|freddie, pinguini tattici nucleari|
Lo stai facendo sul serio.
Questo flixbus che collega Milano a Roma è lento, scomodo e anche un po' sporco, ma a te sembra di volare.
Perché questo non è odore di chiuso, no. È l'odore che ti porterà alla libertà.
Non lo hai detto ai tuoi perché vuoi tornare a Roma dopo così tanto tempo. Inizierebbero a dare di matto, loro non capiscono quello che provi.
Non lo capiscono che senza di lui non ci sai stare.
E ora, finalmente, dopo quasi due anni di separazione, dopo anni difficili in cui sei stato ad un passo dal mollare tutto, sta succedendo.
E allora chissenefrega se non hai potuto dire ai tuoi la verità.
A chi importa di tuo padre, che si atteggia da grande uomo di affari ma è solo un altro bigotto? A chi importa se fa tanto il progressista ma poi non riesce a guardare oltre il proprio naso?
A chi importa di tua madre in questo momento? A chi importa se sono tre anni che passa le notti a piangere di nascosto perché pensa che non potrà mai avere dei nipotini suoi? A chi importano i suoi discorsi sul "volerti bene" e sul volere solo il meglio per te, anche se si rifiuta di capire che per te il meglio è solo lui?
Sicuramente, ora, a te non importa.
Il flixbus corre per le campagne dell'Emilia e il tempo sembra non passare mai.
Non vedi l'ora di rivederlo, vuoi stringerlo forte tra le tue braccia e baciarlo fino a fargli perdere il fiato.
Vuoi diventare piccolo piccolo e lasciarti inghiottire da un suo bacio, per restare con lui per sempre, in ogni momento.
Fuori è buio. Stai viaggiando di notte per poter essere a Roma di prima mattina, e poter restare con lui il più possibile.
Ma quanto manca? Guardi l'orologio e inevitabilmente il tuo sguardo ricade sulle cicatrici sui tuoi polsi.
È passato, ti ripeti ancora una volta. Il dolore di perderlo per sempre non esiste più, ora.
Ora lo sai, che tu e lui siete più forti della distanza. Che niente potrà mai separarvi, perché vi appartenete.
Ora lo sai.
Eppure quelle cicatrici sono sempre lì, a ricordarti che il dolore non si può superare da soli. A ricordarti che hai sempre più bisogno di lui, ogni secondo che passa.
Lui, che anche a cinquecento chilometri di distanza c'è sempre stato per te, anche a mezzanotte, anche quando i pensieri più neri ti riempivano la testa e ti sentivi esplodere.
Lui c'è sempre stato, nel passato luminoso e sereno, in quello scuro e turbolento che non vuoi rivedere più, nel presente che vince la distanza tra voi, e ci sarà nel futuro.
Perché tu sei sicuro che avrete un futuro, e anche se lui ti dice sempre che non serve pensarci sai che anche lui si vede un giorno accanto a te, con un anello al dito e forse un bambino in braccio.
Lo sai che sarà così, perché il filo rosso che vi lega non lo potreste distruggere nemmeno se voleste.
E voi non volete affatto.
È questo ciò che i tuoi non capiscono e forse non capiranno mai: tu non riuscirai mai ad amare nessun altro come ami lui.
E gliel'hai già urlato tante volte, ma loro sono sordi, non capiscono o fanno finta di non capire.
E lo sai che tutte quelle raccomandazioni, tutti i "non parlarne" non sono detti a caso. Sai benissimo che l'onore per loro è più importante della tua felicità.
Ma un giorno, tu, lo urlerai al mondo.
Sì, lo farai presto.O forse è meglio iniziare dai parenti, giusto per non far prendere un colpo alla nonna... Sì, forse è meglio così.
Forse a Natale sarà il giorno giusto. Puoi già sentirli i tuoi che ti urlano contro, ma in fondo a chi importa?
A te sicuramente no.
È lui l'unica cosa importante, e che lo ami lo vuoi urlare al mondo.
Vuoi che tutti sappiano che non è un capriccio, non è una pazzia dettata dal tuo disturbo.
Vuoi che lo capiscano tutti, che anche tu sai amare. E anche tanto.
E il flixbus continua a correre, lento e traballante, nel buio della notte.
E non importa se non riesci a dormire, non importa se domani avrai mal di testa e mal di schiena.
L'unica cosa importante è tornare da lui.
Roma è bloccata dal traffico.
Non ti sembra vero. Le stelle devono avercela per forza con te oggi.
Quando arrivi a destinazione sono le dieci e mezza. Dovevi essere qui un'ora fa, pensi. Dannata ora di punta.
Ma poi lo vedi.
I capelli rossi un po' scompigliati, la camicia blu chiaro e un sorriso meraviglioso sulle labbra.
È cresciuto un po', è cambiato. Forse sei cambiato un po' anche tu, non lo sai.
Ma voi due... Voi due siete rimasti gli stessi.
Sorride, ti corre incontro. E tu per poco non gli salti addosso.
E poi lo baci. E le sue labbra sulle tue sono la poesia più bella del mondo.
Baciami ancora, pensi. Baciami, mordimi, divorami. In fondo, che differenza c'è tra un bacio e il cannibalismo?
Oh, se con questo bacio tu potessi inghiottirmi! Così resteremmo per sempre insieme, vivrei dentro di te.
Ma forse è abbastanza vivere nel suo cuore, in fondo.
Ti lasci stringere. Gli sei mancato tantissimo, dice. E sai che è vero. Anche lui a te è mancato, più di ogni altra cosa.
Tra le sue braccia ti senti piccolo piccolo, ma ti senti protetto, a casa.
Hai sempre saputo che lui fosse la tua casa in fondo.
E per l'ennesima volta, capisci che è vero. È vero che ti serve solo lui per stare bene.
Lui, che ti ama. Lui, che testardo ha insistito per non mollare, costringendo anche te a farlo.
Lui che, nonostante tutto, ti sta stringendo forte tra le sue braccia come se avesse paura che volassi via.
Non te ne andare più, ti dice. E tu sorridi.
Non potrei mai, gli dici. Io fra le tue braccia ho trovato il mio posto.

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Lo griderò al mondo//Skam italia
FanfictionSemplicemente Martino e Niccolò, Niccolò e Martino. Ma anche Elia e Filippo. E Giovanni ed Eva. Anche Luchino e Silvia, Sana e Malik, e Edo ed Ele. Perché tutti hanno bisogno di gridare qualcosa al mondo. - Una semplice raccolta di one shot sulle co...