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Kellin era uscito. Aveva camminato per un po, lontano dalla città. Lontano dalla gente. Era arrivato ad un parco evidentemente abbandonato. Si era seduto sull'erba, sotto un albero. Aveva appoggiato la schiena al tronco, pensando. Non pensava a qualcosa di preciso. In realtà, aveva visto una margherita con le punte colorate di quel rosa pallido che a lui piaceva tanto. Di lì era cominciato un pensiero che si collegava a pensieri totalmente diversi. Non aveva un senso logico, ma era così complicato che sembrava quasi sensato.

Era scappato ancora una volta dai problemi.

Aveva liquidato Gabe, che era solo preoccupato. Erano tornati  al bus e lui non c'era, ed era tornato la mattina dopo, con una strana espressione sul viso, aveva detto lui. Ma cosa gli avrebbe potuto dire? Aveva solo bisogno di pensare.

Dim

enticare. Come poteva?

Stava aspettando Mike. Aveva bisogno di parlare col fratello. Doveva capire un paio di cose che ancora non gli erano chiare.

Ma cosa gli avrebbe detto? "Ciao, ho scopato col mio migliore amico, cosa devo fare ora?" Mai.

Ma non poteva più tirarsi indietro, l'aveva chiamato dieci minuti prima chiedendogli di tornare. Sarebbe arrivato da un momento adatto. L'unica cosa che poteva fare era pensare ad un modo per dirgli l'accaduto e come chiedergli un possibile consiglio.

《Vic? Ci sei?》

Era così preso dai suoi pensieri che non si era accorto che il fratello gli stava davanti, con le braccia conserte, aspettando una reazione del fratello.

《Sì, ehm, scusa. Stavo pensando.》

《Okay. Devi avere un grosso problema. Allora?》

Dopo averlo portato in uno Starbucks e ordinato due caffè, comincio ad avere paura. Devo davvero dirglielo? E se facessi la figura dell'idiota? E se...

《Vic?》

《Sì, ci sono... Okay. Non avrebbe senso girare in torno al problema, giusto? -Mike annuisce un po confuso- ecco, ieri in discoteca, ho bevuto un po, un po tanto e beh.. ho chiesto a Kell di portarmi al bus e, ehm, anche lui era abbastanza ubriaco e io non lo so okay? Mi sono svegliato stamattina che stava per andarsene dal nostro bus che era senza maglia e, ehm...》

《Ho capito, avete scopato, mmh?》

Annuisco arrossendo leggermente.

《E il problema dov'è?》
Mi prende per il culo?

《Ehm... forse il problema è che io sono etero e sono andato a letto col mio migliore amico che non si ricorda neanche com'è stato, e siamo due ragazzi! E... e .. non lo so, okay?》

Avrebbe tanto voluto portarsi le gambe al petto e dondolarsi un po, giusto per calmarsi.

《Ne avete parlato?》
Ne abbiamo parlato? È stato più che altro un imbarazzante scambio di parole e sguardi evitati e continuavamo ad arrossire e...

《Non proprio.》

《Dovreste parlare seriamente, senza giri di parole, capire cosa volete davvero l'uno dall'altro e, per favore, se scopate evitate versi troppo rumorosi, okay?》

E Vic gli tira un pugno debole sul braccio, per farlo tacere.

Avevano pagato ed erano tornati ai bus. Tra poco sarebbero partiti di nuovo, per arrivare qualche ora prima del concerto di quella sera. Sarebbero andati nel tour-bus e avrebbero aspettato di arrivare per poter fare un giro prima del concerto.

《Ehi Gabe! -Mike urla per far scendere l'amico dal bus- primo: poi rispondi ai miei messaggi, secondo: mandami Kell sul bus prima che partiamo, che deve parlare con Vic》

Gabe annuisce soltanto, andando a chiamare il compagno di band.

Kellin è tornato da poco, quando Gabe lo chiama per andare nel bus dei Pierce the Veil. E che cosa dovrebbe fare? Entra nel tour-bus accanto al loro poco prima che partano, andando da Vic.

《Ehm.. Vic? Mike ha detto che mi cercavi...》

《Ah... ehm okay... ehm vieni...》disse facendogli segno di sedersi sul letto.
Mike questa me la paghi.

Le mani cominciano a tremargli, mentre pensa a come introdurre il discorso.

《Io volevo... ho pensato a.. questa notte e... - cosa avrebbe dovuto dirgli?- ecco, forse... scusa.》

E Kellin è confuso. Perché si sta scusando?

《È stata colpa mia, quello che è successo, ecco, comunque ero ubriaco e... non capivo davvero cosa facevo e, beh, da quel che ricordo ti ho, ehm, ho cominciato io e, ehm scusa?》

《È okay. Tu hai cominciato, ma io, comunque, non mi sono tirato indietro.》e Kellin si maledice per quello che ha detto. Non l'ha detto davvero.

E qui si torna all'inizio. Dovrebbero far finta di niente? Dimenticare tutto? O sotto quel gesto di due ragazzi ubriachi si nasconde qualcosa che ancora non capiscono?

Sono entrambi confusi.

Vic soprattutto, che vorrebbe provare ancora la sensazione di avere il suo migliore amico sotto di lui, che lo prega di continuare. Diviso tra dolore e piacere. Baciarlo per distrarlo dal dolore. Condividere il piacere. I corpi che si tengono vicini, bramosi di altro contatto. Le labbra di Kellin che bruciano sul suo collo. Perché, ora, lui ha chiara la scena. Ricorda come hanno cominciato scherzosamente, come sono finiti sul letto baciandosi con desiderio, togliendosi i vestiti.

E non si è accorto che, ripensando alla notte passata, si è eccitato. L'espressione sul viso dell'amico si fa confusa, e le guance di Vic si colorano velocemente di un rosso acceso.

Scappa in bagno, farfugliando.

Imbarazzato al massimo, deve trovare un modo veloce per liberarsi del problema che ha tra le gambe. 

E mentre lui si occupa per darsi piacere, Kellin ha trovato nel piccolo frigo del gelato. Si è seduto sul divanetto con il PC in mano, indeciso se guardare un film -magari romantico, strappalacrime ed estremamente femminile- o cazzeggiare su Twitter.

Il film ha la meglio. Non si ricorda che film ha fatto partire, ne ha scelto uno a caso nella categoria 'ROMANTICO' di un qualche sito di film in streaming. Si è messo le cuffie e dopo pochi minuti, già aveva smesso di seguire, perso nel filo dei suoi pensieri. E a momenti neanche si accorge che Vic è di nuovo vicino a lui, e mentre gli toglie una cuffietta gli chiede cosa sta guardando, e in risposta riceve un 'non ne ho idea' detto piano. E Vic si sente così in colpa, perché sta rovinando un'amicizia stupenda. E si dà dello stupido, perché l'ha baciato? Ma poi si ricorda com'è stato avere le sue mani per tutto il corpo, si ricorda com'è stato essere dentro di lui, e non si dà più dello stupido.

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