"Ci scusiamo per l'affollamento nel treno, i gentili passeggeri sono pregati di reggersi alle apposite sbarre o indossare le cinture di sicurezza se ne hanno la possibilità"La voce robotica emessa dalle casse, non faceva altro che ripetere quelle parole così spesso, da farmi impazzire.
Ero circondato da schiene e petti vari, stretto tra la calca di gente, immobilizzato. Non potevo muovere le braccia per portarmi le cuffiette alle orecchie o per restare aggrappato a qualcosa di fermo in modo da non farmi trascinare dalla folla.
Ad ogni frenata l'onda di persone mi travolgeva, eravamo così ammassati che non riuscivo nemmeno a cadere.Michael invece, era così tranquillo appoggiato alla sbarra vicino alle porte scorrevoli del treno, un posto ottimo per prendere un po' d'aria ad ogni loro apertura, le cuffie nelle orecchie, e lo sguardo rilassato, perso nella folla.
Come faceva ad essere sempre così tranquillo anche in situazioni del genere? Situazione che ancora rimpiangevo d'aver creato.Poche momenti prima:
"Luke, tesoro, buongiorno"
La signora Clifford in vestaglia e bicodini sembrava ancora più dolce di quanto non lo era già
"Buongiorno"
La mia voce barcollava tra la confusa stanchezza mattutina ed il più totale imbarazzo per non sapere ancora come avrei dovuto appellarla da oggi in poi. Ci pensavo mentre mi sistemavo il nodo alla cravatta ma, l'evidente rossore sulle mie guance le provocava un sorrisino così limpido che mi distreva"Ti andrebbero dei pancake per colazione?"-esitó un attimo guardandosi intorno mentre si portava una mano al mento-"Sempre se Michey te ne ha lasciati un pó"
Non riuscivo a smorzare la risata impellente dovuto a quel nomignolo, dovevo assolutamente cancellare l'immagine della faccia di Michael montata sul corpo del topolino della Disney perché in quel momento una domanda mi sorse spontanea.
"Michael ha già fatto colazione?"
Forse stavo sembrando più sorpreso di quanto sarei dovuto essere ma, fare colazione alle 7 del mattino mi sembrava estremo, dato che io mi ero appena alzato."Oh si tesoro, anche se non è un tipo mattutino, si sveglia sempre prima di me per prepararmela"
Il suo sorriso si tramutò da dolce a paffuto e orgoglioso, una strana luce che le brillava negli occhi.
Il mio stupore, in confusione, stavamo parlando della stessa persona?"Io esco!"
Un urlo dal piano di sotto mi fece sobbalzare tanto era intenso, come faceva ad avere una voce così angelica anche con quelle tonalità così alta? E poi, dove stava andando così di fretta? Troppe domande per essermi appena svegliato.
Dal mio sguardo sottile fisso sul corridoio, da dove proveniva quella voce, forse la donna aveva inteso qualcosa"Aspetta Michael, perché non porti Luke con te?"
Karen stava dirigendosi verso le scale per scendere in cucina, anche se dovevo ancora prendere lo zaino in camera, seguii i suoi passi scendendo con lei.
Mentre stavo scendendo ancora le scale potevo vedere benissimo il sorriso sornione sulla faccia di Michael, ora fermo sull'uscio della porta mentre spostava gli occhi dalla madre a me con aria del tutto infastidita."Perché me lo chiedi?"
Le sue parole accompagnate da un'alzata di spalle così indifferente da rendere la risposta alla domanda di Karen più che ovvia."Si la conosco la tua "regola" su quell argomento" disse facendo roteare gli occhi -"ma ora che Luke abita così distante dalla scuola perché non lo aiuti a capire come orientarsi per raggiungerla?"
Effettivamente a questo non ci avevo ancora pensato, avrei dovuto collegare prima tutti i punti. Certo, loro non assumono autisti, preferiscono guidare da soli le proprie auto, quindi non avrei potuto chiedere un passaggio a nessuno. Ancora non mi era chiaro peró, di quale regola stavano parlando.
E ovviamente non mi sarei mai intromesso nella discussione per saperlo.Ci fu uno scambio di occhiate, eterno tra i due, mi sentivo come fuori da un mondo che capivano solo loro. Infatti quando spezzarono quel silenzio imbarazzante, fui sollevato dal tornare a sentire discorsi che potevo capire anche io.
"Va bene"
Disse il ragazzo facendo scattare lentamente la maniglia.
Il suo sorriso inaspettato cambiò velocemente in un volto serio e stuzzicante, quasi...di sfida?
"Se riesci a starmi affianco Luke, sarà un piacere"Quando si comportava da persona normale, gentile, ne uscivo così confuso dalle sua parole da preferirlo come lo stronzo che era sempre, almeno in quei tangenti riuscivo a decifrare le sue intenzioni.
Karen mi intimò di prendere la borsa in modo da seguirlo all'istante, ma solo quando vidi Michael chiudersi la porta alle spalle capì cosa intendeva per "se riesci a starmi affianco"...
"Informiamo i gentili passeggeri di prepararsi per la prossima fermata"
Il treno stava faticando a rallentare, segno che ci sarebbe stata una frenata violenta. Cercai di aggrapparmi quanto più potevo alle sbarre ma, la folla iniziò a smuoversi per avvicinarsi alle porte, non riuscivo a stringere le sbarre a causa delle mani sudaticce e scivolose.
Le gambe mi facevano male per il troppo tempo passato inpiedi senza potermi sedere, e sicuro anche per la corsa fatta fino alla stazione per stare dietro al quel maledetto angelo. Aveva il passo dannatamente veloce persino per le mie gambe lunghe.
Lo stridio dei freni scosse tutti i passeggeri provocando quasi un effetto domino che mi fece cascare su un signore in giacca e cravatta, totalmente incurante di avermi addosso.
Le porte si aprirono e solo in quel momento realizzai: Non avevo più i piedi sul fondo del treno, la folla mi stava letteralmente trascinando fuori
"M-Michael!"
Speravo mi sentisse nonostante le cuffie e fortunatamente alzò il capo puntando lo sguardo nei miei occhi, e anche se mi provocó un brivido il suo sguardo inquisitore, quasi come una scossa lungo la spina dorsale, continuavo a chiedermi come avesse fatto a sentirmi.Ora ero fermo con un paio di metri di distanza da lui, maggiormente visibile grazie alla dispersione dei corpi che ora stavano liberando la nostra vista. Presi un respiro profondo, approfittando di tutta l'aria che avevo intorno, fino a poco tempo fa occupata da migliaia di corpi ammassati che ora mi stavano lentamente lasciando lo spazio per avere dinuovo il totale controllo sui miei arti. I suoi occhi non si mossero dai miei, nemmeno quando...
"Preghiamo i gentili passeggeri di allontanarsi dalla linea gialla, il treno é in partenza."
Sgranai gli occhi in preda al panico, sarei potuto restare bloccato nella stazione sbagliata.
Corsi verso le porte,il fischio d'aria a pressione che indicavano la loro fulminea chiusura, fu l'unico motivo per cui pronunciai di nuovo il suo nome.
Se avesse messo una mano tra le porte ora sarei sul treno affianco a lui.
Se solo non fosse stato così felice da non avermi più intorno, ora sarei diretto a scuola anche io.
Ma lui non mosse un muscolo, nemmeno i suoi occhi fieri si spostarono dai miei.
Restarono bloccati nel mio sguardo.
Deluso.
Perché ancora una volta, lui era avanti e io, indietro.
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Demonic fate.
FanfictionIl solito ragazzo di bell'aspetto, precario e monotono che durante una vita di lussi e potere, viene stravolto completamente dall'unica cosa che non può tenere sotto controllo: Il cuore. Quando la mente è confusa il cuore già vola in alto verso l'o...