1. Incontro

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Lentamente, e con grande pesantezza, i tre mesi estivi erano ormai terminati. Nonostante l'arrivo della stagione autunnale, sembrava invece che il clima caldo - e pressoché afoso - di agosto fosse ancora intenzionato a caratterizzare le tipiche giornate settembrine.
Anche quello, infatti, sin dalla prima mattina, appariva subito come un giorno assolato e caldo.
I tiepidi raggi, quasi con gentilezza, attraversavano i lucidi vetri della sua finestra, andando così ad accarezzare i lineamenti delicati ed ancora infantili del giovane adolescente. Così, senza che neppure la sveglia potesse esprimere il suo rumoroso suono, si trovò ad aprire gli occhi ed a dover abbandonare il piacevole tepore delle coperte.
A piedi nudi e con andatura assonnata si incamminò verso la cucina, avvolta nel più profondo silenzio, dove si sedette al tavolo con la volontà di rifocillarsi grazie ad un'abbondante colazione composta da una tazza di latte e un gran numero di biscotti ripieni di una dolce crema al cioccolato.
Cercò di mangiare con sveltezza, così da non doversi trovare a ritardare all'ultimo minuto. Per questo si alzò subito, non appena ebbe terminato di mangiare, per andare nel grande ed elegante bagno, dove decise di farsi una rapida doccia, che avrebbe dovuto levare quel rimanente di stanchezza che lo appesantiva.
Ritornò nella propria stanza - elegantemente arredata da mobili che, anche solo a prima vista, sembravano davvero costosi - solo quando fu avvolto in un accappatoio caldo perché appena stirato; quindi iniziò a vestirsi con l'uniforme scolastica che, già dai mesi precedenti, aveva acquistato su ordine della stessa scuola. Non appena fu vestito con l'uniforme ufficiale, - composta da dei pantaloni neri in stile classico ed una camicia bianca, a cui sopra era aggiunta una giacca nera ed elegante su cui era indicato il logo dell'istituto - tornò nel bagno per sistemare il suo viso con del trucco. Aveva oramai preso quell'abitudine, poiché aveva constatato che la sua pelle venisse valorizzata di molto dai prodotti cosmetici, che - in Paesi differenti da quello nipponico in cui abitava - sarebbero parsi strani sul volto di un ragazzo. Sistemò quindi anche le minime imperfezioni della sua pelle con del correttore e del fondotinta, poi rifinì con dell'eyeliner gli occhi dal tipico taglio asiatico, tanto da renderli più "allungati", infine con un rossetto color carne rifinì le labbra, così da dargli una parvenza più carnosa.
Solo dopo mezz'ora prese il suo zaino ed uscì di casa, non prima di aver salutato sua madre, appena uscita dalla stanza da letto.
Essendo che la casa in cui abitava si trovava esattamente in centro città, non ebbe bisogno né di prendere l'autobus né di camminare troppo prima di poter arrivare davanti al grande istituto scolastico. Salendo quasi a balzi gli scalini, attraversò l'ingresso e si incamminò per il corridoio, entrando in seguito nell'aula che, di lì in poi, avrebbe ospitato il terzo anno della sua sezione.
Essendo, sin da bambino, un ragazzo oltremodo perfezionista e preciso, non avrebbe sopportato neppure il minimo minuto di ritardo; ciò lo portava ad essere la maggior parte delle volte - per non dire «sempre» - il primo ad entrare in classe.
Ma quel giorno, per qualche strano cambiamento, non sembrò essere così.
In classe, infatti, dietro la cattedra, - sollevata dal terreno grazie ad una pedana - sedeva in maniera educata un giovane uomo, probabilmente il nuovo insegnante di cui tanto si era parlato durante l'ultima settimana estiva.
Ai suoi occhi, mentre gli passava davanti per sedersi al primo banco, l'uomo pareva essere uscito da pochi anni dall'università. L'insegnante aveva una aspetto davvero curato, tanto che sarebbe parso bello ad un qualsiasi altro individuo; il volto era valorizzato parecchio dai lineamenti marcati, che gli conferivano un'aria severa, accentuata dagli occhi tipicamente asiatici e di uno scuro color pece; per quanto fosse possibile notare attraverso la camicia bianca che indossava, inoltre, sembrava sicuro che avesse un fisico scolpito. Insomma era in tutto e per tutto un bell'uomo.
Il ragazzo si stupì di ciò su cui si era concentrato: aveva davvero analizzato per la bellezza un insegnate; ma soprattutto aveva analizzato nei minimi dettagli un uomo?
"Come possono aver mandato un insegnante così giovane ad insegnare a degli adolescenti?!", si chiese tra sé in modo da distrarre la sua mente da quel professore, che sembrava aver attratto fin troppo la sua attenzione.

Sensei, I like youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora