Cap. V Mimesi - Parte I

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Quando mi guardai nello specchio fui abbastanza soddisfatta: l'abitino corto e svasato che indossavo non era propriamente comodo per il tipo di ballo che ero abituata a eseguire, ma faceva la sua figura.

Il nero donava alla mia carnagione chiara e ai capelli biondi, esaltando i colori invece di spegnerli. E poi il corpetto attillato metteva in risalto il seno, così come la gonna le gambe, i miei principali punti di forza.

Dovevo ammettere che non mi ero mai preoccupata così tanto del mio aspetto fisico, ma per Elias avrei fatto un'eccezione, quella sera. Nemmeno io riuscivo a capire perché il pensiero di quel ragazzo mi fosse entrato dentro come un chiodo. Volevo che pensasse che ero splendida, che spalancasse gli occhi quando mi avesse vista.

Ma, quando mi girai tenendo tra le dita il tessuto morbido della gonna con fare ammiccante, fui io a spalancare gli occhi.

– Dove credi di andare, conciato così?! – esclamai, fissando Blue e il suo outfit sexy-punk.

Non potevo credere che proprio quella sera avesse scelto il peggio del suo osceno guardaroba. – Che diavolo! Sei un Animus, l'eroe che salva il mondo dagli Speculi! Come puoi farti vedere in giro vestito in quel modo?! Sei l'apoteosi del kitsch!

Mi schiacciai le mani sui fianchi battendo un piede per terra mentre lo squadravo dalla testa ai piedi. La corta giacca di pelle nera, la stessa che gli avevo visto indosso quando c'eravamo incontrati nel Casco, ormai tempo addietro, era aperta sul petto e, sotto, un top di rete gli fasciava a malapena i pettorali. Il resto del busto, con i muscoli in rilievo, era scoperto e i pantaloni di pelle nera erano così aderenti e a vita così bassa da lasciare ben poco spazio all'immaginazione.

– Sembri il protagonista di un film hard! – insistetti, avvicinandomi per afferrargli i lembi della giacca.

– Devo spogliarmi? – mi chiese lui, mentre cercavo di sfilargli l'indumento.

– "Devo cambiarmi"! – lo corressi. – Non "devo spogliarmi", ma "devo cambiarmi"! Altrimenti mi fai sentire davvero sul set di un film a luci rosse!

Lui mi prese un polso, bloccando i miei movimenti. – Non credo di capire, Shanti. Non fai che criticare ciò che indosso. Che cos'è che ti dà tanto fastidio?

– Quella roba è indecente, ecco che cos'è che mi dà fastidio. – Feci un respiro profondo, alzando gli occhi al cielo. Poi li abbassai di nuovo su di lui. – Tu ti senti a tuo agio vestito così?

– Io sono sempre a mio agio.

– Giusto – ammisi, aprendo le sue dita in modo da poter sfilare il polso dalla sua presa. Così com'era successo per il collare con la catenella di metallo, mi rassegnai a lasciarlo libero di indossare ciò che voleva. Forse un giorno lo avrei portato con me a fare shopping e gli avrei dimostrato che in giro c'era di meglio di un top a rete e di pantaloni strizza-parti-basse. Ma fino a quel momento mi ripromisi di non mettere becco nelle sue scelte – indirizzate ad hoc dalla signora Magdalena – in materia di abbigliamento.

– Va bene – sospirai. – Allora andiamo... Ma potresti chiuderti la zip della giacca, almeno?

Lui obbedì e poco dopo uscimmo dall'appartamento. Josefa ci guardò andare via senza riuscire a dissimulare l'effetto suscitato dalla figura del mio Animus. Avevo temuto che avrebbe riso, invece era rimasta di sasso.

In effetti constatai che gli sguardi che Blue attirava su di sé esprimevano un certo sgomento, ma mai derisione. Anche quando entrammo nel locale in cui avrei dovuto incontrare Elias, tutti gli occhi si puntarono su di lui.

E come avrebbe potuto essere altrimenti? Il suo aspetto era troppo particolare. Avrebbe attirato l'attenzione anche senza un abbigliamento tanto bizzarro e di cattivo gusto. Abbigliamento che, comunque, faceva risaltare la sua perfezione fisica. Bisognava riconoscerlo.

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