Capitolo 2.

109 2 1
                                    

Finalmente a casa. Preparo la vasca per un bellissimo bagno caldo e sprofondo dentro. Dimenticando tutto lo stress della giornata e di quell'insopportabile e presuntuoso del mio capo. John Kyles.
Quasi quasi mi addormento qui, abbandonata in quest'acqua calda che emana un profumo delizioso di gelsomino. Mh, fantastico.
Ma per quanto mi allerta l'idea di rimanere qui, lo stomaco brontola e chiede del cibo. Okay, come non detto.
Vado in cucina e inizio a preparare un piatto italiano, facile e buono da morire: spaghetti col pomodoro e basilico.
Una volta preparato e impiattato, mi siedo e inizio a gustarmelo. Ah, potrei vivere solo di questo tutti i giorni. Adoro!!!
Finito di aver lavato le stoviglie, mi rannicchio sul divano cercando qualcosa in TV che mi faccia distrarre un po'.
"Mh, ma come sei dolce sdraiata supina sul letto. Cosa ti farei?! Vediamo un po.. iniziamo a buttare questa sigaretta. Oh,devo spegnerla.. Aspetta piccola Claire. vieni qui! "
NO! Ancora una volta, no. Fatico a mettere a fuoco dove mi trovo. Ah, sì. Sul divano. In televisione c'è qualcuno che parla e si incavola. Spengo la televisione e mi avvio nella mia camera da letto. Fredda e priva di emozioni. Mi rannicchio cercando di darmi calore. Mi sento così sola. Dove sei mamma?
Butto la sveglia a terra che sta suonando irrefrenabile da cinque minuti. Le mie parole sono molto dolci per la sveglia. Tanto dolci che se fosse una persona vivente la butterei in qualche escremento di un animale!!!
Mi alzo e mi butto sotto la doccia. Oggi nessun bagno, mi appisolerei sicuramente!
Scelgo una camicia, un pantalone nero e la giaccia dello stesso colore. Rimango i capelli sciolti, un filo di trucco e via.
Passo per la caffetteria e prendo un cappuccino. Mentre butto il bicchiere, mi scontro con qualcuno. Ah, imbranata!
Alzo gli occhi e vedo che è di nuovo quel ragazzo biondo. Pare che mi perseguita.
<<Lo fai apposta a scontrarti con me?>> mormora abbastanza infastidito.
Mamma, è la seconda volta, è vero.. Però potrebbe essere un po più gentile.
<<Scusami davvero. Non capiterà più>>
Corro via prima che lui possa dire qualche altra cosa. Arrivo al lavoro e trovo il mio capo più sorridente e raggiante che mai. Forse qualche ragazza gli avrà fatto qualche bel lavoretto. Dio, che orrore.
<<Buongiorno, bellissima.>>
<<Salve>> borbotto.
<<Ehy, ehy.. Cos'è quella faccia un po imbronciata?>>
<<Ho avuto un brusco risveglio stamattina>> mormoro ricordando allo scontro avvenuto pocanzi.
<<Tranquilla piccola Claire, domani ti farò avere un bel risveglio>> sorride con un fare malizioso e quasi quasi sono tentata a farlo diventare femmina. E poi domani?! Ah, si! Il viaggio a Seattle!
<<Sarai pure il mio capo, ma guai a te se ti permetti di sfiorarmi. E togliti quel sorriso da strappamutandine, pare che hai una paralisi in faccia!>>
<<oh, come siamo acide. A parte gli scherzi, vieni qui, ho una lista con tutto quello che devi fare oggi. Voglio che per domani sia tutto perfetto e che quando andremo a Seattle, le case editrici che visiteremo dovranno assolutamente rimanere sbalordite di quello che siamo capaci di fare. Prepara due contratti. Vai.>>
Adoro quando si impegna nel suo lavoro. Almeno non fa il casca morto.
La giornata trascorre molto velocemente visto che sono impegnata al massimo con il lavoro. Finisco il tutto e guardo l'orologio. "18:30, accidenti." Non credevo di fare così tardi.
Devo preparare anche le valigie.
<<Mr. Kyles, se per lei va bene, vado a casa. Le brochure sono sulla mia scrivania insieme ai documenti.>>
<<D'accordo. Ti passo a prendere alle 7:00. Puntuale! A domani bellezza>>
Meglio che me ne vada prima che dica qualche battutina a doppio senso.. Come fa di solito.
Continuo a camminare e stavolta qualcuno viene addosso a me.
<<Ahi, ma perché non guardi dove metti i piedi?>> rimango stupita nel trovarmi di nuovo quegli occhi azzurri di fronte a me.
<<Oh, chi si rivede. Stavolta è colpa mia. Perdonami. Pare che io e te dobbiamo incontrarci solo in questo modo.>>
<<Un modo abbastanza brutto direi.>>
<<Piacere, sono Dylan.>>
<<Piacere , Claire>>
<< Bel nome.. Mi pare di averlo sentito già questo nome.>>
<<beh, a New York non esisto solo io con questo nome, eh.>> dissi sarcastica.
<<hai ragione.>> mi rivolge un dolce sorriso.
<< Allora ci rivedremo al prossimo scontro, Dylan?>>
<<Ne varrà la pena se dovrò guardare i tuoi occhi verdi. Ciao.>>
Arrossì fin sopra ai capelli. Dolce, bello e con un sorriso da far paura! Peccato che domani non lo vedrò.
Eppure lo conosco già. Non so dove o quando, ma l'ho visto. Ha quell'aria di chi mi conosce già. Non so.
Cammino fino a casa mia. Salgo nel mio appartamento e inizio a preparare le valigie.
Sfinita, mi accascio sul letto e dormo.
"Ehy Claire, perché corri così veloce? Fermati. Sono io. Ti ricordi di me? Sono .."
Mi sveglio a causa della sveglia, stavolta senza nessuna protesta. Riluttante, mi alzo, mi lavo e mi preparo. Dovrò essere pronta tra una mezz'ora.
Scelgo una gonna grigia, una camicia nera e tacchi a spillo nero. Una giacca grigia e fuori. Eccolo li, che mi aspetta con il suo solito completo nero. Capelli buttati indietro e quell'aria sexy che solo lui ha. Inizia a piacermi l'idea di stare con lui per due giorni. Per quanto sia arrogante, è bellissimo da morire.

La mia ancora, il mio ancora.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora