Come Wayward Souls - Over The Garden Wall

Mare Freddo

Coppia: Beatrice/Wirt (Over The Garden Wall)
Iniziativa: Partecipa alla Maritombola 11 indetta da Lande di Fandom.
Prompt n°: 31° Immagine 31 "Mare freddo"

Mare Freddo

Scogli appuntiti, il cielo bianco e un mare così azzurro che sembra ghiacciato. Cade la neve e si posa sull'acqua, ma questa è in tempesta. Non permette che i fiocchi morbidi si adagino sulla sua superficie. Li inghiottono, li fanno loro e li sciolgono.

Wirt sa che quel mare è solo un ricordo; una vacanza in Norvegia che ha fatto da piccolo, quando i suoi genitori stavano ancora insieme e Greg non era ancora nato. Anzi, a quel tempo doveva avere più o meno l'età del suo fratellastro, ma ricorda tutto. Come se fosse ieri. Come se fosse oggi.

È seduto su una spiaggia fatta di rocce, mentre la mente torna al ricordo del viaggio, osservato per lo più dal finestrino di un'auto presa a noleggio, che suo padre ha guidato fino a nord. Ricorda il cielo meno bianco, ricorda la primavera e ricorda i Fiordi, meravigliose creazioni della natura, che hanno in loro qualcosa di solenne, di intoccabile.

Come Beatrice.

È seduta accanto a lui, come in ogni sogno che fa dove c'è anche lei; non ha mai avuto il piacere di vederla nelle sue fattezze umane, ma lei deve essere così, nella realtà: capelli rossi, lentiggini che sembrano tante stelle che le illuminano il viso. Due occhi azzurri come diamanti, la bocca rosa che sembra sempre più morbida. Si gira a guardarla, ma lei non ricambia. Fissa il panorama, con le ginocchia strette al petto, l'aria malinconica di chi c'è, ma che non può restare. Non può davvero, perché ogni volta che poi Wirt si sveglia, lei sparisce tra i ricordi di una sola notte passata a sognare un desiderio.
Non sente la mancanza dell'Ignoto, ma quell'esperienza l'ha cambiato. Non sa ancora dire se è successo davvero, o se lui e Greg hanno fatto semplicemente lo stesso sogno. Sa solo che è tutto così vivido che sembra assurdo si sia trattato solo di merda fantasia. E allora, titubante, si avvicina a lei e le resta seduto accanto, in silenzio, cercando un appiglio al quale aggrapparsi, perché ogni volta che la sogna, e poi si sveglia, scivola via nella realtà di una vita che sembra sospesa, in attesa. In attesa di qualcosa. In attesa di un ritorno. In attesa di un nuovo incontro.

Poi le si volta, e lo guarda. Sorride debolmente, e gli dice tacitamente che apprezza quella vicinanza.
Wirt vorrebbe dirle che le ha scritto un numero incalcolabile di poesie; vorrebbe dirle che pensa a lei ogni volta che respira, ogni volta che cammina, ogni volta che è solo e guarda il soffitto, sperando che si apra un portale e che lo trascini di nuovo da lei. Vorrebbe dirle che le manca da impazzire, quella sua aria arrogante e a volte antipatica. Vorrebbe dirle che, quello che ha fatto per salvare la sua famiglia – ovvero quasi venderli ad Adelaide, non è un peccato, ma una dimostrazione di immenso coraggio.

Vorrebbe dirle tante cose, ma non lo fa. Si chiede solo se, quel silenzio, voglia dire che per lei è importante trovarsi lì tanto quanto lo è per lui. Così alza una mano, le scosta una ciocca di capelli che il vento le ha scompigliato, buttandola sul suo bel viso. Lo adagia delicato dietro al suo orecchio e, lento, si avvicina al suo viso e le lascia un bacio sulla guancia.

Solo questo, nulla più.
Lei continua a tacere; non fa altro che sorridere e, con un coraggio che a lui manca, gli stringe la mano e trova calore.

Il vento si alza, scompiglia le loro anime; la salsedine li avvolge col suo profumo unico e pungente. La neve si posa sui loro vestiti e li imbratta di bianco. Di purezza.

Poi la luce del sole li travolge e Wirt si sveglia. È nel suo letto, stretto alle coperte. La pelle percorsa da brividi di freddo.
Tra le dita della mano destra, stretta con gentilezza, c'è la piuma di un uccello azzurro. L'ennesima prova che Beatrice esiste e che, da qualche parte, lo aspetta tra il vento freddo di un mare in tempesta.

Il suo cuore.

Fine