmi proprio ora con lui lì, devo raggiungerlo al più presto.
Il sudore mi scende lungo la fronte, seguendo la sagoma del mio viso fino a ricadere nel vuoto. Ho la maglia completamente bagnata ed appena avrò finito questa missione dovrò farmi una lunga e fredda doccia.
«Dio santo ma come fai a correre così velocemente» dissi ma il fiato era corto e non riuscii ad urlare quelle parole quanto volessi.
Sono esausto.
Quel Vanem corre davvero troppo veloce per i miei gusti eppure è all'ultimo stadio della sua possessione dovrebbe lasciare il corpo ospite tra pochi giorni e non capisco come faccia ad avere così tanta energia.
Attraversiamo quasi mezza città correndo senza sosta tra i vicoli e le strade ormai deserte a causa dell'orario improponibile. Ringrazio il cielo perché a causa del buio sono tutti nelle proprie abitazioni e questo diminuisce la possibilità di avere ulteriori vittime sul suo cammino.
Lo vedo entrare in una vecchia chiesa sconsacrata. È antica, risalente al XVI secolo dopo Cristo, estremamente decorata all'esterno, sul campanile di destra è raffigurato l'arcangelo Gabriele nell'atto di offrire una corona dorata a Maria, mentre sul campanile di sinistra l'arcangelo Michele.
Sul timpano le statue marmoree sono dei martiri uccisi e sull'attico si erge un grande orologio con decori dorati all'interno ben visibili anche al buio.
Seguo il Vanem all'interno senza timore.
Prendo un profondo respiro prima di ritrovarmi in una lunga navata i cui muri sono ricoperti da numerosi dipinti derivanti dai libri sacri.
Sembra descrivono azioni quotidiane.
Si sentono solo i miei respiri rumorosi. Mi guardo intorno ma non riesco a vedere nessuno. Il Vanem sembra scomparso, si nasconde bene, la sua particolarità è che non ha bisogno di respirare ciò lo rende molto difficile da percepire.
Cammino piano, lungo la navata buia rischiarata dai pochi raggi della luna che riescono ad attraversare le vetrate laterali. Sento rumore di passi ed una sagoma scura salire sull'altare e scomparire dietro esso.
Continuo l'inseguimento.
Corro più velocemente che posso. Attraverso la porta utilizzata poco prima dal Vanem ed inizio a scendere numerose scale.
Percorro corridoi stretti, umidi, senza mai riuscire a raggiungerlo. Sto proprio peggiorando, dovrei iniziare ad allenarmi di più, non posso sembrare un novellino alla sua prima missione.
Arriviamo alle catacombe.
Sono sicuro sia dell'era fenicia o più o meno di quel periodo lì, se non sbaglio Trina me ne ha parlato l'altro giorno mentre ripassava storia per l'esame che doveva dare oggi, a proposito non le ho chiesto come è andato, devo farlo appena torno in sede.
È davanti a me che cammina velocemente. Sta iniziando a rallentare, ormai gli sono dietro, sempre più vicino.
Attraversiamo un lungo corridoio di pietra fino ad arrivare in una grande sala. Gli intagli in pietra sui muri formano un grande disegno, sembra la rappresentazione di un collegamento tra mondi differenti.
Il Vanem è proprio al centro, su un enorme stella a dieci punte e mi guarda assetato di sangue.
Non si rende ancora conto che è in trappola.
Gli vado incontro veloce pronto a scagliarmi con tutta la mia forza su di lui.
Sono a pochi centimetri, pronto ad affondare l'affilata lama della mia spada contro il suo collo e staccargli la testa così da uccidere il Vanem ed impedirgli di impossessare altri corpi.
Brandisco la mia spada contro di lui quando tutto attorno a noi due inizia a girare dandomi il voltastomaco. Anche il mostro dinanzi a me è nauseato tanto da inginocchiarsi e tenersi la testa fra le mani. Devo ucciderlo ora che è in difficoltà ma sono in difficoltà anche io.
«Cos'è questa luce?» mi chiedo voltandomi per guardare la stanza che mi circonda. I muri stanno girando attorno a noi. La luce proviene dai disegni sul muro e sta illuminando la stanza sempre più, quasi mi acceca.
Mi gira la testa.
Non riesco a mantenermi in piedi.
Cerco di fare respiri profondi e capire con quale trucco il Vanem mi stava imbrogliando ma lui sembrava messo peggio di me. Lo vedo vomitare sangue prima di ricadere steso sul pavimento privo di sensi.
Cado anche io. All'indietro, perdendo l'equilibro ed ogni briciolo di buon senso.
Sbatto la testa sul pavimento svenendo immediatamente.

TRA DUE MONDIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora