Oggi dovrebbe essere un giorno felice, quello che i ragazzi come me aspettano con ansia per fuggire da l'odio in cui siamo costretti a vivere, quello che segna l'inizio di una nuova vita.
Con oggi è passato esattamente un anno dalla tua scomparsa Settimio, un anno che il dolore, la rabbia, la frustrazione, l'inadeguatezza mi tormentano più che mai.
Oggi è il giorno del mio diciottesimo compleanno e nessuno mi porterà sulla nostra collina a scrutare il cielo e chiamare le stelle.
Oggi camminerò fra le strade della mia città per l'ultima volta fino a nuovo ordine.Non ho chiuso occhio tutta la notte, ovviamente, divorata da l'ansia e dai dubbi che non mi hanno più abbandonato dalla sera in cui ti ho perso.
Suonata la sveglia, non ho nemmeno avuto bisogno di vestirmi per iniziare una nuova giornata; lo avevo già fatto quando ancora la luna non era stata cacciata da l'alba.
Non ho atteso che anche il resto della nostra famiglia si destasse dal sonno: il tempo volava e io avevo bisogno di parlarti un'ultima volta.Adesso, seduta davanti alla tua tomba, le mille parole con cui desideravo accusarti per avermi lasciata sola, per aver scelto te stesso e non chi ti amava, per aver tradito il sistema che ci ha salvati, non sono che un sibilo macabro nella mia testa, veleno corrosivo per l'amore che ancora ci lega.
Attendere l'inesorabile esito di questa giornata, fissando la lapide che Virtus ci ha concesso di costruirti, non mi aiuta affatto Set anzi, mi destabilizza, proprio come tu hai destabilizzato la mia vita.
Solitamente è rilassante distendermi accanto a te o a ciò che ne rimane sotto terra, ma oggi è diverso.
Il prato a l'inglese che ospita il cimitero non mi accoglie con gioia come sempre, curato, di un verde brillante e bagnato di rugiada, ricoperto da un velo bianco di margherite profumate e costeggiato dalle acque di un laghetto incontaminato. Sembra, piuttosto, essersi deciso a dirmi addio, mostrandosi malandato e ricoperto di foglie secche.
Il salice piangente a cui mi appoggio, per poter osservare meglio la lastra di pietra ricoperta da poche scritte oltre al tuo nome, piange per davvero questa volta, a causa dell'acquazzone che mi sta inzuppando i vestiti.
Ogni elemento intorno a me sembra gridare di fuggire via, scappare dal passato, da ciò che non si può cambiare ma io non so se sono pronta a farlo.Ti detesto perché sei un traditore Settimio ed è mio dovere di cittadina odiare chi attenta l'equilibrio riportato dalla Confederazione e mi manchi perché sei il mio fratellone e io ho ancora bisogno dell'eroe nelle cui vesti ti dipingevo da bambina.
Maximus peggiora giorno dopo giorno e temo che l'idiozia di cui è affetto diventerà irreversibile a breve, in più da quando non ci sei tu a riprenderlo, crede di poter comportarsi da sbruffone quanto vuole.
Nelle ultime settimane non ha fatto che saltellare per casa, felice di tornare all'Accademia dai suoi amici violenti e ancora più stupidi di lui.
Sono davvero tagliata per quella che sarà la mia vita da domani? E' questo quello che ho sempre sognato? Morire divorata da una Moira?
Non lo so Set.
Forse si, ma non posso fare a meno di domandarmi "se ne avessi avuto la possibilità, avrei proseguito la mia vita in modo diverso?".
Alle volte invidio i Comuni come te, perché avete una scelta, possedete la libertà di poter decidere il vostro destino, non siete condannati a sacrificarvi per rispettare un patto stabilito cinquantanni fa.Io invece?
Mi sento come spinta da una forza esterna che non riesco a contrastare, pure opponendomi con tutta me stessa, io da sola non basto.
Eppure, nonostante la condizione di svantaggio in cui io e chi come me si trova, i Comuni continuano ad odiarci e a desiderare la nostra disfatta.
Non abbiamo scelto noi di essere immuni al virus, né di svenderci come animali al primo offerente disposto a pagarci.
Forse Maximus ha ragione: la Terra non è più casa per noi Reietti e io troverò il mio posto solo una volta lontana da qui.E tu? Sotto terra come si sta?
Non rispondi ovviamente, i fantasmi non esistono e se esistessero di certo non perderebbero tempo a conversare con i matti, perché ormai sono giunta alla conclusione che dopo un anno trascorso a parlare rivolta ad una lapide, questa sia l'unica definizione che davvero mi si addica.

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Kalòn - Il bello incorruttibile [Primo libro: Mare Calmo]
Science FictionIl virus aveva fatto si che l'umanità collassasse su se stessa, lasciandosi indietro l'ombra delle vittorie dimenticate e delle sconfitte grondanti di sangue come ferite aperte, questo almeno, fino a quando Loro sopraggiunsero, sconvolgendo i resti...