Era una serata domenicale, pioveva fuori, ero praticamente l'unico rimasto dentro il pub insieme al barista e qualche ubriacone che cantava, ero rilassato, sorseggiavo il mio Jack Daniel's piano piano. Sentivo il rumore della pioggia che batteva sulle finestre del pub e ascoltavo quel soave rumore che mi faceva sentire bene. Non pensavo a nulla. Aspettavo solo che si facesse l'ora di tornare a casa per andare a dormire e l'indomani tornare al lavoro. Il tempo passava lentamente, così chiesi al barista Carl Brown di accendere la televisione, non mi aspettavo grandi programmi per quell'ora, immaginavo qualche notiziario o qualche programma spazzatura, ed avevo ragione c'era il grande fratello, ma non avendo possibilità di scelta decisi di vederlo. Era ormai quasi mezzanotte quando ormai l'ora di tornare si stava facendo, ma una cosa mi fece cambiare idea. Nel pub entrò una donna, al primo sguardo già capì che era perfetta, alta, rossa di capelli, lentiggini sul naso e la parte alta delle guance, occhi azzurri, per non parlare del fisico, sembrava la figlia di Venere, vestiva un abito nero che lasciava scoperte le sue lunghe gambe, sopra invece indossava un cappotto e degli stivali che arrivavano poco sotto le ginocchia. Dissi a Carl di darmi un altro bicchiere di liquore, lo buttai giù in un colpo, ringraziai e pagai il barista e mi alzai. Mentre mi avvicinai alla donna notai che dalla borsa prese un libro, 1984 di George Orwell. Non mi sembrava vero, quello era il mio romanzo preferito. Sembrava che il fato ci avesse fatti incontrare. Sapevo cosa dirle, ero agitato, ma non smisi di camminare verso il tavolo in cui si era seduta. La distanza era sempre meno finché mi ritrovai davanti a lei e cominciai a parlare. "Hey, scusa se ti disturbo, ma quello è 1984 di George Orwell?" lei rispose "Sì, è il mio libro preferito, è già la terza volta che lo leggo" e fece una piccola risata che soffocò subito, io le sorrisi "Ti va di sederti?" Mi chiese lei e io non rifiutai. Parlammo di libri, delle nostre passioni e cose così, parlammo per diverse ore. Guardai l'orologio, erano le due e trenta del mattino. A quella visione scattai in aria. Lei preoccupata mi chiese "Tutto bene?" "No no, tranquilla, è solo che domani devo lavorare e devo tornare a casa" "Se vuoi puoi dormire da me, io abito qui sopra". Ormai io mi fidavo ciecamente di lei, nonostante ci conoscessimo solo da due ore, nella mia testa già stavo registrando un porno e per questo sorrisi emettendo una piccola risata. Accettai. Uscimmo dal pub, salutai Carl che mi fece l'occhiolino vedendomi uscire con quella donna e cominciò a ridere sotto i baffi. Aprì il portone e arrivammo nell'ingresso del condominio e chiamò l'ascensore. Durante la salita lei cominciò a baciarmi, mi aspettavo una cosa del genere, ma non in quel momento, continuai, e la presi per i fianchi. L'ascensore arrivò a destinazione e in quel momento smettemmo. Lei riprese le chiavi e aprì la porta. Ricominciammo a baciarci mentre lei mi sbottonava i pantaloni e io le toglievo la giacca e le slacciavo il vestito "Aspetta non ho i preservativi, tu ne hai?" Le chiesi, ma lei con un tono sicuro "Non servono" E ricominciammo dove eravamo rimasti. Penso abbiate capito come sia andata a finire. Fu una notte meravigliosa, lei era bellissima, perfetta oserei dire. Dopo esser venuto mi addormentai. La mattina arrivò, come i miei sensi di colpa dopo aver letto che erano le dieci del mattino, le paranoie mi giravano in testa come trottole lanciate da bambini nell'intervallo a scuola (E se mi licenziano, e se è rimasta incinta?) Ma mi calmai appena ripensai a lei. Mi girai nel lato sinistro del letto matrimoniale. "Hey, come va?" Chiesi scoprendo il lenzuolo da lei. Il cuore mi si fermò per un secondo. In quel letto c'ero solo io. Cominciai a sentire un forte peso sul petto e cominciai a piangere dopo aver chiamato il suo nome e non aver avuto alcuna risposta. Per calmarmi andai in bagno a sciacquarmi la faccia. Mi avvicinai al lavandino e feci ciò che dovevo, quando alzai lo sguardo notai lo specchio. Ma non era quello ciò che catturò la mia attenzione, ma fu una scritta fatta con un rossetto rosso "BENVENUTO NEL MONDO DELL'HIV" scritto a caratteri cubitali, e fu lì che capì che ero fottuto, ed in quel momento svenni.
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Storie Della Mezzanotte
Mystery / ThrillerQuesta è una raccolta di racconti dall'horror all'amore, non è la classica raccolta di creepypasta o cose simili, ma una vera e propria raccolta di racconti scritti da me (alcune non mi sono venute di sana pianta, però prese da storie realmente acca...