capitolo 1

211 9 0
                                    

P.O.V. Grace

-E proprio in quel momento lui mi tirò giù!- 

-Sì, come no. E dopo sei volato via sulla tua nave spaziale!-

-Guarda che è tutto vero!-

Non riuscii a trattenere un sorriso nel vedere come discutevano JJ e Pope sembrando quasi due bambini. 

Eravamo tutti quanti intorno ad un piccolo falò: io, JJ, Pope, Kiara e John B. Stavamo tranquillamente arrostendo dei marshmallow, quando JJ aveva cominciato a raccontare una buffa storiella su come uno squalo una volta lo aveva aggredito. Tutti quanti sapevamo che in realtà non era mai successo e che probabilmente era solo un sogno, ma lui invece, era fermamente convinto che fosse accaduto.

-Vero come quella volta che hai detto di aver baciato Tracy Dilsen in seconda media?- disse John B, alla mia destra, facendo ridacchiare tutti.

-Beh...magari non l'ho baciata, ma sono sicuro che lei lo avrebbe voluto- rispose il biondino, facendo un sorrisino furbo.

-Sì, certo- ridacchiò Pope, dandogli un'amichevole spinta.

Ridacchiai anch'io al pensiero di un piccolo JJ che veniva rifiutato da una ragazzina a dodici anni. Avvicinai il mio bastoncino di legno al fuoco, per riscaldare un po' il mio marshmallow, lasciando che il calore lo sciogliesse.

-Tutto bene?- mi chiese John B, voltandosi preoccupato verso di me -Sembri un po' giù di morale-

In realtà non mi ero neanche resa conto di aver improvvisamente perso il sorriso. Ma nonostante questo mi voltai anch'io verso il ragazzo, cercando di farne uno forse un po' troppo forzato.

-Sì, sto bene- cercai di rassicurarlo, ma probabilmente avevo fallito miseramente. Infatti, poco dopo lo vidi avvicinarsi lentamente a me, non smettendo mai di guardarmi con quegli occhi nei quali mi perdevo fin troppo spesso.

-Sai che per qualunque cosa io ci sono. Io sono qui. Lo sai, vero?- insistette lui, mettendo la sua mano sopra la mia, cercando comunque di non farsi notare dagli altri pogues.

Da quando i miei genitori erano morti lui era sempre stato lì. Non ci conoscevamo da molto, ma fin da subito non avevamo mai smesso di guardarci le spalle a vicenda. Ero tornata lì poco dopo che lui e Sarah erano tornati nelle Outer Banks, perché John B era stato scagionato per l'omicidio dello sceriffo Peterkin e il colpevole era stato preso. Lo avevo incontrato in spiaggia e da quel momento era diventato un posto nel quale andavo spesso per pensare. Adoravo quando noi pogues ci ritrovavamo lì, ma lo preferivo quando eravamo solo io e John.  Quando vivevo nelle Outer Banks con i miei non avevo mai avuto il coraggio di rivolgergli la parola, ma da quando ero tornata avevamo instaurato una bella amicizia. 

-Sì, lo so-

P.O.V. Alyssa

Bussai un paio di volte alla porta di quella che doveva essere casa Maybank, ma nessuno si degnava di aprirla. Così, ricordando perfettamente dove mio padre tenesse le chiavi di riserva nella casa precedente, alzai il tappetino che poco prima era sotto ai miei piedi e per mia fortuna trovai quello che stavo cercando.

Entrai dentro trascinando la mia valigia e chiudendomi la porta alle spalle.

-C'è qualcuno?!- gridai, ma non ricevetti alcuna risposta.

Così, lasciai la valigia all'entrata e cominciai a girare per la casa. Sentii degli strani rumori, quando però arrivai nel salotto capii che si trattasse semplicemente della tv che qualcuno aveva lasciato accesa. Diedi un'occhiata in giro e potei notare che quel posto era un vero disastro, a partire dalle bottiglie di birra vuote sparse ovunque ai vestiti lasciati in giro, quasi a fare da soprammobili. 

V is for VodkaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora