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"L'innamoramento è sempre un'esperienza estrema: quando ci si innamora, l'altro diventa un'ossessione."
- Ian McEwan

Un lieve raggio di sole illumina la stanza, grugnisco infastidita. Rivoglio l'oscurità, voglio il silenzio e non il cinguettio di quei maledetti passerotti. Mi sento completamente spossata come se avessi corso per tutta la notte ed invece l'ho passata a piangere come una stupida.
All'improvviso mi torna in mente il suo viso addolorato mentre mi rivestivo ed uscivo dalla porta adirata come Liam Neeson in "Io vi troverò".
"Smettila di pensarci. Deve scegliere." Cerco di convincermi ma inutilmente. A chi voglio darla a bere? Non riuscirò mai a staccarmi da lui, tornerò sempre sui miei passi e mi accontenterò di trascorrere poche ore in sua compagnia. Non sono in grado di tagliare i rapporti, non pensavo mai di doverlo dire, ma David è una droga per me ed io non riesco a disintossicarmi perché ogni parte di me lo desidera più di ogni altra cosa.
Mi volto verso la porta, magari riesco a riaddormentarmi se non vedo quel dannato raggio di sole. Non faccio neanche in tempo a chiudere gli occhi che April, con tutta la sua delicatezza, entra in camera e, con la forza di un tornado, comincia a mettere ordine.
<<Dovresti alzarti.>> apre le finestre. <<Sei già in ritardo.>>
Mugugno qualcosa, non ho voglia di risponderle, voglio solo essere lasciata in pace.
<<Avanti, non vorrai stare tutto il giorno a poltrire!>>
<<Cazzo, sembri mia madre.>> bofonchio nascondendo il viso nel cuscino. Voglio dormire, è così difficile da capire?
Sento April avvicinarsi al letto, faccio finta di nulla, non mi interessa se mi sbraita addosso, io non mi alzo.
<<Perché mi costringi ad usare le maniere forti?>>
Maniere forti? Di che sta parlando.
<<Uno... due... e tre!!>> le coperte volano sul pavimento disfate dalla mia quasi ex migliore amica.
<<Fa freddo!! April, voglio stare a letto.>> urlo scalciando come una bambina.
<<Non mi interessa. Devi andare al lavoro.>>
<<Perché ti interessa tanto?>> domando incuriosita da tutta questa sua determinazione nel buttarmi fuori di casa.
Lei sobbalza ed arrossisce. Mi sta sicuramente nascondendo qualcosa.
<<La signora Harris porta qui sua figlia verso mezzogiorno.>> borbotta senza guardarmi negli occhi.
La scruto attentamente, so che sta mentendo, potrei smascherarla subito, ma voglio vedere per quanto ha intenzione di farlo.
<<Come mai non vai a casa sua come hai sempre fatto?>> chiedo sbadigliando.
<<Ehm.. perché viene l'idraulico e, quando se ne va, deve pulire la casa. In poche parole non vuole tra i piedi la figlia.>>
Annuisco, non mi ha convinta per niente, ma poco importa; prima o poi verrò a conoscenza del suo segreto.
<<Non preoccuparti per me, starò tranquilla in camera.>>
<<No, assolutamente no. Ti devi alzare!>>
Sbuffo, com'è cocciuta quando ci si mette.
Lentamente mi alzo, mi dirigo verso il bagno e, giusto per farla disperare, mi butto sotto il getto caldo della doccia. Non mi importa se farò tardi, non mi interessa se Douglas Mackinnon si arrabbierà tantissimo e tantomeno mi preoccupo per David.

