Capitolo 1: La decisione

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"Whatever our souls are made of, his and mine are the same."
-Emily Bronte 

Affianco alla scatola del pane, Harry poteva vedere la busta blu appoggiata sul balcone della cucina. La carta sembrava spessa e ruvida, la parte anteriore premuta dal sigillo di cera ufficiale del Pairing Bureau. Aspettava il suo arrivo con entusiasmo nelle ultime due settimane, ma temendolo per gli ultimi otto anni.

I suoi genitori inviarono la domanda e la lettera a Bureau due settimane dopo il nuovo anno. La possibilità di trovare la sua anima gemella, il suo promesso sposo, stava diventando una decisione non solo per i suoi genitori ma anche per Bureau stesso. Il contratto legale e il futuro di Harry erano ben nascosti all'interno di quella busta. O gli sarebbe stata concessa la piena libertà romantica e la capacità di cercare colui che Dio aveva mandato, oppure poteva ricevere un nuovo coniuge.

Il processo era una cerimonia forzata in una parte diversa della città, sperando che i promessi sposi non venissero seguiti. Da quel punto, si sapeva solamente che veniva trasformato in una procedura, veniva tagliata la mano, versato il sangue che circolava nelle vene e condiviso tra i due.

La lettera non perseguitava più i sogni di Harry, ma scuoteva la sua realtà, il tutto ancora prima che si facesse la doccia.

I precedenti cinque minuti di veglia non erano andati diversamente. Era stato chiamato di sotto per la colazione tre volte. Dopo essersi lamentato per cinque minuti dicendo che voleva dormire, Harry cercò i suoi occhiali di riserva e si avviò verso le scale. Quasi inciampò per due volte, che non era poi così raro, ma arrivò alla fine senza infortuni e con la sua tipica testa crespa.

I suoi genitori, Catherine e Martin, erano già seduti sul tavolo da pranzo. Il volto famigliare del responsabile finanziario di Martin, Zayn, era di fronte con una pila di fogli di bilancio e una tazza di caffè nero. Zayn sollevò un dito dalla sua tazza per salutare Harry, sorridendo principalmente con le sue guance.

I suoi genitori salutarono con le parole, rispettando la loro routine mattiniera.

"'Giorno." disse Harry, sbadigliando per puntualizzare la sua frase. Si strofinò gli occhi sotto gli occhiali, abbassandoli all'incirca sul naso mentre si trascinava per unirsi al tavolo. La coda dell'occhio di Harry vide la busta blu.

Harry non richiese un saluto dai suoi genitori; il loro segreto stava per essere svelato e non volevano un solo sorriso o uno sguardo prima che Harry non mettesse le mani sulla lettera. Era un rito di passaggio dei vent'anni, i procedimenti giudiziari venivano svolti in base al volere della persona e i genitori non erano autorizzati a discutere per proprio conto. Era una diritto dalla nascita ricevere la propria autonomia.

Si sedette vicino a Zayn, togliendosi gli occhiali per pulire le lenti. Harry dovette prendere l'orlo della camicia in tutte e quattro le dita per raggiungere e pulire completamente il vetro. Erano orribilmente larghi, ma utili per Harry quando cuciva; vedeva meglio rispetto al paio rotondo della sua infanzia.

"Sei già qui per gli affari?" Harry disse piano a Zayn, girandosi e socchiudendo gli occhi per vedere la sua faccia. Le sue labbra si aprirono mentre arricciava il naso, cercando di scorgere qualcosa dall'espressione di Zayn.

"Ovviamente. Mar- La compagnia di tuo padre non smette mai di fare soldi, sfortunatamente."

"Lo dici come se fosse una brutta cosa." disse Martin con una breve risata. "Vogliamo che fiorisca quando arriverà il tuo compleanno, no?"

"Si, signore." Harry annuì. Finì di pulire gli occhiali ma li mise sul tavolo, le braccia conserte. Non voleva aver nessun altro contatto visivo con la busta. Era una gara d'attesa tra Dio e Harry, e onestamente preferiva essere cieco.

His And Mine |LS| (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora