Capitolo 7

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"So chi ha messo il cloroformio nel tuo inalatore..."

Il cuore di Alexa smise di battere. Il suo respiro si intoppò. Era congelata. I suoi occhi si fermarono sulla figura di Eliade regredente.

"Sarò da te tra cinque minuti," disse Alexa prendendo Nandos in braccio e correndo verso la sua macchina.

Nandos era nel sedile posteriore, che che grattava disperatamente al finestrino, ma Alexa ignorava il rumore. Stava impugnando il volante, con le nocche bianche da quanto forza stava usando.

Cloroformio? pensò. La testa sempre organizzata di Alexa stava percorrendo un milione di metri al minuto. Non riusciva a concentrarsi, finché non venne forzata a premere il pedale del freno.

"Merda!" gridò Alexa mentre la testa sbatteva contro il volante e gli airbag esplodevano. Al limite della consapevolezza, Alexa riuscì a vedere dei ricci disordinati venire verso di lei, e sentì Nandos piagnucolare dal dolore nei sedili posteriori. Alexa scambiò uno sguardo con il cucciolo ferito nel sedile posteriore che si stava leccando la zampa.

"Alexa," beccheggiò Harry, cercando di tirarla fuori dal casino degli airbag e del sangue.

"Non ti preoccupare per me, Harry. I paramedici stanno arrivando. Mi tireranno fuori loro. Prendi Nandos e portalo dal veterinario," disse Alexa, con una voce scosse e fragile.

"No, tu sei la mia priorità principale, Alexa," disse Harry fermamente. Iniziò a graffiare il metallo della portiera della macchina per far uscire Alexa.

"Non ti perderò di nuovo."

"Fallo, Harry!"

I familiari puntini neri oscurarono la sua vista mentre veniva trascinata via, il suo corpo cadeva inerme mentre chiamava tutte le sue forze per dare a Harry un sorriso rassicurante. Lui scosse la testa, con gli occhi rossi e gonfi evidenti nella visione dissolvente di Alexa mentre guardava la ragazza che amava venire trasportata via.

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Un frammento di luce bianca accecante era emanata da una crepa tra due grandi porte. Alexa si trovò camminarci incontro, con le mani stese inchiodate lungo il corpo, spingendole ai fianchi mentre entrava nella stanza.

Poi, vide tutti quelli che aveva amato, ma la persona che stava in piedi in mezzo alla piccola folla era quella che aveva notato per prima.

Alexa si impappinò mentre cercava di fare uscire le parole dalla bocca.

"Mamma..."

Il suo familiare sorriso bianco la salutò mentre Alexa si avvicinava a lei. Alexa non avrebbe mai immaginato che sarebbe stat in grado di vederla di nuovo.

"Bambina mia," la salutò sua madre.

La madre di Alexa stava brillando rispetto alla stanza bianca che la circondava.

Si formarono le lacrime mentre abbracciava sua madre, una cosa che non aveva potuto fare per quattordici anni.

Dall'angolo del suo occhio, Alexa poteva vedere Harry, che stava con gli latri ragazzi, farle cenno di venire da lui.

Alexa si allontanò dall'abbraccio.

"Vai," disse sua madre dolcemente.

Alexa scosse la testa. "Non voglio lasciarti," disse tirando su con il naso.

"Piccina, hanno bisogno di te più di me."

Alexa rise leggermente. Sua madre sembrava Zayn.

Alexa guardò i ragazzi, poi di nuovo sua madre.

Alexa aprì la bocca per rispondere, ma sua madre scosse la testa e dette ad Alexa una piccola spinta verso i ragazzi.

"Ti voglio bene."

Sua madre le lanciò un bacio.

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Le sue palpebre erano pesanti, ma riusciva ancora ad aprirle. Cercando di abituare gli occhi alla luce, faceva scorrere il suo sguardo per tutta la stanza.

Vuota.

La sua stanza era vuota.

Alexa premette il pulsante accanto al letto per chiamare l'infermiera.

"Buon giorno. Posso esserle d'aiuto?" chiese l'infermiera.

Alexa sospirò. I ragazzi non erano da nessuna parte e lei aveva il disperato bisogno di uscire da quell'inferno. Ora.

"Non vorrei sembrare maleducata, ma quando posso uscire?"

L'infermiera sghignazzò sotto voce e sfogliò tra i fogli che aveva nella cartellina.

"Sei libera di andare anche ora. Stavamo solo aspettando che ti svegliassi. Non è successo nulla di grave. Potresti avere solo un po' di mal di testa per un po' di tempo a causa dell'impatto, e i tuoi polsi potrebbero sanguinare, ma stai bene."

Alexa annuì e saltò giu dal letto. Sorprendentemente, non aveva addosso uno di quegli orribili vestiti a toga. Ringraziò mentalmente.

"Grazie."

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"Hey sei libero ora?" disse Alexa, premendo il cellulare sul suo orecchio.

"Sì, cucciola, di cos'hai bisogno?" rispose Zayn con il suo irresistibile accento di Bradford.

"Qualcuno che mi venga a prendere. All'ospedale. Era solo un controllo. Sto bene," Alexa fece uscire una finta risata al telefono.

"Okay, orsacchiotto, sono lì tra otto minuti."

Alexa premette 'fine' sulla schermata e si fece cadere lungo il muro di mattoni dell'ospedale. All'improvviso il suo cellulare vibrò.

'Nandos sta bene. Solo una zampa slogata. Si rimetterà presto. Sta giocando con Haribo ora. Come stai, piccola? Mi manchi. xx Hazza'

Alexa sorrise. Quei messaggini continuavano a provocare un sorriso sulla sua faccia, senza parlare del fatto che era innamorata del cucciolo gallese di Harry, Haribo. Alexa rispose che stava bene e che gli mancava anche a lei.

'Ottimo. Ti va di cenare insieme sta sera? Da me? Andremo alla casa sulla spiaggia domani; quindi sarà l'ultima serata fuori. (; xx Hazza'

Alexa rise. Rispose al messaggio e decise che Zayn la avrebbe accompagnata da Aeropostale e che si sarebbe comprata un paio di nuovi costumi.

Il suo cellulare vibrò, e pensando che si trattasse di Harry, sbloccò il telefono velocemente.

I suoi occhi videro questo.

'So che non eri all'ospedale per un controllo. Mi racconterai quello che è successo. Non mentirmi.'

Alexa deglutì. Era un numero sconosciuto, ed era leggermente spaventata da chi glielo avesse scritto.

Chi era? pensò Alexa.

Fu tolta dai suoi pensieri dal rumore di un clacson. Sorrise.

Zayn.

Disconnected (One Direction) - Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora