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La pioggia cade ferocemente sull'asfalto e cerco in tutti i modi possibili di correre dalla fermata dell'autobus a casa senza rischiare di inzupparmi tutto; ho pure dimenticato l'ombrello. Non ho neanche il tempo di salutare i ragazzi che appena ho messo piede fuori al bus, la pioggia fa subito il suo dovere e già sento l'acqua nei calzini. Bene! Corro più di quanto abbia mai fatto in tutta la mia vita e in pochi secondi arrivo sotto al tettuccio  marroncino della casa. Busso freneticamente contro la porta, sperando in un possibile cenno di vita da qualcuno della mia famiglia. Dovrebbe starci Greg adesso.

"Greg!Greg!Greg" dico ripetutamente mentre sbatto con forza il pugno contro lo stipite. Starà sicuramente con una delle sue nuove fiamme. Ed io qui, fermo al gelo, tutto bagnato. Grazie fratello!

"Dai cazzo, apri questa fottuta porta!" continuo ad urlare, sperando in una risposta che ancora non arriva. Greg ha sempre avuto questa peculiare caratteristica chiamata "menefreghismo", e ormai non me ne meraviglio più.

Ormai rassegnato aspetto che almeno la pioggia finisca, quando ad un tratto sento qualcosa di pesante sopra alla testa e dopo un tonfo, un dolore lancinante. Guardo in basso e noto il mio libro di chimica per terra. Stranito, alzo lo sguardo e vedo Beatrix affacciata alla finestra che mi guarda divertita. Il suo viso è come sempre rilassato: mi guarda sorridendo come una bimba, appoggiando la sua guancia sinistra sulla mano, stretta in un pugno. I capelli, come al solito, sono raccolti in uno spettinato toupé e il suo mascara sbavato le forma piccoli puntini sotto l'occhio, facendola sembrare ancora più rilassata. Ad un tratto il suo sguardo si contorce per un secondo, per poi stringersi in due piccole fessure, mentre una tenera -ma allo stesso tempo fragorosa e grossa- risata si fa spazio sulla sua bocca.

"Cosa c'è da ridere?" dico sbuffando mentre la ragazza continua sguaiatamente, tenendosi la mano sulla sua pancia.

"La smetti?!" le incito appoggiando i pugni sui miei due fianchi "Perché ridi così tanto?!"

Finalmente smette di ridere, si fa seria, ma poi ri-inizia di nuovo.

"Allora?!" La mia pazienza ha raggiunto il proprio limite e la mia rabbia si fa spazio all'interno del mio petto, provando stranamente una certa vergogna.

"Rido perché" risponde finalmente cercando di trattenere le risate "...la tua fottuta tinta cinese si sta sciogliend...HAHAHAHAHAHAHAHA!"

Guardandola stranito, mi tocco all'altezza delle guance e noto una strana sostanza gialla sui miei polpastrelli. Tocco e ritocco, rimanendo esterefatto e ancora più incazzato per la situazione che si è creata.

Bea continua a ridere con forza come se non ridesse da tantissimo tempo. Come se fosse stata sempre triste. Come se non gli accadesse qualcosa di bello da anni ormai.

"Mi mancherà tutto questo."

Cosa?

"Che hai detto?" urlo sopra la forte pioggia. Spero davvero che quello che ho sentito sia solo un sogno.

"Anche sordo adesso?" mi canzona "...ho detto di arrampicarti su quell'albero" indica l'albero affianco la mia finestra "...e poi prova a saltare dentro la finestra."

"MA SEI PAZZA?! TU HAI QUALCHE PROBLEMA" urlo spazientito.

Beatrix inizia a ridere di nuovo, per poi indicare mio fratello alla soglia della porta che mi guarda stranito.

"Niall" dice con il suo tono autoritario "...perché urli contro la finestra della tua stanza?"

Imbarazzatissimo, cerco di formulare una frase di senso compiuto, sperando di risultare lineare e chiaro alle orecchie di mio fratello, che ogni giorno che passa mi ritiene sempre più stupido.

imaginary friend (a niall horan's fan fiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora