Passò una decina di minuti prima che David riuscisse, finalmente, a parlare con l'altro ragazzo. Era visibilmente scosso, e sicuramente indebolito.
Con la schiena appoggiata contro il muro fece un respiro tremante e poi guardò Mick con occhi piuttosto persi. "S-scusami, non volevo..." mormorò, timido.
Mick scosse la testa e si sedette di fronte a lui, senza badare troppo al fatto che fossero in un bagno pubblico. Appoggiò delicatamente una mano sul suo ginocchio, e poi sorrise, rassicurante. "Non è colpa tua" lo tranquillizzò. "Che cosa è successo?" chiese poi, premuroso.
David abbassò la testa, guardando il pavimento, e per qualche secondo ancora rimase in silenzio, probabilmente eccessivamente provato da ciò che era successo poco meno di mezz'ora prima. "Io..." iniziò finalmente, con voce sottile. "...è che quell'uomo mi ha fatto tornare in mente ricordi... orribili" ammise.
"C'entra tuo padre?" chiese subito Mick, senza riuscirsi a trattenere. Era preoccupato per David, e non sapeva granché della vita che aveva prima di conoscerlo. Semplicemente evitavano l'argomento a vicenda.
David annuì lentamente, e poi sospirò. "Non ho mai... avuto un legame molto stretto con lui. Semplicemente... è mio padre, sono cresciuto prevalentemente con quell'uomo, perché mia madre era... malata, era ricoverata in un ospedale e ho passato l'infanzia a casa con lui..." spiegò, sfuggendo il suo sguardo.
Mick si morse il labbro. "Non ha preso bene la nostra relazione?" chiese, preoccupato. Sapeva che David aveva fatto coming out con suo padre, ma non ne avevano più parlato, perché quando il biondo si era presentato alla porta di Mick era semplicemente troppo distrutto e ferito.
Come immaginava il castano, David annuì. "Lui... lui non mi capisce, presumo. Mi ha detto delle cose... Mick..." lo supplicò quasi, visibilmente terrorizzato.
Mick sorrise dolcemente e gli accarezzò una guancia. "Non me lo devi dire, okay, amore? Solo... non voglio vederti triste. Io... io ti voglio così tanto, ti amo, non... non riesco a vederti triste, bionda" ammise, affettuoso. Poi appoggiò la fronte a quella di David e chiuse gli occhi. Fece intrecciare le loro dita. "Voglio che tu sorrida. Quando sei felice tu, tutto è perfetto".
Finalmente, le labbra sottili di David si distesero in un sorrisetto sollevato. Si sporse verso di lui e gli lasciò un tenero bacio sulla bocca. "Scusami, non volevo fare diventare una merda questa giornata" sussurrò appena si furono staccati.
Mick scosse il capo. "È tutto bellissimo, Dave, tranquillo" lo calmò dolcemente. Poi si alzò, facendo segno al più giovane di fare lo stesso. "Vuoi tornare sulle giostre? Insomma, abbiamo tutto il pomeriggio..." propose.
Il biondo fece per annuire, ma poi sospirò. Si alzò in piedi, posizionandosi proprio accanto a lui, e lo guardò con tristezza negli occhi. "Quell'uomo... quell'uomo ha detto che preferirebbe morire all'avere un figlio come... me" mormorò a mezza voce.
Mick fece per dire qualcosa, accarezzandogli dolcemente il dorso della mano, ma capì dai suoi occhi che non era il caso, che David voleva davvero parlargli.
"Mia... mia madre..." iniziò il biondo a un certo punto, dopo diversi minuti di silenzio, con una mano stretta in quella dell'altro e la schiena appoggiata al muro "...è morta prima che ti conoscessi. Sapevo già... insomma, immaginavo che non mi piacessero solo le ragazze, ma lo sai, tu sei stato il primo a darmene la certezza".
Mick lo sapeva già, in realtà. Ne avevano parlato, una delle notti in cui David aveva dormito nel piccolo appartamento a Edith grove che condivideva con altri due suoi amici, ma non lo interruppe in alcun modo, comprendendo che l'argomento era più che delicato.
David fece un respiro tremolante. "Quando mio padre lo ha saputo, all'inizio non ha reagito. Non ha detto nulla per un po', pensavo non avesse capito, o che dovesse metabolizzare. Io... io ho fatto per andarmene, non mi sentivo a mio agio, e... quando ho chiuso la porta, lui... lui mi ha detto che era contento che..." continuò, interrompendosi con un nodo alla gola. "...che mia madre non lo sapesse, che era... che è morta prima di saperlo..."
Mick si portò una mano davanti alla bocca, non si seppe trattenere. Per lui era assolutamente terribile, inconcepibile, dire una cosa simile, e sapeva che probabilmente quella reazione avrebbe reso il compagno solo più triste, ma nonostante questo non riuscì a fare niente per evitarlo.
Si avvicinò a lui e lo abbracciò, donandogli tutto il calore di cui era capace. "Non merita di essere tuo padre" mormorò contro il suo collo, mentre sentiva David singhiozzare. "Tu meriti molto di più. Non... non devi pensare che lui avesse ragione, è solo uno stronzo..." continuò, accarezzandogli la schiena.
David non disse nulla, e si limitò a rimanere stretto a lui, come se fosse l'unica cosa che lo teneva ancora a galla. In realtà, lo era davvero, e ne erano consapevoli tutti e due: Mick aveva sempre sostenuto David, in ogni situazione, come anche l'altro aveva fatto con lui, e quella volta non avrebbe fatto eccezione.
Singhiozzò ancora un paio di volte prima di limitarsi a un bassissimo piagnucolio, che dopo qualche minuto scemò completamente a sua volta. Continuò ad abbracciare Mick, ma più con gratitudine che con vera e propria disperazione, e di questo il castano se ne accorse con sollievo.
"M-mi porti da qualche altra parte?" chiese, timido, il biondo, contro la sua pelle.
Mick sorrise e annuì. "Certo, amore. Andiamo su quella giostra che abbiamo visto prima, con il... trenino?" chiese, sperando di renderlo più felice in quel modo.
Lo sentì sorridere. "Il mammut, intendi?" chiese retoricamente. Poi annuì e si staccò da Mick. "Va benissimo. Scusa se ti ho fatto preoccupare, non volevo che-"
Mick non volle sentire ragioni e si sporse verso di lui, interrompendolo con un dolce bacio sulle labbra. David mugugnò sotto questo contatto, ma non si ritrasse, e il castano ne fu segretamente contento.
Quel bacio significava che era tutto a posto tra loro, che le parole dell'uomo avevano fatto soffrire David ma non a tal punto da fargli rinnegare Mick, ed entrambi pensarono, mentre assaggiavano le labbra dell'altro, che tutto sarebbe andato meglio, da lì in avanti.
•Spazio autrice:
Sì, è un capitolo più corto del solito, perdonatemi, ma mi pareva fosse più carino finire con un bacio questa parte di angst~Cooomunque, quello di domani sarà l'epilogo. Non voglio rendere tutto troppo lungo, non deve essere una long vera e propria e nulla, spero vi stia piacendo, davvero.
Ci sentiamo domani con l'ultima parte~
A presto,
Brì
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𝐛𝐞𝐟𝐨𝐫𝐞 𝐭𝐡𝐞𝐲 𝐦𝐚𝐤𝐞 𝐮𝐬 𝐫𝐮𝐧 [𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐚]
FanfictionDavid e Mick hanno poco più di vent'anni, e decidono di fare una vacanza in Italia. Gardaland è un posto magico, divertente e assolutamente splendido per i due, che innamorati più che mai sono semplicemente... due idioti.