Into The Unknown

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                        «Somewhere lost in the clouded annals of history, lies a place that few have seen. A mysterious place called The Unknown, where long-forgotten stories are revealed to those who travel through the wood.»


1# Tuono

A volte non è semplice raccontare la paura, specie quando hai quindici anni e sembra che tu non debba provarne più. Solo che Wirt, la paura, la sente dentro come un tuono improvviso, e a volte gli mozza il respiro. Gli succede soprattutto quando c'è Sara nei paraggi. Gli si infiamma il cuore e i battiti accelerano; la cosa più terrificante è che è un organo involontario e non lo può gestire come farebbe con qualsiasi altra cosa. È un maniaco del controllo, ma solo sulle proprie azioni, solo perché è convinto di sbagliare anche solo quando mette un piede davanti all'altro per camminare. Sara lo destabilizza, lo fa arrossire e sente le farfalle nello stomaco; ha paura di ciò che prova, ha paura di un rifiuto, ha paura di non piacergli abbastanza; di non piacere a nessuno. Però è innamorato, e allora le scriverà un'altra poesia che lei non leggerà mai.

[ 152 - Wirt ]


2# Fazzoletto

Greg è fissato con quel fazzoletto. È un pezzo di stoffa con ricamata sopra un'iniziale. La sua. Sua madre ne ha regalato uno a lui e uno a Wirt; suo fratello lo tiene nella tasca dei pantaloni, ma spesso lo dimentica a casa e sembra non dargli importanza. Greg invece pensa che sia importante. Specie perché è un regalo e a lui, i regali, piacciono da impazzire. Non importa di cosa si tratta, ma è il gesto ad avere importanza. Gli piace quando qualcuno mette da parte le ramanzine e gli dedica qualcosa, lo fa sentire grande, adulto, alla pari di quelle persone tanto alte che per guardarle deve alzare la testa e a volte gli fa male il collo. Si infila nel lettino e Wirt gli arruffa i capelli.

«Ti sei proprio affezionato a quel fazzoletto, eh?»

Greg sorride, ma ha già chiuso gli occhi. Il sonno sta vincendo, ma ha un ultimo pensiero nei riguardi di quell'oggetto.

«Profuma di mamma, per questo mi piace.» Poi sprofonda nel mondo dei sogni, pervaso dall'odore di casa.

[ 178 - Greg ]


3# Pennello

Beatrice amava dipingere, quando aveva le mani. Non ricorda di aver mai avuto particolari attitudini per l'arte, ma questo non l'ha mai fermata. Ci pensa spesso, alla sua umanità. Si guarda le ali blu e ripensa mestamente ai momenti in cui le sue dita si stringevano intorno ad un pennello e cercavano di imprimere su una tela le sue emozioni e paesaggi al tramonto. Se avesse una bocca, ora sorriderebbe, perché mentre è appollaiata su quel ramo e Greg e Wirt sono seduti su quella roccia e guardano il sole che viene divorato dal lago, sembrano i soggetti perfetti per un quadro dei suoi.

Si ripromette, allora, che quando tornerà umana – semmai questo succederà – dedicherò loro un disegno al tramonto. Magari non avrà modo di mostrarglielo perché, in fin dei conti, se Adelaide non riuscirà ad averli, loro torneranno da dove sono venuti e forse non si rivedranno mai più.

È un pensiero che la intristisce e la fa sentire sola. Allora vorrebbe solo che il tempo si fermasse lì... in un quadro impresso su una tela, dove la separazione non esiste e non esisterà mai.

[ 188 - Beatrice ]


4# Guscio

C'è una luna enorme che illumina la foresta. Il buio è annidato tra i rami degli alberi, che al soffio del vento inneggiano un canto oscuro che dissemina morte e dolore. Il cammino scosceso non ha un traguardo, ma solo un alone nero che copre la via. Non esiste un ritorno e non esiste un'andata, ma le piccole tartarughe dal guscio nero marciano in un'unica fila ordinata; zampette minuscole si muovono contro il terreno e non fanno rumore.

