Giovedì mattina, Harry si svegliò a pancia in giù, attorcigliato. Le sue braccia si arrotolarono attorno ai fianchi, le mani che lo afferrarono e gli artigliarono la pelle. Era inzuppato di sudore freddo e, per i suoi primi momenti, tutto girava. I poster e i cerchi da cucito sulle sue pareti sembravano gocciolare sul pavimento, le parole imbrattate dal bagliore cremoso della sua confusione. Harry gemette nel suo cuscino e premette le braccia contro la parte bassa dello stomaco, cercando di alleviare la strana pressione. Non era un dolore come quando ti senti un nodo, come se si fosse svegliato ansioso dopo aver fatto un sogno incoerente.
Acqua. Molta acqua. Pozze blu poco profonde, onde che gli lambiscono le caviglie come un leggero battito di ciglia. Come se l'oceano lo stesse guardando. Come se Harry fosse a casa in un mare straniero.
Harry non era mai stato al mare.
Durò solo un altro minuto, Harry si attaccò nell'odore dei suoi cuscini: detergente ipoallergenico floreale e un residuo del prodotto per capelli che usava Harry. Non doveva essere un odore affascinante o particolarmente attraente; doveva essere reale.
Dato che non si svegliò per merito della sua sveglia, Harry aveva il tempo per fare la doccia prima che qualcuno bussasse alla sua porta. Le sue braccia erano titubanti, ma una volta che Harry si assicurò lentamente che la testa non avrebbe ricominciato a girare, spinse indietro le coperte e si strofinò gli occhi. Fissò il soffitto con una leggera foschia.
Si sentiva ancora un po' disorientato, come se stesse andando alla deriva. Il suo corpo ondeggiò. Chiuse gli occhi e respirò lentamente, come l'espirazione di un'onda oceanica sulla riva. Harry avrebbe ripreso sonno se qualcuno non avesse bussato alla porta.
"Eddie, caro, sei sveglio?" forse non si era svegliato nel momento giusto.
"Sì, mamma!" Harry si alzò dal letto e cercò di fare un sorriso. Non si faceva la doccia da martedì ed era ancora nei suoi vestiti dalla mattina prima. Di certo non sembrava particolarmente presentabile, ma sapeva che non c'era altra scelta. Afferrò gli occhiali e sorrise alla porta.
"Voglio che inizi con le scartoffie per domani." Catherine apparve sulla soglia. I suoi capelli scuri erano raccolti in una crocchia stretta, il grembiule annodato e piegato rigidamente intorno alla vita. Harry aveva letto una fiaba con una madre che sembrava Catherine: calda e coperta di farina dal fare i biscotti per accogliere i suoi figli a casa e tra le sue braccia. Il suo sorriso era sincero e il suo viso tondo confortava Harry.
"Va bene, arriverò tra un minuto, mamma."
"Fai in modo d'essere presentabile prima di incontrarci di sotto. Abbiamo un ospite." Disse lei tesa, guardandolo. "E metti le lenti a contatto, Eddie. Quegli occhiali sono fonte di distrazione."
"Sì, mamma." Si tolse gli occhiali e li mise accanto a lui, sul letto. La dolce madre delle fiabe non era vera ed Harry sembrava essere il brutto figliastro.
"Colazione tra quindici minuti con tuo padre." Disse lei. Chiuse la porta senza dare un'altra occhiata a Harry.
Parzialmente cieco e con una percezione della profondità a malapena gestibile, Harry si diresse verso il bagno dall'altra parte della stanza. Era piccolo, completamente ricoperto da piastrelle in giallo sbiadito, e molto probabilmente era così solo al terzo piano, così Harry non doveva utilizzare il bagno al secondo o al primo piano. Quando si era rotta la doccia, ancora quando le sue sorelle vivevano in casa, condividere il bagno non era tanto una seccatura. L'uso dell'acqua calda divenne una scusa per affermare che la loro madre amava di più le sorelle. O che non lo amava affatto.
Per aiutarlo nella vista, Harry aveva delle custodie di lenti a contatto blu scuro che si aprivano contro il rubinetto color narciso. Le sue dita armeggiarono per svitare il cappuccio, avvicinandolo alla sua faccia per vedere chiaramente il suo lavoro. Harry posò la custodia e si lavò le mani. L'acqua era un flusso lento, non agitato, ma sembrava una corsa contro la sua pelle. Allontanò le mani, spaventato dal fatto che se non fosse stato attento sarebbe stato trascinato via dalla corrente. Anche senza vederlo, Harry riuscì a sentire il dolce flusso dell'acqua nello scarico. Le sue mani, però, sembravano afferrare un'onda.
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His And Mine |LS| (Italian Translation)
FanfictionHarry viene adottato da una famiglia benestante, presto sarà libero dal legame con la sua anima gemella senza discussione al suo ventunesimo compleanno con un raccapricciante rito di passaggio. Negli ultimi otto anni, Harry ha un nome fissato: Louis...