Capitolo 14

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Decisi di cambiarmi e mettere qualcosa di più comodo per andare in centro. Optai per una tuta dell'adidas nera e le superstar nere. Presi la metro per Duomo, ero molto agitata nel rivedere mio fratello in quanto non lo vedevo da quando ero tornata dall'America. Scesi alla mia fermata e lo chiamai per sapere se fosse già arrivato. "Marco io sono già qui tu dove sei?"; "Ti vedo, come cavolo ti sei vestita sembri una che va a spacciare?". Risi mentre chiusi il telefono e mi girai per cercarlo, appena lo vidi corsi ad abbracciarlo come facevamo quando eravamo piccoli. Lui era la mia ancora mi è sempre stato vicino in tutto e io c'ero sempre per lui. "Ehi cos'è tutta sta dolcezza?" disse lui ridendo, e ci dirigemmo in un bar per comunicare anche a lui la notizia. "Allora che volevi dirmi di così importante?" chiese lui, "Beh ti ho detto che ho un fidanzato e che conviviamo"; "Si e quindi vi sposate auguri e figli maschi", come al solito aveva lo stupido vizio di non lasciarmi finire di parlare. "E fammi finire di parlare cavolo, il mio ragazzo non è un ragazzo qualsiasi ma è il tuo idolo Guè Pequeno", mio fratello fece una faccia sconvolta. "Cosa? Sei fidanzata con il mio idolo da quando sono adolescente e tu me lo dici solo adesso? Sono molto contento avete la mia benedizione"; "Veramente ci sarebbe anche un altra cosa"; "Cosa?"; "Sono incinta di 3 settimane", mio fratello rimase a bocca aperta per qualche minuto. Per poi dire "E lui che ha detto? Lo vuole sto bambino?",che cavolo di domande faceva, "Certo che lo vuole che cavolo di domande fai, si prenderà tutte le responsabilità del caso","Menomale che almeno lui il padre lo vuole fare". Sapevo benissimo che si stava riferendo a mio padre, purtroppo Marco non aveva ancora perdonato mio papà per averci lasciati da soli con la mamma e il nuovo compagno, ed è anche per quello se mio fratello ha iniziato a frequentare brutti giri. "Lo so che ti stai riferendo a papà, ma perché non provi a riavvicinarti a lui lo sai che non ti chiuderebbe la porta in faccia"; "Non ho bisogno del suo aiuto".  Sapevo che cercare di risolvere la situazione tra mio padre e mio fratello era quasi impossibile perché non voleva sentire ragioni. Si era fatto tardi e io dovevo tornare a casa a preparare la cena per papà e Cosimo. Uscimmo dal bar e abbraccai mio fratello dicendogli "Vedi di non sparire perché mio figlio vuole conoscere lo zio", lui sorrise e mi rispose "Quando tu mi chiami io corro tanto non sono molto lontano da Milano".  Mi salutò e scomparve tra la folla era stato bello rivederlo e non volevo più perderlo. Chiamai Cosimo per farmi venire a prendere, arrivò subito con il mini van di Emi, salutai entrambi e salii in macchina. "Allora com'è andata con tuo fratello?" mi chiese Cosimo. "Tutto a posto, è contento di diventare zio e soprattutto non vede l'ora di conoscerti", anche Cosimo voleva conoscere mio fratello e gli promisi che di lì a qualche giorno avrei contattato mio fratello per organizzare quest'incontro. Ma ora ci aspettava la cena con mio padre ed ero un po' in ansia.

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