Ad attirarle è il canto della creatura della notte, nascosta nel buio e nei cuori dei viandanti persi che non sanno da dove arrivano e nemmeno dove arriveranno. Si muovo ignare e seguono una guida bugiarda. Infine si accatastano in una nube di pece e due occhi agghiaccianti si spalancano nella notte.

La Bestia si annida nell'Ignoto, alla ricerca di chi è lontano da casa per lasciare che non ne facciano più ritorno. Alimentando la sua lanterna di oscurità sempre più nera.

[ 160 - The Beast ]


5# Ala

Un cuore rotto fa male tanto quanto un'ala spezzata. Ci sono tanti motivi per il quale Beatrice si sente così. Uno fra tanti, di certo, è quel senso di colpa che avverte ogni volta che la sua volontà si divide in due. Non è più sola da quando Wirt e Greg sono diventati i suoi compagni di viaggio, ma allo stesso tempo sono la sua unica speranza per tornare umana – per lasciare che tutta la sua famiglia, torni umana. Adelaide la aiuterà, così ha promesso, ma a quale prezzo? Dormire sarà più lo stesso, quando lo farà stretta alle coperte di nuovo nel suo aspetto, ma col senso di colpa di aver consegnato due innocenti nelle mani della brava signora della foresta?

E Wirt? Il cuore si spezza ancora, ogni volta che ci pensa. Il solo pensiero la annichilisce, la distrugge. Si sta affezionando, o forse è qualcosa di più. È come in quel libro che ha letto, dove lui rinuncia all'amore per salvare lei e rimane una bestia per sempre.

Solo che Beatrice ha sulle spalle una responsabilità troppo grande: quella dell'unica chance di poter dimostrare alla sua famiglia quanto vale e quanto vuole loro bene ma soprattutto di rimediare a quell'errore di averli trasformati tutti. E, dopotutto, forse è disposta davvero a tutto pur di salvarli. Poi guarda Wirt e le sfugge un sospiro.

No, forse non è disposta davvero a tutto.

[ 235 - Beatrice ]


6# Scintillante

Lei è bella, scintillante nel suo abito blu. Ha delle perle tra i capelli rossi, e lentiggini che bruciano sulla sua pelle lattescente. Sorride; non l'ha mai vista farlo, e questo un po' lo spiazza. Volteggia con le braccia allargate all'infuori, poi crolla per terra in mezzo ad un campo di margherite. Petali e punte di tarassaco svolazzano intorno alla sua figura. Si siede e raccoglie le ginocchia al petto, poi lo guarda e gli fa cenno di sedersi accanto a lei, tamburellando una mano sull'erba fresca e cullata dal vento.

Lui deglutisce e poi la raggiunge; si toglie il cappello a punta e lo poggia a terra, prima di girare il busto verso la figura di lei e regalarle un sorriso impacciato. È bella. Ha due occhi azzurri che ricordano il mare, e l'aria felice di chi non ha più colpe da espiare.

Le raccoglie una guancia tra le dita, e le bacia le labbra con dolcezza e inesperienza. Lei gli stringe le braccia intorno al collo e cadono sdraiati sull'erba. Si guardano, si sorridono, e non hanno bisogno di altre parole.

Solo che poi Wirt si sveglia sul libro su cui si è addormentato e lei non c'è. Forse non è mai esistita; eppure splende nei suoi ricordi, ed è umana come non ha avuto modo di conoscerla, eppure è convito che lei sia così.

Splendente.

[ 228 - Wirt e Beatrice ]

Fine


Note autore:

Era da tantissimo che volevo dedicare qualcosa a questa serie e oggi, più che mai, ne ho avuto bisogno. Chissà che magari ci sia qualcuno, qui, che ha amato e apprezzato questa serie tanto quanto me. 

Le parole mi sono state gentilmente concesse da shilyss e Lightning070, le mie cose che amo oltremodo ♥

Un abbraccio ♥

Miry


P.S.: Poetry and clarinet POETRY AND CLARINET!! 

Come Wayward Souls - Over The Garden WallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora