La sostanza dei Sogni (IN REVISIONE)

•2.1•

Ace, New York

-SIAMO ALL'INNING DECISIVO, SIGNORI E SIGNORE. LA DIFESA DEI METS PUNTA TUTTO SUL NUMERO 19, ACE WILLIAMS, CHE SI È FATTO NOTARE PARECCHIO NEGLI ULTIMI DUE ANNI; UN LANCIATORE DAVVERO PROMETTENTE...FORSE STIAMO PER ASSISTERE AD UNA NUOVA VITTORIA DELLA SQUADRA PIÙ CONTROVERSA DEL BASEBALL, QUI A NEW YORK...CHE SIA LA TERZA VITTORIA CONSECUTIVA? IN OGNI CASO, SARÀ UNA DATA DA RICORDARE. LA PARTITA DECISIVA PER ACCEDERE ALLA FINALE DI CAMPIONATO, TU COME LA VEDI HEARL?- 

Le voci dei cronisti sovrastano le urla del pubblico e si infilano fastidiosamente nelle mie orecchie strappandomi quel poco di concentrazione che mi rimane. Dovrei ignorarle e focalizzarmi solamente sulla palla che ho in mano, ma non ci riesco perché i miei pensieri mi portano altrove. Mi portano da lei, quella ragazza che fa parte della mia vita, ma che da un paio di mesi sembra essere sparita nel nulla. E la paura che se ne sia andata per sempre è come un tarlo che ha messo radici nella mia testa, e non lascia posto ad altro.

Agli allenamenti ho fatto decisamente schifo e per tutta la durata di questa stramaledetta partita non sono stato da meno. Non riesco a gestire la palla come dovrei, ho fatto solo tiri i merda che un bambino di tre anni avrebbe eseguito molto meglio di me.
Guardo il pubblico incitarmi e sono sollevato vedendo che almeno per ora non hanno perso la speranza. Io però sento una tensione che non dovrebbe esserci, quella che fa tremare la mia mano che invece dovrebbe essere ferma e decisa e so bene che in queste condizioni non riuscirò mai a lanciare la palla come al solito, non riuscirò a darle la forza necessaria per farla sfrecciare sotto il naso del battitore senza che nemmeno se ne accorga. Dopo questa partita il diciannove fortunato non sarà più il preferito dal pubblico, e direi che me lo merito.

Una goccia di sudore scende lenta dalla mia fronte quasi a volermi ricordare che tra le mie mani c'è l'intera stagione di campionato ed io so già che sto buttando nel cesso tutti i sacrifici fatti fino ad ora.
Il coach avrebbe dovuto ascoltarmi e lasciarmi in panchina, invece come sempre ha voluto credere in me e questo peso fa scivolare altre gocce sulla mia pelle. Cerco di calmarmi, faccio un respiro profondo e per un attimo caccio via tutti i pensieri. Come sempre giro tre volte la palla nella mano e chiudo gli occhi, quell'attimo necessario per sgomberare la mente, ma è troppo tardi.

-HOME RUN  PER I DODGERS E LA SQUADRA PASSA IN VANTAGGIO DI TRE PUNTI... ORA I METS NON HANNO PIÙ MODO DI RECUPERARE. L'INNING DI SPAREGGIO È ARRIVATO AL CAPOLINEA E LA VITTORIA SE LA AGGIUDICA LA SUADRA DI L.A. SIGNORI... FANS DEI DODGERS FESTEGGIATE SI VA ALLA FINALE.-
Abbiamo perso.

Ho tirato una palla talmente facile che anche il cane cieco che avevo da bambino, l'avrebbe presa. Gli ho servito la vittoria su un piatto d'argento. E la colpa di questa disfatta è soltanto la mia e delle mia testa che non riusciva a pensare ad altro che a lei.
Sono stato meschino, me ne sono fregato dei compagni di squadra, del mio allenatore, dei fan e di Nene; l'unica cosa a cui ho pensato per tutto il tempo è la ragazza che ho perso. Sono un maledetto idiota, sto mandando tutta la mia vita a puttane per una donna che ho incontrato soltanto nei miei sogni. Ogni tanto non sono nemmeno del tutto sicuro che esista veramente, e i dubbio di star inseguendo un' irraggiungibile chimera sgretola le mie convinzioni.

La rabbia mi trascina in quella dimensione di autocommiserazione, rimango fermo nello stesso punto in cui oggi ho fallito, e di fare le solite cerimonie alla squadra vincente non ne ho affatto voglia. La mia prima reazione è quella di liberarmi dal casco intriso del mio sudore, e mentre lo lancio a terra in uno scatto d'ira mi lascio cadere sulle ginocchia. Non sono mai stato bravo ad accettare le sconfitte e fino ad ora non ho mai avuto modo di sperimentarlo.
Io non perdo mai, mi impegno costantemente e con passione per raggiungere i miei obbiettivi, così sono sempre arrivato alla meta.