Il Signore Oscuro parla con la voce dei serpenti, sibili che si insinuano sotto la pelle e si conficcano nella carne. "Non vorresti che morissero, non è vero, Draco?"
Draco scuote la testa impercettibilmente. "Parla!" sibila l'uomo.
"No," dice.
"Eppure la scelta è tua, lo capisci? Una vita per una vita. Lo capisci?"
"Sì."
Il Signore Oscuro sembra soddisfatto, l'eccitazione della caccia rilucente nel suo viso grigio. "Li ucciderai."
Draco stringe le palpebre e un'unica lacrima ne fugge. La sente calare lungo il suo zigomo, lenta e calda, finché un dito viscido e freddo lo sfiora e raccoglie la piccola gocciolina sul suo polpastrello. Voldemort ride, e la sua risata sembra un guaito delirante.
"Li ucciderai," ripete. "Dillo."
"Sì." La sua voce è flebile, appena uno spiraglio nella tormenta che lo assorda.
"Sì cosa?!"
"Li ucciderò. Li ucciderò. Li ucciderò."
Il Signore Oscuro ride. Ride. Ride.
•••
E' passato un mese da che la scuola è riniziata, e tutte le giornate sono trascorse nella stessa monotona routine. Gli altri ragazzi del suo anno sembrano aver rinunciato al lanciargli occhiate confuse, o sospette, ed hanno semplicemente adottato la strategia di ignorarlo completamente. A lui va bene, ne è anzi grato.
Sta facendo colazione -ovvero sta testimoniando la colazione degli altri, perché ormai è divenuta un'abitudine quella di saltare completamente il pasto- quando qualcuno accanto a lui tossisce appena e Draco rivolge lo sguardo a quel qualcuno, distogliendo l'attenzione dal resto della Sala Grande che stava invece osservando distrattamente. La professoressa McGranitt è in piedi accanto a lui, e quando si accorge di avere la sua attenzione lo studia brevemente da dietro gli occhiali. "Signor Malfoy, la pregherei di seguirmi."
Draco inarca appena un sopracciglio. Non gli sembra di aver fatto niente di sbagliato, e sarebbe piacevole ricevere spiegazioni. La professoressa si limita a dirgli: "Non è una domanda," e si avvia verso l'ingresso con la sua camminata austera.
Draco si alza sentendo gli sguardi di tutti su di sé, compresa la gente non seduta al suo tavolo. La professoressa McGranitt genera abbastanza reverenza e timore negli studenti da riconoscere che essere convocati nel suo ufficio sia abbastanza compatibile.
"Si accomodi, prego," lo invita mentre si siede dietro alla scrivania. Draco esegue e osserva la donna mentre recupera dal ripiano una pergamena ed una penna, che gli posiziona poi davanti con poche cerimonie.
Draco la fissa spudoratamente, le mani posate sulle sue cosce sotto alla scrivania e senza la minima intenzione di impugnare la penna. Si aspetta forse che le scriva un tema?
La McGranitt si lascia fuggire un sospiro contenuto e prima di parlare si sistema meglio sulla sua sedia, la schiena dritta e le braccia incrociate sul ripiano.
"Ho l'impressione che lei quanto me non abbia voglia di perdere tempo in inutili convenevoli e cerimonie, dunque andrò al sodo, signor Malfoy. Ebbene, come preside di questa scuola è mio compito, concorderà, assicurarmi che i miei studenti stiano bene e-" si interrompe quando intercetta l'evidente espressione scettica di Draco e si schiarisce la gola. "Sono al corrente della sua situazione peculiare, ovviamente. Voglio tuttavia assicurarmi che stia al meglio, e francamente non mi pare avere una bella cera. Il personale ha notato che non mangia molto, signor Malfoy, e che le sue occhiaie suggeriscono diverse notti insonni."
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Le Parole Che Non Dici // Drarry //
FanficLa guerra è finita, tutto dovrebbe essere tornato alla normalità. Ma per Draco, tornare a come le cose erano prima non è una possibilità. Non riesce a parlare, e quando gli viene consigliato di allontanarsi dai luoghi che riportano a galla l'origine...