Gli uomini blu

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Erano ormai passati sei mesi dalla fuga della primogenita Beverly, scappò quella sera con un misero zaino e qualche provvista che le sarebbe bastata a malapena per due giorni, ormai la sorella di dodici anni Annalise Brown passava ogni sera a pregare in uno stanzino per far tornare la sorella sana e salva in casa, le sembrava inutile, ma era disperata. I genitori (Louis e Olivia Brown) non dormivano bene da quella fredda sera autunnale. Ogni giorno andavano al lavoro con la speranza che al ritorno sarebbe tornata senza un graffio e con un sorriso smagliante, che non avesse cominciato a prostituirsi o a spacciare per guadagnare quei miseri venti dollari per mangiare. Lo continuavano a sperare, ma pensavano che fosse impossibile che fosse ancora sana e salva, era sola, povera, senza una casa in questo marcio mondo. Erano una famiglia fortemente cattolica, avevano infatti trasmesso i valori cristiani anche alle figlie, Annalise era la più credente fra le due, si rassicurava al pensiero del 'qualcosa dopo la morte' e il paradiso le piaceva, era una bimba d'oro a tutti gli effetti, non aveva molti amici, di importanti ne aveva tre, il resto tutti conoscenti. Beverly invece era una ragazza tranquilla, forse un po' asociale, amava i videogames e giocarci fino a tardi. I genitori si preoccupavano di questo suo comportamento, per un periodo temettero che diventasse un Hikikomori, però ogni tanto usciva e loro si tranquillizzavano. Beverly è sempre stata una ragazza chiusa, quando tornava da scuola era silenziosa e si dirigeva in camera e usciva solo per mangiare. In famiglia l'unica con cui aveva un buon rapporto era Annalise, che ogni tanto entrava in camera sua; Beverly le spiegava tutto ciò che faceva nel gioco, gli obbiettivi e le missioni mentre la sorellina ascoltava interessata. Stavano lì per qualche ora, poi Annalise andava via a fare i compiti o altro.  Poi tutto questo finì, erano circa le nove di sera, Olivia lavava i piatti, Louis lavorava ad un progetto, Annalise guardava un film in salotto, Beverly colse l'occasione, tutti erano distratti, poteva uscire e secondo lei lo avrebbero scoperto solo due o tre ore dopo, così fu. Però c'era un problema, la sua camera era al primo piano, aveva diverse opzioni, poteva saltare, ma probabilmente ne sarebbe uscita con le gambe rotte, poteva uscire dalla porta, ma era troppo rischioso,oppure legare saldamente al suo letto una corda e scendere piano piano dal muro. Optò per la terza e in meno di un quarto d'ora era fuori casa ferma alla fermata degli autobus con in braccio il suo zaino nero e qualche provvista in esso. Da quel giorno passarono sei mesi. Annalise cominciava ad autoconvincersi che ormai la sorella non sarebbe mai tornata, che ormai doveva fare un passo avanti. Le faceva male dirlo, ma non poteva continuare ad autodistruggersi in quel modo. Da quel momento passò una settimana,  Annalise cominciava a sentirsi meglio, aveva smesso di chiudersi in quello stanzino a pregare finché le ginocchia piegate chiedevano pietà. Era felice in quel mare di tristezza, anche i genitori cominciarono a rassegnarsi, decisero quindi di andare da soli a cena fuori, Annalise quindi per passare il tempo decise di guardare un po' di televisione "Oddio non c'è mai nulla!" sbuffò Annalise, si dovette accontentare di guardare una di quelle serie del sabato sera, una di quelle che quando le guardi cominci a dire cose come:"Ma che roba sto guardando?! Non ha senso!" Ed è ciò che continuare a ripetere Annalise. Guardava scocciata la televisione finché sentì qualcuno bussare alla porta, si alzò dal divano e si avvicinò alla porta chiedendo "Chi è?" La persona fuori annunciò "Sono io, sono Beverly" Annalise, non crebbe alle parole della persona fuori dalla porta, allora aprì lo spioncino. Era lei. Era Beverly. La persona che scappò sei mesi prima, la persona che la distrusse solo per il proprio egoismo, era fuori dalla porta. Annalise aprì. Beverly entrò senza dire nulla, Annalise infuriata disse "Almeno puoi salutar..." Non riuscì a finire la frase perché la sorella le mise una mano davanti la bocca azzittendola. Annalise non ci vide più, spinse la sorella la quale cadde nel divano, il suo caro e vecchio divano, dove Beverly si metteva dopo aver mangiato, dove stava al telefono tutta la sera prima di salire per continuare a giocare con i videogames. "Sei impazzita?!! Non solo scappi, mi distruggi e tutto il resto, pensi anche che puoi tornare così dal nulla?!" "Scusami Annalise..." Disse abbassando la testa in segno di scuse, "ma ora dobbiamo andare!" continuò con voce preoccupata, come se qualcuno le stesse tendendo un agguato. Annalise cominciò a preoccuparsi "Chi sta arrivando Bev?" "Gli uomini blu!" Disse prendendo un braccio della piccola, "Saliamo, lì saremo al sicuro" Beverly sembrava impazzita per ciò che diceva, ma non per come si muoveva, per come parlava, se non ascoltavi il contenuto delle sue parole sarebbe sembrata una persona completamente sana. Beverly strattonando il braccio della sorella salì le scale fino ad arrivare in soffitta, entrarono e Bev chiuse a chiave la stanza. Rimasero lì chiuse per un pochino, ogni volta che Annalise apriva bocca la sorella le  di chiudere la bocca, le uniche parole che uscivano dalla bocca di Beverly erano "Loro mi vogliono, verranno a prendermi" Lo ripeteva da sola, al muro, ad intervalli di circa trenta secondi. Annalise era preoccupatissima, fissava la sorella in modo strano, notò il suo volto vuoto mentre fissava il muro e ripeteva quella strana frase. Dopo poco Annalise si alzò, Beverly la cominciò a guardare come se avesse visto un demone,  "Dove stai andando?!" Annalise saltò in aria, e disse "Sto andando a bicchiere d'acqua" "Ok, appena esci chiudi a chiave" "Certo". Ubbidì alla sorella, ed andò a prendere un bicchiere d'acqua, mentre scendeva sentiva la sorella continuare a ripetere quella frase sempre più velocemente. Annalise, cominciò a preoccuparsi e chiamò un'ambulanza. Aspettò tremando in cucina, fortunatamente non sentiva più la sorella ripetere quella frase, e dopo pochi minuti snervanti sentì le sirene. Salirono di corsa al piano di sopra. Annalise prese la chiave. Aprì la porta. Ciò che vide le fece perdere il respiro, il cuore stava per esplodere per quanto batteva all'interno delle costole, le venne la pelle d'oca, sentiva il sudore scenderle dalla tempia fino al mento fino ad arrivare al terreno provocando un piccolo rumore che rimbombò. Beverly era scomparsa senza lasciare tracce. 

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