Maledetta notifica

852 27 9
                                    

Quella sera d'inizio inverno sembrava tranquilla, per Martino.
Dall'altro lato della finestra riusciva a vedere le gocce di pioggia che scendevano fitte dal cielo, mentre le sue mani si scaldavano tenendo una tazza di cioccolata calda, che stava sorseggiando pigramente seduto sulla poltrona, attaccato al termosifone. E le fissava, mentre cadevano una ad una, con lo sguardo perso tra le luci dei lampioni sulla strada. Le guardava, e pensava a Niccolò. A dove fosse, a cosa stesse facendo. Se si stesse divertendo.
Ogni tanto controllava il cellulare, aspettando una risposta dal suo ragazzo, che però non arrivava. Gli aveva scritto, mezz'ora prima, per sapere se stesse andando bene la festa. Ma ancora nessuna risposta.
La televisione in salotto era accesa, ma Martino non aveva nessuna intenzione di guardarla. La aveva accesa Niccolò, poche ore prima, e si era messo a guardare un programma noiosissimo sulla cucina.
Da quando si era imposto di voler imparare a cucinare, per il suo fidanzato, passava interi pomeriggi a guardare tutorial su youtube e programmi in televisione, ottenendo alla fine scarsi risultati.
E così, per distrarsi, si alzò dalla poltrona, spense la tv, e decise di buttarsi sotto il getto caldo della doccia.
Stette poco più di mezz'ora sotto quel getto caldo, con la testa completamente immersa tra i pensieri di Niccolò.
Poi si asciugò i capelli, strofinandoli con un asciugamano, e si rivestì, con la solita tuta invernale che teneva quando stava in casa. Gliela aveva regalata sua madre, per Natale, e la comodità che emanava quel tessuto lo spinsero a non accantonarla in un angolo del suo armadio.
Si mise sul divano, accendendosi Netflix, e finendo un sacchetto di popcorn che aveva aperto pochi giorni prima.
I suoi occhi, piano piano, cominciavano a chiudersi, stanchi dal lavoro e dalle mille cose che lo avevano tenuto impegnato tutto il giorno. Ma Martino, anche se stanco, stava impedendo che tutto ciò accadesse. Voleva rimanere sveglio, per aspettare il suo Niccolò. Voleva sentire le chiavi girare nella serratura, la sua voce che lo salutava dolcemente, le labbra che si saldavano sopra le sue. Solo in quel caso, completamente abbandonato tra le braccia di Niccolò, si sarebbe lasciato andare in un sonno lungo e profondo.
Ma quel pisolino sul divano non tardò ad essere interrotto.
Sentì il suo cellulare vibrare sopra al tavolino. Sperava fosse Niccolò, che lo avvertiva che stesse bene, oppure che stesse rientrando a casa.
Invece lesse sul display un nome che non avrebbe mai più voluto leggere.
"Maddalena". E ora questa che voleva?
Pensava che le chiamate da parte sua fossero finite. Ma quella sera, dopo anni, quella chiamata spense il silenzio. Martino, con le mani tremolanti e il respiro mozzato, trascinò il dito sul display per rispondere.
"martino... ?" la sua voce, dall'altro lato, era sovrastata da urla confuse, musica in lontananza e il suono di un'ambulanza.
"si?"
"Niccolò ha avuto una crisi. Sono con lui adesso. Lo porto a casa dai suoi genitori."
Il suono di quelle parole si fece sempre più ovattato, quasi da non sentire più una parola che la ragazza dall'altro lato stesse emanando. Il panico salì lungo tutto il corpo di Martino. Gli occhi cominciarono a far uscire involontariamente le lacrime. La sua testa cominciò a riempirsi di domande.
Che ci faceva Maddalena con lui? Perché lei era di nuovo accanto a lui, come in passato, mentre stava male? Perché aveva deciso di chiamare lei e non lui? Ma soprattutto, perché lo portava dai suoi genitori e non a casa loro?
Negli ultimi anni era stato Martino a prendersi cura di lui, a preoccuparsene e a stargli accanto. Lei non esisteva più. O almeno, non avrebbe dovuto.
Nel frattempo, mentre la sua testa frullava ogni tipo di pensiero, il suo telefono vibrò ancora. Stavolta era un messaggio, da parte di Giovanni, probabilmente anche lui presente alla festa.
" Ho visto Maddalena e Niccolò baciarsi. Ho sentito la telefonata e mi sono sentito in dovere di informarti. Vengo da te?" ma lui, a quella domanda, non rispose.
Il mondo gli crollò addosso in quel preciso istante. La testa aveva smesso di porsi domande in continuazione, le sue guance erano bagnate di lacrime.
Si sentiva di nuovo tradito, come in passato.
Per l'ennesima volta, Maddalena si era messa in mezzo alla loro relazione.
Martino lanciò il cellulare a terra, e con l'anima colma di rabbia e d'odio, mise le prime cose dentro ad un vecchio zaino, e lasciò quell'appartamento.

Noi siamo cristallo [rames] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora