Si dice che la pioggia lavi via ogni peccato, ebbene quella sera sarebbe stata perfetta. Tutta una vita, tutte le gioie e le sofferenze racchiuse in una notte dove il cielo veniva squarciato da violenti fulmini, tanto forti da illuminare a giorno.
Quando accadeva il mirino notturno del mio Steyr Elite 08 veniva abbagliato e per qualche secondo non riuscivo a vedere nulla. Una situazione decisamente fastidiosa ma che non mi avrebbe impedito il complimento di quella missione, questa infatti era troppo importante.
Stesa su una collina osservavo diversi uomini all'interno di un recinto metallico ai piedi di un traliccio dell'elettricità. Dentro vi erano enormi generatori e tre automobili con le quali quel drappello di persone aveva raggiunto il posto.
"Ne conto otto, confermi?" sussurrai senza guardare al mio fianco.
"Esatto Irish, sono otto, vedi il nostro obbiettivo?" rispose. Io feci un verso negativo e mi misi in contatto con Leonida senza perdere d'occhio la zona.
"Irish a Bighouse. Contiamo otto tango, contatto visivo negativo con l'obbiettivo, ripeto: contatto visivo negativo con l'obbiettivo, passo" spiegai controllando il respiro.
"Roger Irish, non temere è quello il luogo dello scambio, l'obbiettivo arriverà presto, passo e chiudo".
La pioggia batteva violentemente sulla mia testa ed il vento muoveva le fronde degli alberi in tra quelle montagne. Un freddo pungente tipico della siberia dove le temperature si abbassavo anche di meno venti gradi. Sotto la Ghillie grigia indossavo una particolare tuta con dei piccoli tubi all'interno nei quali scorreva acqua calda, questa veniva spinta e scaldata da una batteria di pochi centimetri cucita sul fianco destro.
Senza di essa non sarei sicuramente riuscita a sparare precisamente visto che il mio corpo sarebbe stato preda di violenti tremori, potevo percepire il freddo perfino con quella tuta, senza sarebbe stato proibitivo.
Distesa oltretutto su un letto di candida neve al fianco del mio spotter, vicini per scaldarci un po' di più.
"se non si sbriga ad arrivare quando sarà il momento sparerò prima alle sue ginocchia" scherzai mentre il vento mi schiaffeggiò il viso nonostante il passa montagna ed il cappuccio sulla testa.
"ma quanto siamo crudeli" Rispose ridacchiando. "sei sicura di riuscirci?" domandò poi.Persi qualche secondo per guardare lo spotter, era buio ma riuscii comunque ad intravedere la i suoi occhi riflettere la luce lunare di poco.
"certo che si, Alyssa tu che faresti al mio posto?" domandai.
Lei non rispose, voltò soltanto la testa per tornare a guardare gli otto uomini a duecento metri da noi.
"esattamente quello che stai per fare, senza remore." la donna mi rispose con un tono calmo e pacato. Lavorare con lei mi infondeva una sicurezza che nessuno poteva, soprattutto in vista di quello che stavo per fare.Erano passati tanti giorni dopo che l'operazione Dawn Peace andò in fumo, non del tutto ma quel bastardo di Yuri riuscì ancora una volta a scapparmi e ogni volta che ci riusciva poi faceva qualcosa per la quale io mi sentivo in colpo. Se sarei riuscita ad ucciderlo in Iraq probabilmente il Bz32 non sarebbe stato mai messo a punto, se lo avessi ucciso durante l'operazione Midnight Harvest non avrebbe iniziato ad usare quelle armi chimiche e soprattutto, se non mi fosse sfuggito davanti agli occhi durante Dawn Peace, il mondo non sarebbe ricaduto in guerra. Perchè ormai si poteva considerare il terzo conflitto mondiale e c'eravamo dentro con entrambe le scarpe.
Quella notte non avremmo decretato la fine dei conflitti ma sicuramente mi sarei vendicata di un gesto imperdonabile, una piccola soddisfazione dopo tanto.
Per questo fremevo al desiderio di vedere il nostro obbiettivo arrivare, ero lì pronta soltanto per lui e nel mio serbatoio c'era una pallottola pronta soltanto per lui.
"Irish, vedo movimento, ore nove, sta raggiungendo il recinto dal viale sterrato" Mi avvertì Alyssa e subito guardai dove mi indicò.
Effettivamente un pick up marrone raggiunse lo spiazzo e da esso uscirono due uomini armati, uno di loro, quello col giubbotto nero lo riconobbi come il nostro obbiettivo.
"è lui vero?" Chiesi conferma ad Alyssa che annuì immediatamente."affermativo, è il nostro bersaglio!" Ribadì la donna. Senza perdere tempo tornai in contatto con Leonida.
"Irish a Bighouse, abbiamo contatto visivo col nostro obbiettivo, richiediamo luce verde, rieto: abbiamo contatto visivo col nostro obbiettivo e richiediamo luce verde, passo!" parlai molto veloce cercando di scandire le parole.
Nel frattempo i dieci uomini si erano Radunati e l'obiettivo che teneva in mano una lunga valigia la poggiò per terra. Dopo averla aperta tirò fuori quello che sembrava essere un fucile con un serbatoio tondo e rosso. Qualcosa che mai avevo visto in vita mia. Sembrò parlare agli otto che lo avevano aspettato fino a quel momento mentre uno per volta afferrarono l'arma.
"Roger, permesso di sparare accordato, avete luce verde, non fate prigionieri, passo e chiudo" rispose Bighouse affrettato.
Chiuse le comunicazioni io ed Alyssa togliemmo le sicure quasi contemporaneamente e aprimmo le danze.
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Redwind Capitolo II: la guerra del vento rosso
Action[descrizione provvisoria] NB: questo racconto è il continuo di "Redwind: la folgore scarlatta" leggerlo senza aver letto prima l'altro non ha molto senso. L'operazione Peace Dawn fu un mezzo fallimento; Gli Spartans riuscirono a recuperare i documen...