chapter 1: Atene

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I poliziotti mi stavano ricercando ormai da giorni.

Avevo sempre immaginato come sarebbe stato trovarmi  in mezzo ad una situazione del genere, avevo sempre immaginato come sarebbe stato vivere con l'ansia di essere costantemente ricercati dalla
polizia con la grande paura di finire chiusi in una cella più piccola del bagno di casa propria.

Guardavo molti film polizieschi e in ogni film da quando ero piccolina, avevo sempre fatto il tifo per i criminali.

Ma questo purtroppo non era un film.

Avevo decine di poliziotti ossessionati dal fatto di catturarmi, portarmi davanti ad un giudice e dopodiché chiudermi in carcere per almeno 10 anni.

Tutto questo perché ho provato a rubare e più di una volta.

Sono entrata in negozi di alimentari, di abbigliamento, e perfino di gioielli.

Fino ad allora ero sempre riuscita a rubare senza farmi vedere, forse perché prima di agire avevo sempre un piano per non farmi scoprire ma soprattutto se il piano per non farmi scoprire sarebbe fallito avevo il piano b, ovvero non farmi catturare.

E in quel momento mi trovavo nel pieno del piano B.

Ero nascosta ormai da ben 2 giorni, senza cibo, solo con dell'acqua in un garage di una casa ormai abbandonata da parecchi anni.

Nonostante questa casa non fosse del tutto isolata, mai nessuno osava passare vicino ad essa, perché ritenuta parecchio inquietante.

In sostanza un posto perfetto per nascondersi.

E appunto per il fatto che era un posto perfetto per nascondersi, sapevo che da lì a poco la polizia mi avrebbe trovata.

Mi ero quasi già praticamente arresa e già mi immaginavo i miei prossimi anni in una prigione piena di criminali e assassini.

Poi però mi sedetti in un angolo di quel freddo garage e pensai.

Pensai che non avrebbe avuto senso arrendersi proprio ora e che piuttosto che farmi catturare dai quei sudici poliziotti senza palle avrei fatto di tutto.

Così mi guardai bene intorno, presi la pistola e la misi in tasca a portata di mano, uscii da quel maledetto garage nascondendomi dietro la casa.

Aprii il mio borsone indossando una felpa molto larga e una parrucca rubati qualche settimana prima, poi mi tirai su il cappuccio e mi diressi verso la strada, non so dove sarei andata, non avevo una meta, sapevo solo che dovevo andarmene da lì e in fretta.

Ma nemmeno il tempo di scavalcare il cancello della casa per incamminarmi che appena fatto ciò mi trovai davanti un uomo sulla quarantina, barba e occhiali.

sono fottuta.

«È pericoloso andare in giro quando si è ricercati sai» disse quello strano tipo tirandosi su gli occhiali.

Misi le mani avanti, con i pugni chiusi e i polsi rivolti verso l'alto come dire "ammanettami, mi arrendo", non avrei potuto fare altro.

Lui mi guardò con aria stranita.

«Non sono qui per arrestarti, non sono un poliziotto»

Lo guardai negli occhi per un attimo, e approfittai del momento per provare a correre via.

Ma mentre correvo la sua voce mi fermò.

«Se preferisci scappare continuamente dalla polizia, ti lascio fare, ma io ti posso assicurare che non sono qui per arrestarti»

Decisi di fidarmi e di avvicinarmi di più a lui, alla fine non avevo nulla da perdere.

«Allora che ci fai qui?» chiesi comunque rimanendo vigile.

«Voglio proporti un affare»

«Ti ascolto» abbassai il cappuccio della felpa e tolsi la parrucca riponendola nello zaino.

«Una rapina» mi girai guardandolo di scatto sentendo quella parola:
rapina.
Avevo sempre immaginato anche questa.

«Una rapina molto particolare» continuò lui.

«Che ne diresti di duemilaquattrocentomiloni di euro?»

A sentire quel numero quasi mi sembrava un inganno, nessuno è in grado di rapinare una tale cifra.

«Non mi fido, nessuno è in grado di rapinare una tale cifra» risposi io.

«Se accetti la mia proposta, ti stupirò, infondo non hai nulla da perdere».

Lo strambo uomo aveva ragione, non avevo nulla da perdere, assolutamente nulla.

Così accettai e salii in macchina con quest'ultimo con il rischio e la paura che fosse un poliziotto e che magari da lì a poco sarei finita in prigione.

In qualche ora mi ritrovai a Toledo con altre 8 persone in una casa molto vecchia.

Io e queste altre persone entrammo dentro, salimmo le scale e il signore con gli occhiali ci disse di prendere posto nei banchi posti davanti a noi.

"Benvenuti" scrisse su una lavagnetta nera.

«Benvenuti e benvenute a tutti e a tutte, intanto vi ringrazio per aver accettato questa proposta di lavoro». sorrise

«Vivremo qui per 5 mesi, il tempo in cui studieremo il piano»

5 mesi eh?
Parecchi, davvero parecchi.
Ma infondo era la rapina più grande della storia.

«La prima regola è che non voglio nomi, ne tanto meno relazioni personali, trovatevi un soprannome, magari numeri o pianeti».

«Tipo il signore 17 o la signorina 23» rise il ragazzo dagli occhi azzurri posto in secondo banco.

«Va bene allora facciamo città» disse l'uomo barbuto.

E così decisi di chiamarmi Atene.

Poi c'era Tokyo, ragazza strana ma apparentemente simpatica, rapinatrice.

Mosca, probabilmente il più anziano tra noi, ex minatore ma soprattutto ladro.

Denver, suo figlio, droghe e innumerevoli risse.

I gemelli Oslo e Helsinki, due giganti buoni, soldati e soprattutto molto ma molto utili.

Rio, il più giovane, esperto informatico e hacker di computer.

Nairobi, falsificatrice di banconote sin da piccola, indubbiamente la più simpatica del gruppo.

Ma quello che attirò particolarmente la mia attenzione lì dentro fu il signore in giacca e cravatta: Berlino.

Sembrava avere più esperienza e concentrazione degli altri lì dentro.
Ricercato, rapinatore di gioiellerie, case d'aste e camion, un esperto nel settore.

E infine l'uomo con gli occhiali si fece chiamare semplicemente professore.

«Professore, cosa rapineremo?» chiese Tokyo.

Il professore ci indicò il modellino infondo alla stanza.

«Rapineremo la Zecca di Stato».

Hei amici belli! Sono tornata con una nuova storia, una fanfiction sul nostro amato Berlino hihi, no beh comunque il primo capitolo è solo di introduzione ovviamente, molto simile al primo episodio della casa di carta, più avanti si farà decisamente più interessante 😌. Spero vi piaccia :)
-De 🧸

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