capitolo 9 (speciale pt.1)

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P.O.V. JJ

-Come facevano a sapere dove fosse la casa?-

-Avevano una mappa anche loro!-

-Sì, ma come?-

-Anche loro l'hanno trovata per caso-

-Questa storia è così assurda!-

La faccenda si faceva sempre più strana e nessuno di noi riusciva a capire come incastrare i vari pezzi del puzzle. Non facevamo altro che discuterne ormai da una buona mezz'ora nel salotto di John B. Ormai avevo perso il conto di tutte le domande che continuavano a rimbombare tra le pareti.

Effettivamente quello che era successo la sera prima non poteva sicuramente essere un caso.

Lanciai uno sguardo a mia sorella. Se ne stava seduta accanto a me sul vecchio divano verde e di tanto in tanto alzava i suoi occhiali con la punta dell'indice. Non l'indossava quasi mai, se non per leggere, ma probabilmente doveva averli dimenticati. Era così piccolina ai miei occhi, pur avendo la mia stessa età.

Inizialmente non volevo che si immischiasse in questa faccenda (d'altronde, l'ultima volta era morto qualcuno), ma poi avevo preferito raccontarle tutto. In quel momento però me ne stavo pentendo. Forse da fratello responsabile (quale non ero) avrei dovuto dirle di salire sulla prima nave e tornare dalla mamma, ma dovevo ammettere che mi era mancata ed egoisticamente non volevo che se andasse.

Alyssa continuava a fissare tutti quanti senza dire una singola parola. Però io potevo sentire perfettamente gli ingranaggi del suo cervello che si mettevano in moto per cercare una soluzione al problema. In realtà più che un problema, era un enigma e lei era bravissima nel risolverli. Difatti era stata per ben due volte campionessa indiscussa di scacchi della Carolina del Nord. Se c'era qualcuno che sapeva come usare la testa, quella era lei.

-Ragazzi ricordate l'altro giorno al ristorante da Kiara?- attirò l'attenzione di tutti improvvisamente Pope -Quando quello strano uomo è entrato, per parlare con tuo padre?- rivolse lo sguardo verso Kiara.

-Come potrei scordare quel colore di capelli?- chiese retorica Grace, per poi sprofondare nella poltrona.

-Non vi sembra familiare?- continuò Pope.

-La ragazza di ieri sera!- affermò Alyssa -E se fosse quello suo padre?-

-Beh, tutta questa storia comincerebbe ad avere senso- sbottai io, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.

Ovviamente nessuno di loro probabilmente aveva idea di chi fosse la misteriosa ragazza dai lunghi capelli rossi, tanto belli da sembrar quasi che da quei boccoli potessero uscire delle fiamme. Io invece sapevo perfettamente che il suo nome fosse Kailey Walker e che la sera prima ci fosse anche suo fratello, Dylan. Infatti, solo pochi giorni prima, quest'ultimo mi aveva venduto una bellissima e costosissima auto, che poi aveva voluto indietro in cambio di una moto di altrettanto valore.

Ero riuscito a trovare i soldi perché John B mi aveva regalato l'unico pezzo d'oro che era riuscito ad ottenere. Non sapevo perché lo avesse fatto e all'inizio io non accettai, poi però lo presi lo stesso. Mi sentivo un po' in colpa per aver sprecato quei soldi in quel modo.

-Secondo me dovremmo parlarne con loro- disse di getto John B, beccandosi parecchi sguardi contrariati, compreso il mio.

-Spero tu stia scherzando- esclamai -Hai dimenticato con chi abbiamo a che fare per caso?-

-So che può sembrare una pazzia, ma pensateci: sono abbastanza sicuro che se quella casa era segnata su entrambe le mappe, probabilmente al suo interno conteneva qualcosa di importante; e quella cosa potrebbero averla presa loro- continuò lui, tenendo le braccia incrociate sul petto.

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