5.Dannati occhi.

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Lasciai che il libro mi cadesse dalle mani,mentre il suo sguardo intenso,mi lasciava senza fiato. Cercando di fare appello a tutto il mio auto controllo, che ormai era sparito chissà dove, tentai di replicare, ma lui, fiondò le labbra sulle mie.
In un primo momento, sgranai gli occhi, tremendamente sorpresa dal suo gesto.
Diede vita ad uno dei baci più belli che avessi mai ricevuto, lento, dolce, all' inizio, ma man mano che andava avanti, divenne sempre più passionale, fino a che, non intrecciò la sua lingua alla mia. Immaginavo quel momento dalla prima volta in cui i miei occhi incontrarono i suoi.
Spostò le mani sui miei fianchi e mi sollevò, come se fossi un peso piuma, facendo si che il mio corpo, si ritrovasse intrappolato, tra il suo ed il muro, mentre non aveva la minima intenzione di porre fine a quel bacio;stessa intenzione che avevo io. Era come se baciandolo, mi sentissi libera, senza nessuna oppressione. Intrecciai le dita tra i suoi capelli, cosi da avvicinare ancora di più le mie labbra alle sue.
Il suono della campanella, che indicò la fine delle lezioni, ci "risvegliò" bruscamente, tanto che, a malincuore, fummo obbligati a staccarci.
Solo una volta riprese le mie facoltà, mi resi conto di quello che era successo e senza lasciargli modo di parlare, corsi via come un fulmine, aprendo la porta ed attraversando il corridoio per tornare in classe e prendere le mie cose.
Prima di entrare, sentii Boschi che sbraitava lamentandosi

«Mainardi è veramente uno stronzo, ha avuto il coraggio di mettermi 3, quel bastardo!»

E dopo aver sentito Masiani confermare le stesse affermazioni, entrai in classe come una furia.

«Ripeti quello che hai detto, se hai il coraggio»
«Rebecca, vuoi che ripeta? Mainardi è uno stronzo, capito? Uno stronzo! E tu non dovresti origliare, non sta bene per una signorina come te»
«Beh, non credo tu sia in grado di dirmi cosa sta bene o meno per me, visto che, a stento, sai mettere due parole in fila. In quanto a Mainardi, azzardati a ripetere ancora quello che hai detto e giuro che ti faccio piangere»

Dissi prendendo la scatola, dopo aver indossato lo zaino, per poi uscire velocemente dalla classe, con lo sguardo basso, cercando di nascondere le lacrime. Come si era permesso di insultarlo cosi? Ma soprattutto, cosa voleva dire quel bacio?
Troppe domande si affollavano nella mia testa, tanto che, appena superata la classe, andai a sbattere rovinosamente contro qualcuno.

«Scusi, sono mortificata...Professore,da quanto è qui?»

Mainardi mi sorresse ed osservò il mio viso con una dolcezza disarmante.

«Da quanto basta per aver sentito quello di cui avevo bisogno»

Disse superandomi, per poi fermarsi sulla soglia della porta della classe.

«Bene Boschi, lo stronzo qui presente per domani ti assegna l'intera opera di Seneca, da imparare a memoria, cosi vediamo se sarai nuovamente capace di farci divertire e soprattutto di beccarti un altro non classificato, non era un 3, sai?
Buona giornata»

Uscito dalla classe senza dare a Claudio, diritto di replica, prese la scatola dalle mie mani e mi accennò un sorriso

«Vieni, ti accompagno a casa»

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