9.Paure.

1.3K 35 9
                                    

Improvvisamente, mi ero dimenticata di tutto: di dove mi trovassi, che fosse il mio compleanno.
Tra le sue braccia, niente mi faceva più paura, esattamente come ogni volta che le sue labbra sfioravano le mie.
Massimo, era capace di farmi sentire invincibile.
A malincuore, dopo un tempo che mi sembrò piacevolmente interminabile, interrompemmo il bacio, tornando a sederci per poter iniziare a cenare, con la sua mano, sempre stretta alla mia, quasi come se avesse paura di lasciarla.
Aveva davvero pianificato tutto nei minimi dettagli, dalla location al cibo.

«È..è decisamente strano tutto questo.»

Ed ecco che, come al solito, la mia boccaccia sputò fuori quella frase.

«Lo so bene, è strano anche per me, non avrei mai immaginato che un giorno, sarei arrivato ad organizzare tutto questo, soprattutto per una mia studentessa.»

Le sue parole, mi riportarono alla realtà: lui era il professore ed io, una studentessa dell'ultimo anno.

«Se qualcuno lo scoprisse..stai rischiando di perdere il posto di lavoro ed io, non potrei accettarlo, perché sarebbe tutta colpa mia.»

Ecco un altro mio terribile difetto: prima di buttarmi a capofitto in un rapporto, che fosse d'amore o di amicizia, pensavo e ripensavo alle conseguenze che ci sarebbero state.
Massimo stava rischiando decisamente troppo, per me.

«So bene a cosa vado in contro, credimi. Ma Rebecca, la vita è una sola e sono dell'idea che è mille volte meglio viverla, senza avere rimpianti»

Quelle parole, mi strapparono un sorriso ed il mio sguardo, tornò ad incontrare il suo.

*******************************************

Terminata la cena, uscimmo dal ristorante e subito, l'aria fresca della sera, mi procurò dei leggeri brividi.
Senza pensarci due volte, Massimo, si sfilò la giacca ed andò ad appoggiarla sulle mie spalle.

«Ti va di andare a fare due passi?
Siamo vicini a i Navigli, o preferisci tornare a casa?»

«Beh, è venerdì sera e gran parte dei miei compagni, passano la loro serata proprio lì, non vorrei che ti vedessero»

Abbassai lo sguardo.
Era tutto nuovo per me.
Non avevo mai avuto paura di niente, ma stavolta sentivo che c'era qualcosa di diverso.

«Mi accompagni a casa per favore?»

Nei suoi occhi, notai una leggera delusione, acconsentì a malincuore ed entrambi ritornammo alla macchina.
Durante il viaggio, ci fu un silenzio imbarazzante, Massimo, sembrava deluso ed io, mi sentivo come se avessi rovinato tutto.
Parcheggiò davanti alla villa e dopo aver sganciato la cintura di sicurezza, sfiorai la sua mano con la mia.

«Non so come ringraziarti, hai reso questa serata, una delle più belle della mia vita.
Ma mettiti anche nei miei panni.
Non vorrei essere la causa del tuo licenziamento»

Non rispose, si limitò a guardarmi, accennando appena un sorriso.
Lo avevo deluso davvero?
Io, ero la prima a non saper gestire la situazione, ero stata catapultata in poco tempo in una favola. Peccato che non ci avessi mai creduto, perché alla fine si sa, succede sempre qualcosa che rovina tutto.

«Buonanotte.»

Gli baciai rapidamente la guancia e scesi dall'auto, camminando velocemente verso la porta.
Sentii la Mercedes ripartire dietro di me, prima ancora che potessi rendermene conto.

Sei tu, il mio destino...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora