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Varian e Cassandra stavano l'uno di fianco all'altra immersi in un silenzio imbarazzante.

A fissare quel materasso a due piazze al centro della stanza.

La serata era trascorsa tranquilla e senza intoppi fino ad allora e Varian si era concesso un sospiro di sollievo una volta terminata la cena, sicuro che, avendo superato quella, non ci fosse nient'altro di cui preoccuparsi.
Ma poi aveva varcato quella soglia...
E si era sentito svenire.
Cassandra d'altra parte era riuscita a mantenere un minimo di compostezza, anche se si ostinava a tenere gli occhi bassi, improvvisamente molto interessata alle piastrelle del pavimento.
Quello più tranquillo sembrava essere proprio Quirin, il quale sostava di fianco alla porta con le braccia sui fianchi e un grosso sorriso dipinto sul volto.
Sembrava molto soddisfatto per qualcosa.

Dopo che ebbero finito di consumare la cena e che Cassandra si fu offerta di aiutare con le stoviglie, proprio mentre stavano per congedarsi e ritirarsi nelle loro camere al piano di sopra, l'uomo li aveva interecettati e li aveva trascinati tutti e due in quella che era la vecchia camera di suo figlio.
Sfoggiando allegramente il letto matrimoniale che aveva sostituito a quello singolo.

- Allora, che ne pensate? - aveva domandato, visibilmente fiero della sua trovata geniale.

Visto che Varian era troppo sconvolto per parlare ( oppure troppo concentrato a cercare di non strangolare suo padre) fu la giovane donna a prendere la parola, con l'intenzione di stroncare, nel modo più cortese possibile, quella situazione sul nascere.

- Quirin...è stato senz'altro un pensiero molto gentile da parte tua e lo apprezzo, davvero...
Ma non era assolutamente necessario. -

- Sciocchezze, mia cara! - rispose lui, sventolando una mana in aria.

- Lo tenevamo chiuso nella stanza degl'ospiti a prender polvere e, visto che Varian mi aveva avvisato con qualche giorno di anticipo che sareste venuti, ho pensato di farvi una piccola sorpresa! L'ho rimesso completamente a nuovo! -

- I-Il solito divano letto in soggiorno andava più che bene... - mormorò Cassandra, in un ultimo, disperato, tentativo di trovare una via di fuga.

- Oh, assolutamente no! Hai passato la notte qui tante volte e ormai ti considero come una di famiglia. Fai sempre così tanto per me e per mio figlio, lasciami fare qualcosa per te! -

- Non...era necessario... - ripeté, avvertendo la sua fermezza vacillare sempre di più.
La sua voce era divenatata così bassa che non era neanche sicura che Quirin l'avesse sentita.

Varian aveva il volto coperto da una mano e desiderava soltanto essere inghiottito dal pavimento per precipitare nei meandri più pronfondi e dimenticati della Terra.

Quirin fece saettate lo sguardo da lui a Cassandra, ragionando per capire dove fosse il problema.
Alla fine credette di aver individuato il punto.

- Suvvia, rilassatevi! Non c'è bisogno di essere di essere così nervosi - cominciò.

- Vi frequentate già da più di un anno, dopotutto. E poi, se un giorno avrete intenzione di sposarvi... -

A quel punto Varian esplose.

- Papà! -

- Ricevuto. Vi lascio soli. -

Detto questo girò i talloni e si chiuse la porta alle spalle.
Lo sentirono riaprire due secondi dopo.

- Di qualsiasi cosa abbiate bisogno, sono nella stanza accanto. -

Varian inspirò profondamente dalle narici.

- Papà. -

- Ah, e...questa casa è piuttosto antica, le pareti sono di cartongesso e sono molto sottili, quindi...nel caso in cui aveste intenzione di fare qualcosa... -

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