Verde&Blu

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Dannazione. Sono appena caduto dal letto, come succede ogni maledettissimo giorno. E ora voi direte: " ma che ti bevi prima di andare a letto per svegliarti ogni mattina con il culo a terra?", assolutamente nulla, ma avere sparati a tutto volume, alle fottute sei del mattino, gli AC DC nel proprio appartamento non è una gioia per il proprio cuore, che prima o poi cederà se continuo così. Ma vai a dirlo a quello stronzo del mio coinquilino, Zayn, capace di tirarti un pugno se solo insulti una delle sue band preferite. Il coinquilino perfetto, vero?

Mi alzo, con il fondoschiena ancora dolorante, e vado in cucina a bere una tazza di thè al limone, con solo un cucchiaino di zucchero. Nel mentre imburro una fetta di pane, vedo Zayn comparire dalla porta con solo un paio di boxer addosso. "Sai, potresti anche metterti una maglia ogni tanto, non mi dispiacerebbe che per una volta, la prima cosa che vedo, non sia il tuo sedere" gli dico sarcastico. Lui scrolla le spalle, prendendo il succo d'arancia e versandolo in un bicchiere, che beve in un solo sorso. "Ehy, ma oggi non doveva venire il tuo amico, la matricola, ehm, Andy?" chiede lui dopo un po'. " CAZZO" urlo io, me ne ero completamente dimenticato " Sì, e comunque è Harry", insomma, come si poteva dimenticare il suo nome. "Ah, non mi cambia molto saperlo, ma okay" inutile dire che l'ho trucidato con lo sguardo.

Cristo, non ho abbastanza tempo per prepararmi psicologicamente a ciò che sta per accadere. Erano passati due anni dall'ultima volta che l'ho visto, certo, non di rado ci ritrovavamo su Skype a fare videochiamate parlando delle prime cazzate che ci venivano in mente, ma averlo davanti, in carne ed ossa, non sarebbe mai stato lo stesso. Dire che sono in ansia è dire poco, forse una doccia calda mi avrebbe aiutato, insomma sono solo le sette e devo essere all'aeroporto per le nove, posso farcela, forse. Prendo i vestiti e mi dirigo in bagno, sperando che almeno l'acqua calda riesca a interrompere il flusso dei miei pensieri. Entro in doccia e cazzo, mi sembra di essermi immerso in un lago ghiacciato, la mattina sembrava sempre di più un totale schifo. Una volta regolata la temperatura, sento pian piano i muscoli rilassarsi, ne avevo bisogno. Sembra che il tempo si sia fermato lì dentro, perché esco solo un'ora dopo, sono in fottuto ritardo. Sistemare i capelli è una vera e propria impresa, e ho dovuto far ricorso a tutta la mia forza di volontà per non radermi a zero. Mi guardo allo specchio mettendo qualche goccia di profumo, passando nervosamente le mani sui miei jeans neri e sistemando le maniche della felpa azzurra che sto indossando. Sono pronto. No, non posso farcela. Cosa avrei dovuto fare una volta arrivato lì? Abbracciarlo? Non ne ho la più pallida idea.

Ma ho paura, paura che quei sentimenti tanto agognati, quei sentimenti sepolti con fatica tornino a manifestarsi più forti di prima. Perché una cosa è certa, quella non era una semplice cotta adolescenziale, presa da un ragazzino ancora incerto sulla sua sessualità. Quello era amore e si sa che esso non svanisce , si affievolisce con il tempo e la distanza, certo, ma non svanisce. E ora ero fottutamente terrorizzato che potesse tornare tutto come prima, lui che mi raccontava delle sue conquiste, delle sue ragazze, e io che continuavo a sorridere nonostante sentissi il mio cuore sbriciolarsi. Harry non era di certo un donnaiolo, che abborda ogni ragazza che gli passa davanti, ovvio che no. Aveva avuto un paio di relazioni serie, ma non si risparmiava a raccontare i dettagli al sottoscritto, sempre più in difficolta a celare il dolore nei suoi occhi.

C'è voluto quasi un anno per capire di essere gay, e che mi ero innamorato proprio del mio migliore amico, il ragazzo con cui ho praticamente condiviso la mia vita, il ragazzo che ha in mano il mio cuore. Fare coming out è stato abbastanza difficile. I miei genitori hanno accettato piuttosto bene la notizia, anche se i rapporti con mio padre si sono abbastanza raffreddati, ma poteva andare decisamente peggio. A scuola la voce si è sparsa abbastanza velocemente, a molti non ha fatto differenza, altri hanno iniziato a chiamarmi "frocio" e altri epiteti che non mi va di ripetere. Mi ricordo quando un tizio stava per darmi un pugno, ma Harry mi si è messo davanti parando il colpo, ma rimediando un labbro spaccato. Mi ricordo di come la rabbia prese possesso del mio corpo, e di come ho iniziato a pestarlo, inutile dire che nessuno riprese a insultarmi. Credo che la cosa più difficile sia stato comunicarlo ad Harry, ma a lui non cambiò assolutamente nulla, mi ripeteva di continuo che l'amore è sempre giusto e che se era una donna o un uomo rendermi felice non faceva differenza, quel giorno fu uno dei più belli e dopo quell'episodio il nostro legame si rafforzò ancora di più.

Più volte avevo pensato di confessargli i miei sentimenti, ma non ho mai trovato il coraggio, non avevo il coraggio di rovinare la nostra amicizia. Anche perché sono più che sicuro che Harry sia etero. Una volta ho pensato sul serio a cosa sarebbe potuto succedere se glielo avessi detto, il rifiuto da parte sua era scontato, ma in che modo mi avrebbe detto no? Di sicuro non avrebbe iniziato a inveirmi contro, lui è la persona con il cuore più puro e dolce che io abbia mai conosciuto. Probabilmente mi avrebbe fatto capire che lui non provava lo stesso, che non mi amava, che non mi ama.

Ma se solo avessi la possibilità di dimostrargli che nessuno lo ama come lo amo io. Che la sua felicità viene messa sempre prima della mia, sempre. Che io attraverserei l'inferno per lui, nuoterei nelle fiamme, camminerei scalzo per il resto della vita su dei fottuti mattoncini LEGO (e sappiamo tutti che fanno più male di mille aghi). Darei la mia inutile vita pur di vederlo sorridere, pur di vedere quelle maledette fossette che tanto amo spuntargli sulle guance.

Io che appartengo a lui, e lui che ne è totalmente ignaro.

Io che lo amo con ogni singola fibra del mio corpo.

Io che da lui posso ricevere soltanto amicizia, amicizia e non amore.

Ma ho deciso che va bene così, posso sopportarlo pur di stargli accanto. Sopporterò il dolore e lo tratterò come un vecchio amico, perché altro non è.

Sono questi i pensieri che affollano la mia mente mentre mi dirigo verso la macchina, appena la metto in moto accendo la radio, sperando che un po' di buona musica sovrasti la mia mente. Cosa che però non accade. Mi guardo di sfuggita nello specchietto retrovisore dell'auto, sembrava che avessero appena investito il mio cane. Insomma, dovevo essere felice, Harry, il mio Harry, stava finalmente venendo da me. Non avremo abitato nello stesso appartamento, certo, ma lo avrei finalmente visto ogni giorno, come ai vecchi tempi. E cazzo, non vedevo l'ora di tornare a ridere e scherzare con lui, come se il resto del mondo fosse solo un lontano ricordo, c'eravamo solo io e lui, chiusi nella nostre personale bolla.

Qualche giorno fa mi aveva avvertito del fatto che con lui sarebbe venuto anche uno dei suoi più cari amici, un certo Niall credo, non che mi importasse molto. Oh ma chi voglio prendere in giro, al solo sentirlo nominare sentivo delle fitte di gelosia nello stomaco, chi era? E se Harry mi avesse rimpiazzato con lui? Impossibile. Io e Harry ci conosciamo da praticamente tutta la vita, questo Niall è suo amico da massimo due anni, non potevo contare così poco per lui. O forse sì? La distanza aveva davvero influito così tanto su di lui?

Cazzo che mal di testa.

Senza neanche accorgermene ero arrivato a destinazione, dinanzi a me si innalza un enorme aeroporto. Entro praticamente di corsa, l'ansia causata dal rivederlo mi stava massacrando.

Hazza :3

Ehi LouLou, recupero la valigia e sono da te. xx

Sorrido immediatamente appeno leggo il nomignolo che mi aveva dato, era da tanto che non mi chiamava così, mi era mancato. Sia chiaro, quel soprannome è bello se pronunciato da lui, gli altri non devono pensare di chiamarmi così.

Stava davvero succedendo, diamine mi era mancato così tanto. Mi mancava passare le mani tra i suoi ricci, cosa che odiava, ma a me lasciava farlo.

Mi mancava annegare in quegli smeraldi che aveva al posto degli occhi, più verdi di un prato d'estate,che brillavano di gioia ogni volta che sorrideva.

Il suo nasino perfetto e quelle labbra sottili, dello stesso colore delle ciliegie. Quelle labbra che dovevano essere così morbide, quelle labbra che non avrei mai sfiorato con le mie. Quelle labbra che mi facevano venire le farfalle nello stomaco ogni volta che sorrideva.

Il suo profumo che mi inebriava il cervello, mi mandava completamente in tilt. Odorava di casa, della mia casa. Perché a volte casa è una persona. Casa è dove ti senti amato, dove ti senti bene, dove sai di non essere mai giudicato per essere te stesso. Casa è dove sei felice.

Con la mente tra le nuvole cammino scontrandomi con alcune persone, non molto felici dell'accaduto, che mi rivolgono occhiate furenti e parole poco gentili, ma insomma, se fossero nella mia situazione capirebbero che l'unica cosa mi preoccupo è il mio riccio che è finalmente tornato da me.

Faccio vagare lo sguardo quando un paio di occhi verdi si incastrano nei mei, è lui, è di nuovo con me.

Feelings buried // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora