Capitolo 4 - L'Ostello

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Giulia stette in quella posizione per qualche momento. Il suo respiro si era regolarizzato e le spalle si alzavano e abbassavano con molta, fin troppa calma. Pensai che si fosse addormentata.

-Dobbiamo fare qualcosa e anche subito- disse Padre Giuliano, dopo un momento di silenzio. -Adesso andiamo, ho prenotato una stanza d'albergo non poco lontano e domani, dopo una bella dormita, saremo pronti.- disse Padre Antonio, -Pronti per cosa?- chiese Giulia, ora si teneva con una mano il mento e ci guardava curiosa ma anche preoccupata. - Per un esorcismo.-.
Diretto e brutale. Padre Antonio, fece un respiro profondo e lanciò un'occhiataccia a Padre Giuliano, il quale chinò la testa e cercò di spiegare – Un esorcismo è...- provò a dire -So che cosa è un esorcismo- sbottò Giulia quasi infastidita, - Ma è proprio necessario?- chiese sgranando leggermente gli occhi. I due preti si guardarono e annuirono. La ragazza sospirò e poggiò le mani sul tavolo, si spinse leggermente, si alzò facendo indietreggiare la sedia con un suono stridulo. -Va bene, beh, se non vi dispiace ho visto mia madre salire le scale poco fa. Vorrei sapere come sta.- ci disse incamminandosi verso il corridoio che dava sulle scale. Mentre stava per salire il primo gradino si fermò, si voltò e ci chiese se potessimo salire anche noi. Tremava e non solo per il freddo. Aveva paura.

Salimmo le scale e Giulia si diresse decisa verso una porta di legno scura, la socchiuse e sussurrò – Mamma stanno andando via, stai ben... Mamma? Ci sei?...-. Quando Giulia aprì del tutto la porta vedemmo che non c'era nessuno nella stanza. Giulia allora tornò sui suoi passi e aprì piano la porta della stanza di Tamara. Beatrice era lì, sul letto e al suo fianco c'era Tamara che dormiva. La madre era accanto a lei e le accarezzava teneramente i capelli. Ai piedi del letto c'era un piccolo cestino con dei fazzoletti impregnati di sangue e dei pezzi di vetro in una ciotolina di legno. Alcuni stracci bagnati erano per terra e alcuni macchiati di sangue erano sotto la finestra. A ripensare a quello che era successo mi venne un brivido, scacciai quel ricordo terribile dalla mente. -Mamma, come stai?-, Beatrice si sedette sul letto e si passò la mano sui capelli corti, chiuse gli occhi e sussurrò impercettibilmente -Bene, credo...-.

Poco dopo io e Padre Giuliano, in macchina, aspettavamo Padre Antonio che si era fermato a parlare con Beatrice sotto al piccolo porticato. Vidi la signora annuire e poi rientrare velocemente in casa. Padre Antonio ci raggiunse in macchina e si mise al posto del guidatore.

Viaggiammo per mezz'ora sotto a una leggera pioggerellina. Guardavo fuori dal finestrino e mi persi nei ricordi. Con la mente viaggiai fino a qualche mese fa, quando ancora facevo il seminario. Mi ricordai dei miei amici, delle partite di pallavolo nel cortile della struttura. Degli studi e delle preghiere che ogni giorno in chiesa facevamo insieme.
Pensai ai miei genitori. Mi mancava la mia famiglia. Da quando entrai in seminario non avevo più notizie di loro. Ci scrivevamo lunghe lettere agli inizi. Lunghe e commoventi lettere. Ricordo che mio padre non accettò mai del tutto la mia scelta, ma di fronte alla mia sicurezza e alle discussioni con mia madre, cercò di supportarmi come poteva. Ricordai il suo tentativo goffo di consolarmi quando stavo per lasciare la mia piccola casa mentre eravamo nel suo furgoncino sporco di fango e polvere. Mentre guardavo fuori dal finestrino mi accorsi di un'insegna a Led che si illuminava a tratti. Eravamo arrivati.

Era una sorta di ostello molto alto, si contavano almeno sette piani. Qualche crepa si faceva spazio sulle mura, segno che era in piedi da tanto tempo. -Buonasera!- squittì la signora alla reception. Era chinata su delle scartoffie e nella penombra della stanza, la luce del monitor davanti a lei rifletteva sugli occhiali poggiati sulla punta del naso. -Salve, abbiamo prenotato a nome...- disse Padre Antonio. -Allora... ecco, si. Stanza 306. L'ascensore è rotto. Per cui dovrete prendere le scale. La vostra camera si trova al terzo piano- disse la signora, ancora con lo sguardo basso. - Firmi qui, e poi vi lascio andare-. Dopo poco salivamo le scale nel silenzio più totale. Ogni tanto davanti a me si sentivano degli sbuffi e dei sospiri da parte di Padre Giuliano, il più anziano del gruppo. Arrivati davanti alla stanza 306 Padre Antonio infilò la chiave nella toppa e con un colpo secco aprì la porta.

Padre Giuliano appoggiò la valigetta marrone che avevamo portato dal seminario, su un tavolino sotto a una finestra. La stanza era abbastanza grande da ospitare tre letti separati da piccoli comodini di legno scuro. Le pareti della stanza erano di un tenue color crema mentre le tende marroni erano di un materiale spesso e fungevano da "tapparella". Tempo dopo, sotto alle coperte, pensavo alla giornata appena trascorsa. Ripercorrevo nella mia mente quegli avvenimenti, convinto che non sarebbero stati i soli tra quelle mura di casa Mills, e che il giorno dopo mi sarei dovuto aspettare di tutto.

Ancora non ci credevo che avrei partecipato ad un esorcismo. Sapevo bene che per le prime volte avrei dovuto solo guardare e imparare. Studiare sui libri, impararmi a memoria le preghiere e i versetti della Bibbia era una cosa. Ma fare un esorcismo con le proprie forze, era tutt'altra cosa. I demoni si attaccano alla paura. Questa era una delle cose fondamentali da tenere a mente. Non devi, anzi, non puoi avere paura se dalla tua parte hai Dio. Ero pronto. Aspettavo da sempre quest'occasione. Non tutti entrano in seminario per diventare esorcisti, e in questi ultimi tempi, ce ne erano sempre meno. La gente quando sente parlare di esorcismo, alza gli occhi al cielo e sbuffando si limita a dire stupidate, sono solo sciocchezze inventate dalla chiesa per soldi.

Molti anni fa un prete esorcista di nome Marcus, scomunicato dalla Chiesa per un esorcismo non permesso dal Cardinale F., praticò lo stesso, nonostante il divieto, l'esorcismo su una donna schizofrenica e con altri problemi mentali. Padre Marcus era convinto che si trattasse della mano del Demonio. Per questo, nonostante la donna fosse in fin di vita, Padre Marcus continuò fino alla fine. Fino a che la donna morì. Il prete fu denunciato e accusato per omicidio. Da quel momento la gente vedeva male l'esorcismo e i preti che lo praticavano.

Ma io mi fidavo di Padre Giuliano e Padre Antonio. Mi hanno sempre insegnato loro le preghiere e la storia di ogni demone. Ho sempre studiato sui loro libri. Ricordo la Bibbia di Padre Antonio che aveva la copertina rossa sbiadita dal tempo e l'odore delle pagine sacre ingiallite dagli anni.

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