Quando si chiude alle spalle la porta della Sala Comune, si accorge di avere quasi il fiatone. Ci sono diverse persone dentro, essendo tardo pomeriggio, e diversi sguardi sono puntati su di lui. Hermione prova ad avvicinarglisi. "Draco," inizia, "E' successo qualcosa?"
Draco scuote la testa, lo sguardo puntato suoi piedi per non intercettare lo sguardo di nessuno, e cammina velocemente nel dormitorio sperando che non ci sia nessuno. E' fortunato: è effettivamente vuoto. Si leva le scarpe malamente, lasciandole in mezzo alla stanza, e si butta sul suo letto senza nemmeno cambiarsi i vestiti. Si addormenta velocemente con il volto affondato nel cuscino, le dita strette delle lenzuola.
Non sogna. La sua mente è troppo stremata per non sprofondare in un sonno senza sogni, per la prima volta in mesi.
Quando si sveglia è mattina ed è solo. E' sicuro di essersi addormentato sul letto, ma ora si ritrova sotto ad una coperta che è sicuro di non aver steso lui stesso. Sul comodino accanto al letto ci sono due libri. Draco li prende e se li rigira fra le mani. Sono i due volumi che ha guardato nello studio della dottoressa Reeves. I libri, però, non sono la cosa che nota per prima, quanto più una sorta di firma lasciata con loro: c'è un piattino, sopra ai volumi, con sopra un panino farcito uguale a quelli che ha adocchiato il giorno prima. 'Non hai cenato' legge il bigliettino accanto.
Prende il piattino e il suo stomaco brontola. Perché? Perché Potter sta facendo questo?
Si porta il panino alla bocca e ne stacca un boccone esitante. Ne prende un altro, poi un altro. Ha fame.
Draco Malfoy ha fame.
•••
Draco chiude il libro -uno di quelli della Reeves- e lo deposita accanto a sé. La storia è sorprendentemente interessante, tanto che a malapena si è reso conto che la Sala Comune si è pian piano svuotata, e che nel fuoco è ormai rimasto solo un ceppo sbriciolato in tizzoni su cui deboli fiamme languono senza vigore. Fuori dalla finestra vi è il buio caldo delle prime ore della giornata, quando la luce dell'alba inizia a premere sulla coltre notturna e pare di vedere un baluginio del suo calore.
Per oggi basta così, si dice: deve dormire almeno qualche ora, e sicuramente sono tutti profondamente addormentati ormai. Il punto è che, se sono tutti immersi in un sonno profondo, nessuno dovrebbe accorgersi se nel mezzo della notte Draco comincia a piangere, o a dimenarsi, o ad annaspare in cerca di qualcosa. Di solito la mattina è lui stesso scivolato in una fase più leggera del sonno, e non rischia che non svegliandosi per primo qualcuno noti qualcosa. Quel primo giorno ad Hogwarts è stato una sfortunata eccezione.
Al maniero, negli ultimi tempi, ogni tanto sua madre riusciva a uscire discretamente dalla sua stanza, senza farsi notare da Lucius, e passava a controllare come Draco stesse affrontando la notte. All'inizio erano perlopiù notti insonni, in cui sua madre lo trovava a sedere nel letto, gli occhi vuoti fissi al soffitto per ore, ore, ore. Lei tornava poco dopo con una tazza di tisana, gliela lasciava sul comodino e si sedeva accanto a lui, lo avvolgeva in un mezzo abbraccio e gli accarezzava i capelli finché lui non si riscuoteva minimamente dal suo stato di torpore e non si portava meccanicamente la tazza alle labbra, e dopo continuava finché non si era addormentato.
Qualche tempo dopo, trovando rifugio nei libri babbani e leggendo in quel mondo illusorio creato dalle pagine stampate fino a sfiaccarsi mentalmente più che fisicamente, Draco era riuscito ad addormentarsi da solo, e a dormire una manciata di ore quasi tutte le notti. Narcissa passava comunque, quando poteva, e ogni volta che il figlio si dimenava nelle lenzuola o piangeva in mezzo agli incubi, lei gli si sedeva accanto e lo rassicurava nel sonno finché non si calmava.
STAI LEGGENDO
Le Parole Che Non Dici // Drarry //
FanfictionLa guerra è finita, tutto dovrebbe essere tornato alla normalità. Ma per Draco, tornare a come le cose erano prima non è una possibilità. Non riesce a parlare, e quando gli viene consigliato di allontanarsi dai luoghi che riportano a galla l'origine...