Prologo

54 5 0
                                    

Quella fitta pioggia autunnale sembrava davvero non voler cessare.

Batteva pesantemente sull'asfalto scuro, nonché sui vetri delle finestre chiuse, ricreando un suono che pareva una melodia rasserenante.

Ma non solo quell'imperterrito lacrimare del cielo, anche il grigiore, dovuto alla pesante coltre di nuvole che lo ricopriva, creava uno scenario quasi surreale, rendendo per qualche sconosciuto motivo diversa quella città. Sembrava che tutto si fosse fermato, sotto la pioggia, col fiato sospeso in attesa di qualche sconosciuta sorpresa.

Da quella finestra, invece, era possibile vedere il centro: desolato come mai prima, subiva le violenze della pioggia battente senza che vi si mostrasse un solo movimento.

«Cosa ti prende? Sei così strano tutto ad un tratto». Quella voce profonda, ma dal tono dolce ruppe il silenzio venutosi a creare nella stanza. Quella voce l'aveva catturato, ne era stato attratto come ne fosse una preda, non era stato in grado di fuggirci.

Ecco che gli era alle spalle, ne accarezzava la pelle provocandogli brividi lungo l'intera schiena; lo lasciava girare, tanto da essergli davanti al volto.

Quei lineamenti in precedenza rigidi e severi, tanto da incutere un certo timore a chi li avesse guardati troppo a lungo, sembravano essersi ormai rilassati. Quel viso di insegnante sembrava ormai familiare, pareva essere cambiato in quello di un vicino conoscente, di un amico.

Ma no - una risata abbandona le sue labbra - loro non erano degli amici; la loro non era più una relazione di ambito scolastico. Era piuttosto un errore; qualcosa di cui dimenticare i dettagli.

E come dimenticare? In che modo cancellare?

Era un qualcosa che, seppur da poco, si era impresso nella memoria; un ricordo indelebile, forse visibile dall'esterno.

Le palpebre minacciavano di chiudersi, le labbra desideravano non volersi schiudere, non voler proferire parola; la mente era persa a vagabondare tra pensieri lontani, come non si trovasse nel mondo reale, come non fosse in quella stanza.

Salve ai miei lettori.

Ebbene, sembra davvero che siate arrivati alla fine di questa prima parte.

Sono consapevole che sia breve, forse troppo - *ride in maniera innocente* - ma, dopotutto, è soltanto un prologo.

Vi prometto che dai prossimi capitoli mi rifarò con una buona quantità di parole ;D

Adesso vi saluto: buon proseguimento di lettura,

Nene ^^

Sensei, I like youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora