CAPITOLO 8: di nuovo qui

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C'è tanto caos e le pareti spoglie accolgono con asserzione, paure pensieri e disperazioni, di una mente devastata.
Il periodo prosegue a rilento; le lancette scure, muovono sul quadrante come immobili e il tempo sembra non distogliere lo sguardo dalle inculcate paranoie, presenti per inerzia nella scatola cranica, di chi dovrà fare per una seconda volta i conti con il suo specchio.
Si sovrastano cieli di puro terrore, quando la mente inizia a viaggiare e ritrova pace soltanto nella coscienza dell'incoscienza, sopra una seta di cuscino.
Poche righe; già sufficienti, per esprimere il senso immenso di mani che poggiano con forza e violenza, sulla nostra ragione, per farci penare.
La nostra salute fisica, sostengono sia importante, agli occhi di chi ogni giorno, dentro un camice verde, vedeva spegnersi una vita davanti, consapevole che quella sarebbe stata una delle poche, di cui si sarebbe ricordata i tratti somatici, per la quantità troppo elargita di volti, che hanno oltrepassato le porte con oblò.
Ma della mente nessuno si preoccupa.
Influenze erronee, sbagliate e poco produttive, debilitano ciò che di grande potevano costruire.
Noi, che ci uccidiamo con le nostre stesse mani, siamo vittime di chi della nostra psicosi se ne prende carico rinchiudendoci nel nostro domicilio.
E da un lato si sa, casa dolce casa, ma dall'altro, anche i muri spogli e assertivi sopportano noi che disperiamo, nel tentativo di venirne a capo.

Buon lockdown 😘

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