4. Noah

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Presi la torta che era in frigorifero ed era incartata con sopra un bigliettino, la presi e mi decisi a suonare a casa dei beck.

<ancora tu?> disse Noah squadrandomi. Era a petto nudo e aveva il joystick della Playstation in mano.
<oh ciao Camila!> arrivò sua madre che mi accolse facendomi entrare
<è da parte di mia madre> dissi porgendole la torta
<dille che non si deve disturbare, comuunque ringraziala> disse portando la torta in cucina

La casa dei Back era moderna, pulita e molto luminosa.
Noah mi passò di fianco sfiorandomi per poi coricarsi sul divano e continuare a giocare al suo videogioco
<io devo uscire e andare da papà, ci vediamo dopo, fai come fossi a casa tua Cami> disse la signora Back, poi uscii
<non voglio essere un peso quindi io torno a casa> dissi imbarazzata, eravamo rimasti io e noah
<se vuoi puoi restare> disse accennando un piccolo sorriso, tutto ciò mi sembrava strano, mi ero sempre sentita la persona di troppo.

Così mi sedetti sul divano, mi passò il suo joystick in mano
<ci sai giocare vero?> mi chiese guardandomi negli occhi
<in realtà no> dissi imbarazzata
<vieni, ti insegno io> disse facendomi segno di avvicinarmi a lui.

Era uno di quei giochi da guerra in cui dovevi sparare agli avversari e tutto ciò mi metteva ansia
<allora, per sparare devi usare questo tasto> disse sorridendo
Mi prese le mani e mi aiutò a giocare.
Una forza, un'energia mi passo per tutte le vene del corpo, era un'energia che non sentivo da tanto tempo
<sei forte> disse ridendo
<i giochi da guerra non fanno per me> risi pure io

Passammo quasi tutto il pomeriggio a giocare, finalmente avevo trovato un'amico, qualcuno che mi facesse ridere e stare bene.
Mi arrivò un messaggio da mamma così lo apii

"Ciao tesoro, io e Richard siamo al mare, raggiungici e vestiti bene che andiamo in un ristorante"

<io devo andare> dissi alzandomi dal divano
<ci vediamo domani Camila> disse sorridendo, lo guardai negli occhi e per un secondo mi soffermai, poi uscii.

...

<sei bellissima tesoro> disse mamma accogliendomi al tavolo con un calorosissimo abbraccio, indossavo un vestito rosso
<quindi com'è andata oggi?> chiesi sorridendo
<bene, era una bellissima giornata> disse Richard aprendo il menù
<e tu invece? Che hai fatto di bello?> mi chiese mamma
<nulla di che, ho solo fatto le cose che mi hai chiesto di fare> dissi sorridendo

Mamma e richard decisero di tornare a casa così ne aproffittai per camminare sulla spiaggia.

Mi tolsi le scarpe e affondai i piedi nella sabbia ancora calda.
Il sole iniziò a scendere e il cielo stava inziando a cambiare colore, era arancione e rosso.

Vidi Nick nel campo da pallavolo che giocava col suo gruppo di amici così mi avvicinai.
Nick si girò e mi guardò per poi sventolare una mano e farmi segno di avvicinarmi
<hey ciao> disse fermando la palla che mise sotto il braccio
<vuoi unirti?> mi chiese una ragazza slanciata, con i capelli neri in costume
<no grazie, preferisco guardare> dissi accennando un sorrisetto
<comunque io sono Charli disse lei alzando la rete per raggiungere l'altra metà del campo, si avvicinò per poi stringermi la mano.
<loro sono i miei amici, se vuoi fra poco abbiamo finito, possiamo darti un passaggio a casa> disse con gentilezza
Accettai, infondo erano gentili e un passaggio a casa mi sarebbe stato utile e anche se sarei tornata a casa tardi non sarebbe stato un problema

...

Il vento mi soffiava fra i capelli, la musica della macchina era altissima, per pochi istanti mi ero dimenticata di ogni cosa, guardai fuori dal finestrino e si vedevano le stelle.
<vuoi provare?> Una ragazza dai capelli corti biondo platino mi passò in mano una bottiglia di vodka, accettai.
Ne mandai giù un sorso e sentii la gola andarmi a fuoco.

Dopo esserci fermati davanti a casa mia li salutai, scesi dall'auto e vidi la loro macchina andarsene, sparire alla curva successiva

Così mi guardai, puzzavo in una maniera assurda di alchol. Mi tolsi i tacchi, avevo male ai piedi, li presi in mano e attraversai la strada per arrivare davanti a casa mia.
Cercai la chiave sotto il tappeto e dentro la cassetta della posta. Cercai di accendere il cellulare ma era scarico così mi guardai intorno.

Decisi di coricarmi sullo sdraio in giardino davanti alla piscina che era illuminata dai led che cambiavano colore.
<non ti fa bene uscire con quella gente> sentii una voce maschile dietro di me così mi girai
<tu non sai quello che mi fa bene> dissi scoppiando in una risata isterica
<passami la bottiglia dai> disse avvicinandosi
<no> dissi alzandomi barcollando
<ho detto che devi passarmi la bottiglia> ribattè lui
<ho detto di no> urlai buttando la bottiglia per terra, si sbriciolò in mille scheggie taglienti.

<lasciami stare Noah> dissi avvicinandomi a lui barcollando, mi aggrappai al suo barccio per non cadere e poi sospirai
<scusa sono un disatro> dissi giardandolo negli occhi, mi ero resa conto solo in quel momento di ciò che stavo facendo

Spazio autrice
Ciao a tutti, come va? Io benino dai, questa storia sta proseguendo e ne sono veramente felice

YOU COMPLETE ME//Noah BeckDove le storie prendono vita. Scoprilo ora