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Stavo camminando per attraversare mentre il mio migliore amico, Wooyoung, mi mandò un messaggio. Arrivai dall'altra parte della strada e gli risposi. Wooyoung sapeva che non potevo uscire per via delle mie visite giornaliere, ma era sempre così carino da chiedermelo sempre.

Entrai dentro al palazzo e mi sedetti nella hole accogliente a cui ero ormai abituato da tempo.

"Buongiorno Joongie~" Mi girai guardando la signora in camice bianco.

"Buongiorno signora Choi, suo figlio come sta? Non l'ho visto a scuola questi giorni".

"San è partito per le Hawaii tre giorni fa. Gli serviva una vacanza, dopo il campionato nazionale di nuoto voleva rilassarsi". Disse la donna impegnata con delle schede ospedaliere .

"Capisco - Guardai il mio orologio da polso e mi alzai, sicuramente mi stava aspettando - Io vado".

"Sisi". Disse guardando le scartoffie che aveva sotto il naso.

Presi l'ascensore e andai al 53esimo piano. Era un'ospedale speciale, come la mia malattia, soffrivo di un disturbo di cui non sapevo nemmeno il nome.

Mi portarono in ospedale quando un giorno ebbi un "attacco di panico".

In ospedale mi fecero tanti controlli e dopo poco vidi il dottore.

Il dottor Park.

Appena entrò nella stanza mi sembrò che il tempo si fosse rallentato e che tutto fosse superficiale rispetto alla persona che avevo davanti. Il dottore camminava verso di me con il suo ciuffo nero pece davanti ad un occhio, che poi si spostò ad un suo movimento del capo. Nella mia testa, lentamente come se non avessi aspettato altro, lo vedevo sfilare verso di me. La sua figura snella e i suoi occhi di ghiaccio mi fecero tremare appena incontrarono i miei, ero ancora un 17enne e dei pensieri poco casti su di lui presero posto nella mia mente eliminando tutto il resto.

Mi schiaffeggiai mentalmente per i miei pensieri mentre il dottore sorrise un poco, come se sapesse cosa stessi pensando.

Mi parlò vagamente della malattia e mi organizzò gli appuntamenti pomeridiani.

Dopo un anno, soffrivo ancora di questa malattia e tutti i giorni visitavo lo studio del dottor Park. Una stanza in cui solo io e lui potevamo stare, la stanza in cui provavo le più forti emozioni e i miei più grandi imbarazzi.

Quando entravo in quella stanza, insieme a lui, tutto il buio e il cupo di una vita monotona scompariva, facendo brillare la mia anima. La mia adolescenza è stata vittima di dolore e incombenze. Mia madre morì di un malaccio quando avevo da poco passato i sedici anni e non me la passavo proprio bene internamente. Sorridevo ai miei amici ma quando rientravo a casa era tutto uno schifo. Mio padre si ubriacava e portava le sue donne in camera da letto mentre io cercavo di dormire sopra tutto quel trambusto. Dormire nel buio più totale non era stato più difficile. La paura di perdere altre persone portava al mio collo un peso enorme, come se avessero preso alla catena e me l'avessero legata al collo, per poi attaccarci tre palle da bowling. Il Signor Park era la cosa migliore che potevo vedere in quel buio, a parte Wooyoung e Yeosang.

Le porte dell'ascensore si aprirono e bussai alla porta bianca.

Feci un respiro profondo buttando forte l'aria fuori. La presenza del dottore per me era tanto bella quanto ansiosa. I suoi occhi su di me bruciavano come il fuoco e lo "strano" atteggiamento verso i miei confronti mi portavano ad un grande nervosismo.

Il dottore era carino con me.

Gentile, benevolo e scherzoso a volte.

A volte.

A Vampire?! ¦ SeongJoong Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora