Ci vollero solo pochi giorni affinché fosse naturale per Mista e Giorno andare a scuola insieme. Il biondo avrebbe aspettato vicino al luogo in cui si erano incontrati per la prima volta, si sarebbero scambiati sorrisi e veloci saluti, poi avrebbero camminato insieme così vicini che le loro mani si sarebbero sfiorate per caso. Ci volle tutta la forza di volontà di Mista per impedirsi di prendere la mano snella dell'altro e tenerla già stretta. Di certo non voleva spaventare il ragazzo più giovane, si conoscevano ancora da poco. Sapeva che non era semplice amare qualcuno per colpa di un "colpo di fulmine", ma non poteva cambiare il modo in cui si sentiva, soprattutto dopo che si erano parlati così tanto e si era reso conto che c'era molto altro da amare in lui. Amava il senso dell'umorismo di Giorno, poteva scherzare tranquillamente con lui senza doversi preoccupare che le sue battute potessero essere fraintese. Amava il senso di maturità e serenità che indugiava nell'aria intorno a Giorno, creando un'aura che faceva sentire Mista come se il ragazzo fosse molto più grande di lui. Amava il modo in cui parlava appassionatamente di fiori o di animali, o persino di libri, perché quando parlava di qualcosa che amava tutto sembrava essere così emozionante e intenso. Amava particolarmente il fatto che Giorno non avesse riso di lui quando aveva spiegato la sua paura per il numero quattro. Invece il ragazzo aveva sorriso e aveva detto «Non preoccuparti, ti proteggerò io.»
Erano trascorsi circa dodici giorni nella loro amicizia quando Giorno lo invitò a casa sua. Avevano appena raggiunto la strada dove di solito si separavano, Mista aveva salutato con un cenno del capo e stava iniziando ad incamminarsi solo per essere fermato da una mano che gli afferrava il braccio, costringendolo a voltarsi. Mista, senza un attimo di esitazione, aveva accattato l'invito. Fu solo poco dopo che ricordò il motivo per cui non aveva osato chiedere di essere invitato prima. La sua mente tornò agli occhi rossi che l'avevano guardato male durante la sua prima e unica visita, e non poteva davvero credere di aver dimenticato che un mostro viveva nella casa di Giorno.
Una parte di lui era tentata di cambiare idea sull'accettazione dell'invito, ma poi immaginò di sparare a quella parte più debole con una pistola perché si era assolutamente rifiutato di lasciare che qualcosa di così stupido intralciasse la sua amicizia. Aveva accettato quella sfida con tutto il cuore, sapeva in cosa si stava cacciando e non importava come ne sarebbe uscito. Quindi si diede una calmata, fece un respiro profondo ed entrò dalla porta principale che Giorno teneva aperta per lui. Sentì il sangue congelarsi quando sentì dei movimenti in cucina, sperava davvero che il mostro fosse a lavoro o qualcosa del genere. Giorno aveva già brevemente menzionato di non avere una mamma (il che aveva perfettamente plausibile dato che nessun tipo di donna avrebbe potuto sopportare di essere sposata con un uomo a cui bastava uno sguardo per tagliare gli affettati) e aveva anche detto che era figlio unico, quindi non c'era nessun altro da cui potesse provenire il movimento. Mista sperava di poter semplicemente sgattaiolare via nella stanza di Giorno senza che il mostro fosse avvisato della loro presenza quando sentì il primo parlare da dietro di lui.
«Papà, sono a casa.»
Mista lo zittì e Giorno emise un sospiro umoristico.
«Che c'è?» chiese. «Non posso salutare mio padre?»
Non so perché vorresti.
Fortunatamente per Mista non ci fu risposta e così loro due riuscirono a raggiungere la stanza di Giorno senza che il moro fosse fulminato a morte. La stanza era piuttosto accogliente e Mista quasi subito si lasciò cadere sul letto, risparmiando un secondo per sistemare il suo berretto arancione per evitare che si spostasse durante l'impatto. Rimase un po' deluso quando Giorno, invece, si sedette alla sua scrivania. Lo guardò aprire il suo zaino e tirare fuori alcuni libri e quaderni, ordinandoli sulla scrivania. Mista rimase in silenzio mentre continuava ad osservarlo, non volendo infastidirlo o distrarlo, ma poi la sua bocca si aprì da sola e sentì la sua voce uscire.
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Mista vs April || 𝒂 𝑱𝒐𝑱𝒐 𝒇𝒂𝒏𝒇𝒊𝒄
Fanfiction| La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo e spesso prende la mira anche al buio | AU. Come sopravviverà Mista ad aprile, il terribile quarto mese? Ancora più importante, cosa accadrà quando incontrerà un bellissimo ragazzo nel giorno più te...