SEI

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Tre giorni dopo, Draco si sveglia al suono della voce di Potter. Ha le mani strette alla sua maglietta e sta respirando affannosamente, i capelli fastidiosamente appiccicati alla fronte sudata. Dovrebbe lasciare la presa, adesso, ma le dita sembrano non volergli ubbidire, perché sa che altrimenti poco dopo, detta qualche frase amichevole, il ragazzo tornerebbe al suo letto, e una parte di lui non lo vuole.

Lascia la nuca ricadere sul cuscino, chiude gli occhi e prende qualche boccata d'aria per calmare il respiro. Potter non dice niente, non fa cenno di voler spostare le mani salde sul tessuto della sua maglia. Invece, sposta le lenzuola e scivola sul materasso, accanto a Draco, viso contro viso a una sola decina di centimetri di distanza.

Draco non ha modo di dire niente, ma se anche potesse parlare resterebbe in silenzio. C'è una frazione di sé che vorrebbe scaraventarlo di sotto dal materasso, che vorrebbe mantenere alti i suoi scudi e non permettere a nessuno di invadere la sua bolla di intimità. Una frazione di lui, però, anela un contatto ed una vicinanza che non sente da mesi, e vuole lasciarsi cullare nel ritmo di un altro respiro e nel calore di un altro corpo fino a raggiungere un sonno finalmente sereno.

Quindi non solo non dice niente, ma non fa nemmeno nulla per opporsi, né tantomeno per assecondare. Lascia semplicemente che le cose seguano il corso che hanno preso. Lascia che Potter si avvicini e passi un braccio oltre il suo bacino, la mano sinistra posata sulla sua schiena che si muove creando un disegno di cerchi concentrici. Lascia che le sue dita si rilassino e invece che stringere il tessuto siano appoggiate contro il petto fermo dell'altro, e sentano il suo costante alzarsi e abbassarsi. Lascia che la sua fronte si posi contro la spalla destra di Potter e, soprattutto, lascia che il sonno lo riporti con sé nei meandri di un mondo scuro e sereno, neanche l'ombra delle immagini pregne di dolore che lo hanno perseguitato precedentemente.

La mattina Draco si sveglia prima che sia davvero l'ora di alzarsi, qualche minuto prima che i suoi compagni di stanza iniziano a sollevarsi dai loro letti e a muoversi per la camera preparandosi per la mattina.

Potter è ancora nel suo letto, nella stessa identica posizione in cui si sono addormentati ore prima, il leggero russare che segnala un sonno finalmente profondo. Draco lo scuote appena per incitarlo a svegliarsi, in modo che possa tornare al suo posto prima che gli altri si sveglino. Il corvino apre a malapena un occhio prima di chiuderlo di nuovo e nascondere il volto nel cuscino con un mugugno.

Draco lo scuote di nuovo con più urgenza, finché l'altro non solleva appena il capo e non dà considerazione a cosa Draco stia indicando con un cenno della testa. Ma Potter non concede più di qualche secondo all'orologio prima di lasciarsi di nuovo sprofondare nel letto. "Non mi importa," biascica con voce roca. "Abbiamo ancora una mezz'oretta prima di rischiare di essere irrecuperabilmente in ritardo, dormi."

E sul serio, la velocità con cui torna a ronfare è sorprendente, specialmente per qualcuno che solo qualche giorno prima ha ammesso di non riuscire ad addormentarsi bene. Draco rivolge un'ultima occhiata ai corpi addormentati accanto a sé, poi pensa che se non gliene importa a Potter, perché dovrebbe importargliene a lui? Poggia di nuovo il capo nel suo cantuccino sulla spalla destra di Potter e si concede di tornare in uno stato di dormiveglia.

•••

A colazione Potter si comporta come se non fosse successo nulla di speciale, ma anzi riempie il suo piatto con il doppio di tutto -doppie uova, doppio bacon, doppio pane abbrustolito- per poi sporgersi oltre il tavolo e farne scivolare metà su quello vuoto di Draco.

Chi si comporta in modo strano, invece, sono gli altri. Dopo che negli ultimi giorni tutto il tavolo è scorso di qualche posto per essere tutti seduti vicini, nessuna sedia vuota nel mezzo, Draco si è rassegnato ed ha cominciato a sedersi direttamente accanto agli altri.

Le Parole Che Non Dici // Drarry //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora