Niccolò si svegliò intontito, ma si sentiva meglio. Si sforzò di mettere a fuoco la stanza in cui si trovava mentre cercava di ricordare cose fosse accaduto il giorno prima, ma aveva la mente annebbiata.
Si alzò piano, poi si diresse in cucina per fare colazione. Quando si sedette al tavolo, dopo aver aperto la bottiglia di latte, scorse Adriano e Valerio che lo raggiungevano. Sembravano stanchissimi.
«Oh, ma che per caso avete bevuto ieri sera? Che è 'sta faccia?» chiese Niccolò, nascondendo un sorriso.
Adriano gli scoccò un'occhiata di fuoco.
«Tutta colpa tua» rispose.
«Ma che stai a dì? Ieri è venuto il medico è m'ha curato, no?» buttò lì, sperando che potessero fargli ricordare la parte mancante del puzzle.
Valerio deglutì piano, mentre Adriano fingeva di non averlo sentito, prendendo dei biscotti dal mobile.
«Nic, lascia sta', dai» disse Valerio. «L'importante è che stai bene.»
Niccolò aggrottò la fronte.
«Ma che è, avete fatto 'na magia pe' famme guarì? Fateme capì.»
Adriano sospirò.
«Senti Nic, ma te che te ricordi di ieri?»
«Io non...» cominciò a dire Niccolò, ma poi si fermò con la bottiglia di latte a mezz'aria, i ricordi che improvvisamente gli passavano davanti agli occhi come i frammenti di una pellicola.
Si ricordava del profumo di fragole di Wendy, del suo sorriso mentre gli diceva che il medico gli aveva prescritto di prendere le medicine e di lei che si addormentava di fianco a lui. No, doveva esserselo sognato, non poteva certo essere lei.
«Nic?» lo chiamò Valerio. «Stai bene?»
«Ieri è venuto il medico a curarmi, non è vero?» domandò di nuovo, ma gli amici non gli risposero. «Chi cazzo ce stava?» chiese, alzando il tono di voce. Stavolta, l'espressione quasi colpevole di Valerio parlò più di qualsiasi altra cosa gli avessero mai potuto dire. «C'era lei, ve'?» La sua non era una vera domanda, ma un'affermazione in realtà. Valerio annuì.
Niccolò si portò la testa fra le mani, la rabbia che gli ribolliva sottopelle. Prima lo allontanava, poi andava fino a casa sua per aiutarlo. Ma a che diavolo di gioco stava giocando? Si sentiva preso in giro, ma anche speranzoso. Insomma, non poteva essere corsa in suo aiuto solo per pietà, giusto?
«Abbiamo provato a chiamare i tuoi contatti, ma non c'ha risposto nessuno» spiegò Valerio.
«E certo, nessun medico risponderebbe di domenica!» esclamò, ma avrebbe preferito sembrare meno aggressivo di così. Adriano gli lanciò un'occhiataccia per aver risposto in quel modo a Valerio. «Scusa Valé, so' solo 'n po' stanco.»
Questo fu ciò che disse, ma poi andò a cambiarsi alla velocità della luce, prese le chiavi dell'auto, gli occhiali da sole e uscì dalla porta. Adriano e Valerio si guardarono, come se i loro occhi potessero dirsi da soli dove stesse andando il loro amico.
«E così, la scaltra Wendy ci ha messi nel sacco, eh? Non ha sentito nessun medico, ieri» disse Adriano, sorridendo.
«Guarda Adrià, a me me frega solo che Niccolò non faccia cazzate, per il resto Wendy può rifilaje tutte le bugie che vole. Almeno lei lo teneva in riga e ieri l'ha salvato quando avrebbe potuto fregassene. Credo che ci sia del buono in lei, al contrario di quello che pensi te.»
Adriano si sentì come punto nel vivo.
«Io penso solo che non avrebbe dovuto abbandonarlo, tutto qua.»
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Wendy | Ultimo
FanficNiccolò e Wendy si sono lasciati da un anno, ma lui non riesce a rassegnarsi, perché è convinto che lei sia l'amore della sua vita. Riuscirà a riconquistarla? ⋆ - Tu sei sempre stata Wendy, per me. - - No, non chiamarmi più così. Ho dimenticato cos...