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MARGOT, Parigi

Sento il sole scaldarmi la pelle ed è una sensazione bellissima, soprattutto di prima mattina. Mi ricorda qualcosa di famigliare, accogliente è una sensazione così giusta che però non riesco mai del tutto a definire.

La prima volta che ho classificato tra le mie preferite questo idillio, andavo ancora al liceo e da allora non ho più dormito con le persiane chiuse. Insomma, la sera stavo alzata fino a tardi a guardare le stelle e la mattina volevo essere svegliata dal dolce tepore del sole, non avrebbe avuto molto senso sbarrare le finestre a quel punto. Mai avrei potuto rinunciare a quell'abbraccio mattutino, che mi fa sentire nel posto giusto. E per fortuna anche oggi  è una splendida giornata.

L'esame di anatomia è andato molto bene e anche se non ne sono molto sorpresa, sono comunque felice perché questo vuole dire essere un passo più vicina a New York. Il dottor Moore, si è addirittura complimentato e mi ha fatto capire che metterà una buona parola per lo stage, vista la mia competenza nel suo corso. E questa è una notizia da estasi, insomma uno dei migliori oncologi al mondo si è complimentato con una semplice studentessa di infermieristica. Il dottor Moore si è trasferito da New York a Parigi, per portare avanti le sue ricerche sperimentali nella lotta contro i tumori; è un luminare nel suo settore e questo rende il suo elogio ancora più prezioso.  Inoltre direi che grazie alla sua buona parola, la mail dal New York Hospital Center ora è solo una formalità.

Ecco perché sono già alla ricerca dell'appartamento perfetto.
Guardo nei siti più disparati e la mia ricerca mi impegna un paio di ore. Gli appartamenti più belli li ho segnati sull'agenda, e non appena avrò la mail sotto gli occhi comincerò a intasare le linee telefoniche  delle agenzie. L'eccitazione è tanta, è quasi incontenibile, eppure c'è qualcosa che non mi fa stare del tutto tranquilla. Una nota stridente in questo quadro perfetto, come quando si mastica un granellino di sabbia. E so bene come si chiama il mio granellino incastrato nei denti; Mathieu.
La litigata di ieri non l'ho ancora digerita, almeno non del tutto. Non mi ricordo una sola volta, fino ad ora, in cui ci siamo mai trovati in disaccordo al punto da discutere, ed ora sinceramente non so proprio come comportarmi. Vorrei sistemare le cose, soprattutto prima di partire; non voglio attraversare l'oceano e sapere che Mathieu è ancora arrabbiato con me. Il solo pensiero di lasciare la questione in sospeso non mi fa stare tranquilla, mentre tutto ciò che vorrei è invece godermi questa gioia dell'essere ad un passo dal mio sogno.

Guardo il telefono con arriva assente, so che dovrei chiamarlo proprio ora, per mettere fine a questo strazio, ma non ho ancora ben chiaro cosa mi trattenga dal farlo. Comincio a giocare con i granelli di polvere sul computer, li trascino da una parte all'altra con l'indice, mentre mi dimentico del motivo per il quale ho preso in mano il telefono. E di nuovo il mio sguardo smarrito, rimane immobile ad interrogare l'apparecchio che di vuotare il sacco non ne vuole sapere. A svegliarmi dalla mi trance, è un messaggio di Amélie e d'un tratto ricordo la lite e la chiamata a Mathieu. Per cui mi faccio coraggio, è inutile rimandare l'inevitabile, chiamo Mathieu e dopo risponderò al messaggio di Amélie. In fin dei conti Mathieu lo conosco da molto più tempo, siamo cresciuti insieme; in pratica è una parte di me, ma non sopporterei l'idea di rimanere in questa situazione nemmeno con lei. Loro due sono i miei unici amici, sono una parte importante della mia vita, e non vorrei mai perderli per cinque minuti di mal umore.

Lasciare le cose in sospeso non mi è mai piaciuto, per cui digito il numero di Mathieu e faccio partire la chiamata. Il telefono squilla. È molto presto e non penso di trovarlo sveglio visto quanto gli piace dormire. Infatti sento il segnale di chiamata parecchie volte prima che la sua voce impastata dal sonno, spezzi quella melodia atona. -Pronto?- sicuramente non ha nemmeno guardato il nome sul display. Questo mi agita un po', perché non sono sicura di come reagirà sentendo la mia voce. Forse sto facendo un dramma per nulla, ma io e lui davvero non abbiamo mai litigato prima d'ora, e non ho idea di come comportarmi. Cerco di pensare più in fretta possibile e la soluzione migliore mi sembra quella di comportarmi come se nulla fosse successo.
-Buongiorno bell'addormentato! Ti ho svegliato?-
-Margot... si cazzo!- si lamenta emettendo poi un gemito di frustrazione.
-Mi dispiace. Volevo proporti una bella colazione!-
-Mmm... cinque minuti!- Mathieu biascica e so benissimo che questo preannuncia il suo coma profondo, visto tutte le mattine che ho dovuto svegliarlo per non fargli perdere i corsi mattutini.
-Ti stai addormentando di nuovo, vero?- lo rimprovero con tono poco convinto.
-NO... certo che no, Mmm... Ma che ore sono?-  
-Sono le 9:30- sento lo sbuffo rassegnato di Mathieu -Va bene, mi alzo... Ci vediamo Chez Boudelaire, arrivo!-

La sostanza dei Sogni (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora