Le notti insonni sono quelle che, spesso, bramo di più; mi sfilo le ciabatte grigie da sopra i calzini e mi stendo nel letto ignara di quanto, ancora, i miei occhi possano godersi le stelle brillanti senza dover aspettare il giorno successivo.
Mentre scrivo, ho la tapparella della mia camera alzata; mi piace pensare che siano i primi raggi di sole a darmi il buongiorno la mattina, quando poi però sono le insolazioni prese dalla mia finestra, che chiede venia quando mi accingo a premere il pulsante nero per oscurare il tutto, attraverso le tende automatiche.
Ho sempre pensato, che per stare lontano da casa ci volesse poco; una meta da raggiungere, un cuore da completare o una spiaggia da odorare; ora però ho cambiato idea.
Non so quale sia il fattore scatenante della mia malinconia verso tutto e tutti, l'unica cosa di cui sono certa è che il distaccamento dai miei genitori e dalla mia cameretta, sarà logorante.
Sembro esagerata, troppo viziata, forse si, forse ho solo bisogno di tempo.Mentre scrivo penso al sogno che ho fatto ieri: avevo avuto il coraggio di prendere le chiavi e uscire di casa completamente sola alle 3 di notte, senza una meta e senza un perché.
Forse solo per il gusto di ammirare i pali della luce intermittenti in solitudine, come per avere un rapporto più profondo; intimo.
Mi sono accasciata, sfregando la schiena contro una parete ruvida che sembrava non finire mai; solo nel toccare per terra, avevo avvertito l'impatto tra il cemento e le mie gambe.
Non passava nessuno; solo il silenzio che urlava al mondo la sua immensa potenza, quando nel girare la chiave dentro alla serratura del cancellino, veniva interrotto e dava quasi fastidio.Ricordo i vetri spaccati nel giardinetto sotto casa e le bottiglie di birra da ricomporre.
Il verde dei ciuffi d'erba che accoglie i rifiuti buttati nell'incoscienza di una serata finita male, o di una condotta non troppo buona.Per fortuna rinsavisco dal sogno; il giardinetto sotto casa non ospita vetri scuri e cumuli di formiche che si accalcano per succhiare fino all'ultima goccia di zucchero, ma tanto ossigeno di giorno e tanta anidride carbonica di notte, mentre tra le piante si scorgono le aiuole colorate che danno tono a tutto il luogo.
Mi appresto a socchiudere i condotti lacrimali, quando nuda e spoglia di pensieri, mi lascio cullare da Morfeo.
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Cari figlioli di questo capitolo vado particolarmente fiera, non so perché ma è stato così bello e liberatorio scriverlo, che mi ha commosso :).
L'ho scritto di getto in 10 minuti dalle 03:25 alle 03:37 del giorno 11 giugno 2020.
Spero vi piaccia.
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DIARIO DI UNA QUARANTENA PER BENE
ActionCari lettori, Mi permetto di scrivere una previw al fine di introdurvi nello specifico, a cosa tratterà questo contenuto. Nel 2020, il pianeta, è stato stravolto da uno sconosciuto virus. Siano in quarantena. Tutti quanti. I pensieri, le parole e l...