Capitolo 7

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(GINEVRA)

Suona la sveglia ed ecco che è di nuovo mattina, uff non ho voglia di alzarmi e studiare, ma sento la dolce voce di Momo che cerca di svegliarmi dal mio letargo, è così gentile che mi spiace rendere vani i suoi sforzi. Decido di alzarmi e come ogni mattina scende un silenzio tombale in casa; sono una ragazza normale ma ho un piccolo grande difetto, quando mi sveglio nessuno, e ripeto, nessuno deve parlarmi o parlare perché è una cosa che non sopporto; Dalhia ormai si è abituata a questo mio comportamento e anche Momo si sta impegnando per rispettare la tradizione. Solo una volta che io ho aperto bocca si può iniziare a parlare tranquillamente perché significa che sono pronta ad iniziare una nuova giornata. Che ridere, mi viene in mente una volta, quando ancora erano i primi giorni di convivenza con Dalhia che, non sapendo di questa mia abitudine, ha iniziato a parlarmi come se niente fosse e .... niente è rimasta traumatizzata dalla mia reazione e adesso avvisa tutte le persone che vengono a farci visita per evitare loro lo stesso trattamento che ho riservato a lei. All'alba delle 9:00 riusciamo ad uscire tutte e tre di casa, Dalhia, come sempre si dirige a lavoro, mentre noi aspettiamo il tram per andare al Fusion, ci aspetta un'intensa giornata di studio.

"Pronta per questa giornata?"

"Assolutamente si, devo studiare come una disperata, devo riscrivere tutti gli appunti di giapponese che sono illeggibili, sembrano quasi i kanji che devo studiare" mi dice Momo scherzandoci sopra

E' la prima volta che decidiamo di passare un'intera giornata al Fusion, chissà cosa succederà oggi? Come di rito appena scese dal tram ci accendiamo una sigaretta e ci dirigiamo al bar, appena arrivate ordiniamo i soliti due caffè, tanto soliti che ormai anche la barista li ha imparati e appena ci vede entrare si dirige subito verso la macchinetta per farceli senza che dicessimo nulla, wow che carina che è stata penso e non appena ci sediamo al tavolo Momo dice esattamente la stessa cosa che avevo appena pensato. E' assurdo come possiamo essere sulla stessa lunghezza d'onda nonostante ci conosciamo da poco più di 6 mesi.

Trascorriamo la mattinata in tutta tranquillità, forse anche perché "il ragazzo indicato" non si è ancora fatto vedere oggi e noto come Momo sia molto più rilassata rispetto alle volte precedenti.

Imbambolata a fissarla, noto che ha due cicatrici agli angoli della bocca ma che nel momento in cui sorride spariscono completamente, ed è strano che me ne sia accorta solo adesso, forse perché è una ragazza solare che sorride talmente tanto che non riuscirei nemmeno ad immaginarla senza un sorriso su quelle labbra.

"Allora io ho finito quello che dovevo fare e sto morendo di fame perciò andiamo giù ad ordinare il pranzo?" mi dice Momo sfoderando un sorriso a 32 denti

"Si capo, cosa vorrebbe mangiare sua signoria oggi?" le rispondo prendendola in giro

"Non saprei, potremmo farci consigliare qualcosa."

"Ottima idea, loro sicuramente ne sanno più di noi."

Appena arriviamo nell'area ristorazione notiamo con piacere che la barista di stamattina si avvicina al bancone del "Bento" per servirci, le chiediamo dei consigli su cosa mangiare per provare quanto più possibile la loro cucina e ci propone le patate piccanti con del pollo in agrodolce e l'immancabile riso che accompagna il tutto, noi ovviamente accettiamo con piacere la proposta. Finiamo di ordinare e la ragazza ci chiede: "Ho visto che è tutta la mattina che studiate, cosa studiate?"

"Io studio giapponese e sta mattina stavo sclerando contro i 100 kanji che devo imparare a scrivere e a leggere ma diciamo che ho avuto poco successo, meno male che ho ancora tutto il pomeriggio per riuscirci!" esordisce Momo in maniera scherzosa per creare un clima più leggero e amichevole.

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