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Tyana's Pov

Quando le belve selvagge si scagliano l'una contro l'altra, non c'è nessuno che non sia spaventato. Tutti sono impauriti, ma quello che perde la vita è colui che mostra per primo la paura.

Per questo motivo, prima che sia il mio avversario a prendermi, a capire i miei punti deboli, prima che lui faccia la sua mossa, attaccherò prima io.
È in questo modo che si sopravvive nel mondo animale, e oggi tornerò alle origini, quando tutti eravamo bestie selvagge.

Oggi, adesso, dovrò tirare fuori tutta l'ira, tutta la forza che ho dentro di me, trasformerò la paura in energia, e farò vedere a questo tizio che le donne possono essere al pari dell'uomo.

Non mi farò calpestare!

Stringo le mani in due pugni conficcando le unghie nella carne morbida del palmo, sbarro gli occhi senza perdere di vista il mio sfidante, allargo le narici inalando l'aria pregna di odori nauseabondi, faccio attrito con la punta dello stivale sul pavimento marcio, sollevo il tallone e piego le ginocchia per dare più forza al mio colpo, e quando meno se lo aspetta sferro l'attacco.

Agile come una lepre il moro schiva il mio gancio destro, saltando di lato. Un sorriso strafottente gli fa alzare l'angolo delle labbra, gli occhi si socchiudono e in men che non si dica risponde con una pioggia di pugni e calci che fortunatamente riesco a schivare e a bloccare senza troppa fatica.

Intorno a noi schiamazzi e urla fanno alzare particelle sottili di polvere fino al soffitto scrostato. Con la coda dell'occhio vedo che da una minuscola finestra un alito di vento fa smuovere la tenda particolarmente sudicia, e un raggio solitario e tremolante si fa spazio nella stanza.
Mi sconcentro quel tanto che basta per far sì che il montante del moro si scontri violentemente contro il mio fianco destro.  Grugnisco dal dolore accasciandomi per un momento; il ginocchio sinistro piegato sotto il peso del mio corpo, ma poi mi radrizzo in tutta la mia fierezza, e sento come rivoli caldi di sudore iniziano ad imbrattare la mia fronte corrugata.
Il nervoso si impossessa di ogni mia articolazione, e non voglio farmi deridere, non voglio apparire debole, spaventata, per cui reagisco, e lotto con tutte le forze, metto tutta me stessa in ogni mossa, in ogni calcio e pugno che sferro, anche se fallisco, perché il moro è abile e agile, e ogni movimento che faccio lui riesce a scansare.

Mi distacco dalla realtà, concentrandomi sull'ammasso di muscoli che si erge dinanzi a me. Vedo i pettorali guizzare sotto la pelle sottile e ambrata, le vene gonfiarsi come fiumi in piena sotto l'epidermide ricoperta di un velo luccicante di sudorazione. Lui non da segni di spossatezza, io invece sono stanca, e a breve perderò anche quella briciola di pazienza che mi era rimasta.
La voglia di mettere fine all'incontro mi morde la gola e la nuca, e so che devo vincere, sono consapevole che devo portare al termine la missione; mi basta solo un colpo, uno soltanto, devo riuscire a metterlo una volta al tappeto e sarà fatta.
L'irlandese non può mangiarsi la parola data!

Presa dai pensieri, dalle emozioni e dalla mia frettolosità compio un passo falso, un'altra disattenzione, e in un nano secondo mi ritrovo con la schiena schiacciata dal petto ferreo del moro, il cuore che pompa ferocemente, la gola secca, amarognola, e forza pari a zero.

Mi divincolo, cerco di liberarmi dalla stretta, cerco di tutto, ma invano.
<<Ragazzina, sei fottuta!>> Sussurra Shia al mio orecchio disegnando cerchi con i polpastrelli sulle mie braccia facendomi rizzare i capelli in testa. Il suo tocco mi paralizza; non riesco ad articolare nemmeno una parola. Il cervello è andato in pappa, e mi pare di sentire i neuroni scontrarsi tra di loro, creando così una confusione ancora più grande.

Annaspo in cerca d'aria quando il suo braccio si stringe intorno alla mia gola, e la sua pelle fradicia di sudore mi ricorda l'epidermide viscida del serpente che i Crown stavano crescendo. Non dovrei pensare a loro, o alla mia vita passata in un momento cruciale come questo però è inevitabile, e il terrore invade tutta me stessa all'istante, infiammando la mia trachea.

La vita va presa di pettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora