Capitolo 3.

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<<Buongiorno bellissima, sei veramente stupenda.>> mormora con un sorrisetto. Sembra abbastanza sincero. Chissà se lo dice a tutte.
<<Buongiorno anche a lei.>> mormorò ricambiando il sorriso.
<< Allora, sei pronta? >>
<<Si, ecco la mia borsa.>>
<<Menomale che non sei come le altre donne che si portano tutto l'armadio assieme alla casa.>> mormora in modo sarcastico.
<<Ricorda mr. Kyles, io non sono come le altre. Ho un qualcosa di mio che nessuno ha. Sono diversa da tutte quelle oche che le vengono dietro>> mormoro con un po' di malizia.
Scoppio in una risata notando il suo stupore.
<<Mi sorprendi sempre. Sei .. sei Wow. Non ho parole.>>
<<Meglio che non le abbia, così arriveremo in fretta all'aeroporto e non faremo tardi. E smetta di guardarmi in quel modo. >>
Non l'ho mai visto con quell'aria sgomenta. Ah, che soddisfazione! Dopo vari tentativi di lasciarlo senza parole, oggi sono riuscita. "Batti il cinque Claire" sbotta la mia vocina interiore. "Andrà proprio bene questa giornata."
Arrivati all'aeroporto noto che ci dirigiamo nell'area riservata ai passeggeri della prima classe.
<<Mr. Kyles..>>
<<Chiamami John, per favore. Questa distanza tra noi non mi piace e mi fa sentire anche un po' vecchio. >>
<<O-Okay, John. Volevo dirti che non ho prenotato i biglietti per la prima classe>>
<<Lo so, ma una donna come te merita il miglior trattamento>> mi guarda con il suo sorriso strappamutandine.
<<Ci sta provando con me?!>> mormoro sgomenta. <<perché, sa, io non ci casco.>>
<<Lo so, ed è questo che mi attira a te.>>
Si protende e mi da un casto bacio sulle labbra.
La mia pelle bianca è diventata uguale al colore del peperone: rosso.
<<Mi ha sorpresa. Usa sempre queste parole così romantiche per arrivare ai suoi scopi?>>
<<Userò anche parole dolci, ma quelle parole sono riservate solo a te.>> Mi guarda con una certa profondità che ho paura che mi legga dentro, che inizia a sentire il mio cuore impazzito solo al tocco delle sue labbra sulle mie. Mi rivolge un occhiolino, mi prende per mano e camminiamo fino a quando non saliamo sull'aereo.
Ci offrono di tutto e di più, ma ciò che prendo è un po' d'acqua. Devo rinfrescare la mia bocca secca.
Ci vogliono un paio d'ore per arrivare a Seattle e ne approfitto per sonnecchiare un po'.
"Claire giochiamo al gioco della campana? Comincio io così che ti faccio vedere.
Ecco. Avanti con un solo piede.. Poi con due, ancora con due piedi. un solo piede, ti abbassi e prendi il sassolino. È facile, hai capito dai.. Prova tu.
Scusi signore,perché porta via la mia cuginetta? È la mia amica, lasciala giocare con me." "Sta zitto moccioso. Lei viene con me. Dimenticala. Non tornerà più."
No. No. No. No. No.
<<Svegliati Claire. Per favore. Svegliati. >>
Mi sveglio e trovo tanti occhi che mi guardano. Noto che gli occhi di John sono spalancati dalla paura. Oddio è preoccupato. Cosa è successo? Mi tocco le guance. Sono bagnate. Ho pianto. Lui non può stare ancora nei miei pensieri. NO!!

La mia ancora, il mio ancora.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora