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La suoneria del telefono gli perfora i timpani, facendolo sobbalzare e strappandolo da un sogno di cui già non ricorda niente.

Con le mani strette a pugno, si strofina gli occhi, cercando di scacciare la voglia di tornare a dormire, fregandosene di tutto il resto.

Il telefono squilla ancora, così, lentamente lo prende da sotto il cuscino e con uno sbadiglio guarda chi ha bisogno di lui alle ot- alle otto della mattina?! È Justin.

Risponde e subito il ragazzo comincia a parlare.

《Kells, so che stavi dormendo, ma cazzo, dobbiamo partire tra due ore!》

Kellin, ancora addormentato, fatica a capire. Partire? Lui non deve partire.

Grugnisce, giusto per far capire che non sa di cosa parla.

《Pronto? La band? Il tour? Ti dicono niente?》

E allora si sbatte una mano in fronte, ricordandosi di tutto.

Chiude la telefonata senza neanche rispondere all'amico. Ma tanto Justin lo sa che è fatto cosi, e sa che la mattina appena sveglio il massimo di risposta che puoi avere è un grugnito leggero, stanco.

Nota, con sua grande gioia, che ha già preparato le cose da portare con sé -quando le ha preparate non se lo ricorda, ma va bene così.- , quindi comincia a fare colazione.

Mette a scaldare due fette di pane nel tostapane e comincia a prepararsi il caffè. Quando questo è pronto, si siede al tavolo e inizia a bere, dimenticandosi del pane. E quando il tostapane annuncia che il toast è pronto con quel suo ding forse troppo forte, considerando che è mattina, fa un salto sulla sedia, preso alla sprovvista. Allora con calma si alza, prende il pane e ci spalma sopra un po di Nutella -non smetterà mai di mangiare la Nutella-.

Torna in camera per vestirsi, prendendo dell'armadio una felpa leggera e degli skinny jeans. Si cambia in fretta -meno riesce a vedere il suo corpo meglio è-, prende il telefono. Ha ricevuto un messaggio dal suo migliore amico.
Pronto per oggi?

Ah. Forse si, ma credo di no.
E tu, Vic?

Oh. Che domanda idiota.
Sono nato pronto.

Ah ah ah. Spiritoso.
Dovrei ridere?

Si.

Non fa ridere.

Ci si vede tra poco, Kells.

A leggere il suo soprannome gli scappa un sorriso.
Ciao.

Ok.

Justin è passato a prenderlo con la macchina.
Non sono pronto.
È solo un tour. Provo a convincersi.

Inutile.

L'amico lo sta aspettando da poco, ma è già stufo.
Perché deve metterci così tanto? Si chiede. Non può solo scendere?

Finalmente, Kellin esce di casa. Ha un sorriso dipinto sul volto, ma le mani tremano leggermente. Justin, comuqnue, non lo nota.

Si siede dietro, vicino a Gabe, mentre Jack è seduto davanti. Continua a cambiare i canali alla radio, nessuna canzone gli va bene. E Kellin lo sa, che non riuscirà a resistere tra di loro per sei mesi, non con il segreto che nasconde. Non dopo tutte le bugie che i suoi amici non hanno scoperto.

Ci vediamo presto.

Oh. C'è anche lui. E il suo sorriso diventa leggermente più vero.

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