L'uomo nero con il cappello

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La storia che sto per narrarvi parte da un ragazzo di nome Harper che dopo un'operazione cominciò ad avere visioni di persone che lo osservavano da lontano. In un primo momento pensò che non fosse nulla, ma più il tempo passava più si accorgeva che le visioni erano sempre più frequenti e le figure più disturbanti e reali. La sua sanità mentale stava cadendo come un castello di carte e ogni cosa che lui considerava anormale pensava fossero quelle orribili creature. Arrivò un giorno, una notte per essere precisi. Harper si svegliò di scatto tutto sudato per un incubo. Non voleva crederci. Era immobile, come in una paralisi del sonno, ma quello era tutto reale. Ciò che vide in fondo alla stanza lo fece rabbrividire. Vide un'ombra. Indossava un lungo cappotto nero e un borsalino anch'esso nero. Era altissimo, sembrava arrivasse fino al tetto. Non faceva nulla. Era diverso dalle altre sue visioni. Era più reale. E questo Harper lo notò. Voleva urlare, ma non poteva, era come se fosse congelato. Congelato dal terrore. A quel punto Harper notò che la figura si stava cominciando a muovere. Harper provò in ogni modo a muoversi o a fare qualcosa. Sentiva il suo cuore battergli forte in gola, il suo respiro era rumoroso ed affannoso mentre serrava i suoi occhi. I suoi lenti passi erano sempre più vicini Ormai si era arreso e pronto a qualcosa di orribile. Il silenzio piombò nella stanza. Harper piano piano aprì i suoi occhi. Nulla. La stanza era vuota. Silenzio tombale. Alzò lo sguardo verso il soffitto la cosa lo stava guardando con un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all'altro. Quel sorriso, quel sorriso con quei denti aguzzi esprimeva tutto tranne che felicità. I suoi occhi erano neri, come se fossero di un demone. La faccia era completamente bianca, con delle striature nere sulle guance. Harper si sentii un topo in trappola. Lui non poteva fare nulla. Era condannato. La figura si avvicino alla sua faccia e sottovoce disse:" Lo farai" e scomparve nel nulla. Harper si sblocco nell'istante in cui lui scomparve del tutto. Era libero. (è tutto finito) pensò, ma non era finito assolutamente nulla. Era solo l'inizio. L'inizio di una tragedia. Le figure che vedeva ormai parlavano interagivano con lui. Non ne poteva più. Ormai da diverse notti faceva sempre un incubo: era in un luogo completamente bianco, poi in lontananza vedeva un uomo correre, correva molto veloce finché dalla tasca destra estraeva un coltello. Harper lo continuava a guardare paralizzato dal terrore. Ma questo non lo fermava, quell'ombra nera in un mare bianco continuava a correre verso Harper, ma proprio nel momento in cui la lama stava per trafiggere il cuore del povero ragazzo, quest'ultimo si sveglia. Andava avanti così ormai da settimane e non ne poteva più. Un giorno uscì di casa, si lavò, si vestì, prese le chiavi della macchina ed uscì. Appena uscì di casa facendo sbattere la porta prese la sua piccola Volksfagen rossa e si avviò verso il centro della sua cittadina. Nel momento in cui vide un uomo seduto sulla panchina subito decise di infastidirlo, doveva sfogarsi. L'uomo seduto sulla panchina era il signor. Massey era sulla trentina, con una camicia a righe e pantaloni marroni chiaro. Quando uscì di casa non si sarebbe mai immaginato che quel giorno per lui sarebbe stato l'ultimo. Harper lo vide, si avvicinò al signor Massey e lo derise per la sua calvizie e per il naso troppo grande. A quelle provocazioni il sig. Massey si alzò con l'intento di picchiare Harper, ma non ebbe il tempo di fare nulla. Harper dalla tasca interna della sua giacca estrasse una pistola con cui uccise a sangue freddo il povero uomo. "Che bastardo" penserete voi, ma ormai lui non poteva controllare il suo corpo. Il corpo non era più di Harper. Da quel giorno Harper non mangiò più, non usciva mai. Era completamente impazzito. In un momento cominciò ad urlare alle ombre:" Basta! Vi prego non ce la faccio più! Uccidetemi! Forza!" E crollò a terra come svenuto. Durante la notte fece un altro dei suoi incubi, ma era diverso. Non si trovava più nel nulla, era nella sua camera di sicurezza, la prima cosa che notò furono le lacrime, poi che si puntava in testa una pistola ed infine un cadavere per terra. È un sogno perché appena notò le tre cose essenziali sentì solo partire un colpo dalla sua pistola. Sì svegliò tremante nella sua stanza. (No, no no, non di nuovo tu!) Pensò Harper rivedendo dopo tanto l'ombra con il cappotto e il cappello. Harper guardò la sveglia nel suo comodino, Le 3:36 del mattino. Questa volta Harper si alzò ed urlò all'ombra:" Cosa vuoi da me?!" L'ombra tese il suo scheletrico braccio verso Harper, in mano aveva la sua pistola. Harper la prese. La cosa gli fece segno di seguirla dicendo sempre la solita frase, ripetuta in loop come in un tormentone:" Tu scenderai e verrai con noi, tu lo farai! Sì lo farai per noi" lo continuava a ripetere finché si fermò ed indicò la porta. Era la camera di sicurezza. Harper capì subito. Le ombre gli avevano permesso di liberarsi di questa maledizione. Andò nella camera, e come nel sogno, lui piangeva, lì con lui c'era il cadavere del signor. Massey, ma non aspettò troppo e si sparò un colpo in testa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 02, 2022 ⏰

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