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17/12/2017

"Questa domenica sembra non voler finire." Penso mentre sbadiglio. Contro la mia volontà sono stata trascinata da April a fare compere. "Devi mettere il muso fuori casa, Lou. È importante!", mi aveva detto quella mattina. Il mio programma di starmene sdraiata sul divano a guardare qualche reality show o un film è andato in fumo perché la mia quasi ex amica del cuore ha avuto la grande idea di andare da Harrods.
Sono passate due settimane dalla discussione con David, ho continuato a lavorare ma lui non ha ancora preso una decisione. Gli ho fatto nuovamente pressione e lui mi ha chiesto più tempo. Stizzita gli avevo detto che entro lunedì 18 deve farmi sapere cosa intende fare e, l'idea che domani avrò finalmente la risposta, mi rende nervosa. Cerco di convincermi che sceglierà me ma non sono del tutto sicura.
<<Lou! Vieni a vedere questo!>> mi chiama April dall'altra parte del negozio. Tutti i commessi si girano a guardarci e uno di loro ci intima di fare meno chiasso.
Lentamente mi avvicino alla mia amica che, con una faccia da ebete, sta guardando un anello con un diamante più grande del mio dito.
<<Non dirmi che vuoi comprartelo.>> chiedo, sapendo bene che non può permetterselo.
<<No, scema.>> sospira. <<Mi starebbe bene sul dito, non trovi?>>
Annuisco svogliatamente. So bene di non essere per niente partecipe a quella giornata di compere, un tempo April e io ci divertivamo a provare di tutto e di più e tornare a casa con almeno una decina di pacchetti. Oggi, invece, non ho voglia, penso solo a David e alla sua decisione. Chissà cosa sta facendo in questo momento. Sicuramente sarà a casa con la moglie e i suoi figli.
Esco dal negozio, sono stanca di girare a vuoto nella gioielleria e decido di entrare in profumeria. È una settimana che continuo a dire che ho finito il mio profumo preferito e vorrei comprarmelo così la smetto di lamentarmi.
<<Buon pomeriggio, signorina. Se ha bisogno, chieda pure.>> esclama la giovane commessa, alta e mora. Mi sorride affabile, non aspetta altro che io chieda aiuto. Mi incammino lentamente verso gli scaffali, so cosa voglio e so bene dove si trova. Dopo qualche minuto trovo il mio amato profumo di Elie Saab, prendo il mio preferito e, sapendo che April sarebbe rimasta ancora per molto nella gioielleria, decido di farmi un giro.
"Potrei prendere un profumo a David, come regalo di Natale" penso mentre mi blocco in cerca del reparto uomo. So che non dovrei prendergli nulla ma vorrei che si ricordasse di me ogni volta che, al mattino, si spruzza qualche goccia. Decido di raggiungere il reparto uomo che è dall'altra parte da dove sono io ora, faccio dietrofront e, appena svolto l'angolo, mi blocco. Un uomo in jeans e maglione grigio è fermo davanti allo scaffale di Elie Saab e sta guardando i profumi. Sento il mio cuore battere all'impazzata e il mio respiro si fa affannoso. Davanti a me c'è David. Vorrei sprofondare, vorrei che in questo momento sotto ai miei piedi si aprisse una voragine e cadere fino al centro della terra. Che ci fa nel reparto donna?
"Oddio." Mormoro, quasi con le lacrime agli occhi. Mi sta comprando il profumo. L'altra mattina mi sono lamentata davanti a lui di aver finito il profumo e di essere stata costretta a metterne uno, troppo forte, di April. Può darsi che voglia regalarmelo dopo avermi detto che vuole stare con me. Ho le lacrime agli occhi al pensiero. Ora devo ricompormi e sgattaiolare via, non voglio che mi veda. Indietreggio lentamente ma finisco contro qualcuno che, sgarbatamente, si lamenta.
<<Mi scusi.>> mi affretto a dire per poi scappare. Ma è troppo tardi: David si è voltato nella mia direzione e mi guarda sorpreso. Vorrei decifrare il suo viso, capire cosa sta pensando ma mi è impossibile. Farei qualsiasi cosa per potergli leggere nella mente.
Mi avvicino a testa bassa per l'imbarazzo. <<Ciao.>>
<<Sei sbadata come sempre!>> esclama sorridendo.
Lo guardo, vorrei abbracciarlo ma, purtroppo, non posso. Non so per quale motivo ma è teso, sembra che voglia essere ovunque ma non qui.
<<Passi anche tu i pomeriggi nei centri commerciali? Non pensavo fossi il tipo!>> lo prendo in giro, voglio smorzare la tensione che è nata tra noi.
<<Perché stavi scappando?>>
Arrossisco. <<Non stavo scappando... Non volevo disturbarti.>>
Vorrei tanto che mi dicesse la sua decisione, vorrei saperla ora, in questo istante ma non dice nulla. Potrei chiederglielo ma gli ho promesso di dargli tempo fino a domani ed è giusto che io rispetta i patti.
<<Disturbarmi? Non ti fai problemi a interrompermi ogni volta che studio un copione ma ti preoccupi di darmi fastidio mentre sono in una profumeria?!>> scoppia a ridere, la tensione sembra essere scesa.
<<Hai ragione.>> mormoro, rendendomi conto di quanto sia stata ridicola. <<Ti va di bere una cioccolata insieme?>>
<<Non posso...>> sussurra.
È a disagio, lo percepisco chiaramente e mi sento una sciocca per non essermene resa conto.
<<Non sono da solo.>> aggiunge. Non riesco a guardarlo in faccia, è con la moglie e, molto probabilmente, il profumo era per lei. Sono stata una stupida.
<<Capisco. Allora ci vediamo domani al lavoro.>> esclamo cercando di nascondere la delusione.
<<Mi dispiace tantissimo, Lou.>>
<<Non preoccuparti. A dir la verità non sarei potuta venire, non so perché l'ho proposto.>> dico sorridendo.<<Ci vediamo domani, allora.>>
Lo saluto senza dargli il tempo di aggiungere altro, non voglio sapere se ha preso la sua decisione, voglio solo tornare a casa e buttarmi sul letto. Come avevo potuto pensare che avesse scelto me? Solo ora mi rendo conto di quanto io sia stata ridicola a pensare che avrebbe mollato la sua vita sicura per avventurarsi in una relazione dall'esito incerto.
Pago il profumo e esco alla svelta. Non voglio incrociare Georgia, soprattutto non voglio fare la finta amica.

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