*

Arrivo presso la foresta di Dean nell'Oxfordshire mezz'ora dopo, sono un po' agitata al pensiero di doverlo vedere e soprattutto di doverci parlare.
<<Smith, Smith!!>> mi chiama insistentemente una voce dietro di me. <<Si fermi, per la miseria!>>
Mi volto rassicurata dal fatto che quella vocina stridula non fosse di David ma di Sarah Brown, l'assistente di Mackinnon.
<<Ti stiamo aspettando da un'ora. Dov'eri finita?>> mi chiede appena mi è vicina tanto da sentire il suo nauseante profumo.
<<Ho avuto un contrattempo, ma ora sono qui.>> dico sbrigativa.
<<Gli attori sono quasi pronti, manca solo il trucco.>> borbotta facendomi segno di seguirla. <<Stamattina il signor Mackinnon non era di buon umore, ha minacciato di licenziarti, ma il signor Tennant gli ha detto che hai avuto un problema in famiglia.>>
Arrossisco, David ha mentito per me? Mi ha difesa nonostante tutto quello che è successo ieri?
<<Allora dovrò ringraziarlo per avermi salvata.>>
<<Sì, è davvero una brava persona. Sua moglie è davvero una donna fortunata.>>
Non le rispondo, anche perché se solo volessi le direi che David non è proprio come sembra e che preferisce la mia di compagnia che quella di Georgia. Rimango zitta, custodendo il mio segreto ed accontentandomi di immaginare le mani di Dave sul mio corpo.
Avanzo in silenzio in mezzo ad almeno una trentina di uomini vestiti in maniera appariscente, Sarah mi lascia davanti alla minuscola roulotte dove ero solita truccare gli attori e mi saluta tutta sorridente. Mi fermo per prendere fiato, rivederlo mi provoca gioia, ma anche tanto dolore.
Apro la porticina e subito sento la sua risata rimbombare per la roulotte. Mi manca il fiato, vorrei andarmene, fuggire il più lontano possibile, ma non posso perdere il lavoro visto che è la mia unica fonte di guadagno.
<<Oh, ecco che è arrivata la ritardataria cronica.>> esclama Mackinnon ridendo. <<Io e il mio amico stavamo giusto parlando dei ritardi delle riprese. Come posso mandare in scena gli attori se non sono truccati?>>
<<Mi scusi, ho avuto un contrattempo.>> mormoro abbassando la testa mentre cerco di evitare lo sguardo preoccupato di David.
<<Non deve più succedere altrimenti verrai licenziata e nessuno potrà salvarti.>>
<<Come desidera, Mackinnon. Che mi licenzi anche ora, non ho bisogno di essere salvata.>> sbotto infastidita dal suo modo di parlarmi. Il silenzio cala nella roulotte, sto tremando sia per la rabbia sia per il terrore di essere per davvero licenziata e di certo gli sguardi allibiti dei due uomini non mi aiutano a mantenere la calma. Ma perché non sono mai capace di stare zitta?
<<Credo che la signorina Smith sia un po' sconvolta.>> interviene tutto ad un tratto David. <<Sono certo che non capiterà più. E anche fosse sono in grado di nascondere le mie imperfezioni anche da solo.>>
Signorina Smith. Signorina? Smith? Da dove viene tutta questa professionalità? Non mi ha mai e dico mai chiamata in questo modo, forse solo il primo giorno in cui ci siamo incontrati, ma aveva smesso subito passando a "Louise" o "Lou".
Mackinnon non dice nulla, mi lancia uno sguardo omicida ed esce dalla roulotte lasciandomi con l'ultima persona con cui voglio rimanere sola.
David si siede, non dice nulla ed io sono sollevata. Mi tolgo velocemente il cappotto, prendo i trucchi e comincio a lavorare sul suo viso. Ad ogni tocco arrossisco, mi sembra di essere tornata ai primi giorni quando avevo il terrore di fare una brutta figura. Perché mi sento così imbarazzata? Conosco quel corpo come se fosse il mio, l'ho visto, l'ho toccato e l'ho baciato; perché ora ho difficoltà ad avvicinarmi di più e a spalmargli il correttore su dei piccoli brufoli?
<<Hai intenzione di ignorarmi ancora per molto, Lou?>> sussurra cercando di non muoversi.
<<Non sono più la "signorina Smith"?>>
Sbuffa. <<Lo sai bene perché ti ho chiamata così. Non era il momento di usare nomignoli, soprattutto non con Mackinnon arrabbiato.>>
<<Temi forse che potrebbe smascherare la nostra relazione?>> domando mentre sistemo il correttore.<<Hai paura?>>
<<Non ho paura di un bel niente, Louise. Ti stai comportando come una sciocca. Mi stai rimproverando perché ho evitato che venissi licenziata?>>
Rimango in silenzio per qualche minuto, vorrei urlargli addosso, dirgli quanto mi fa stare male il pensiero che lui torna a casa dalla moglie e beatamente vive la sua vita. Non può capire come mi sento, sono io quella che sta rinunciando ai propri sogni per lui e lui invece non è capace di prendere una decisione.
<<Ieri hai frainteso le mie parole. Se ti ho offesa, ti chiedo scusa.>>
<<Non è così semplice. E soprattutto non riguarda solo ieri.>>
<<Cosa vuoi che faccia?>> quasi urla David mentre si mette le mani nei suoi capelli rossi, spettinandoli.
<<Te l'ho già detto! Non possiamo continuare così!>>
<<Lo so che non è facile per te, ma non posso distruggere un matrimonio così all'improvviso..>>
Scoppio in una risata isterica. <<Hai distrutto il tuo matrimonio appena sei venuto a letto con me.>>
Guarda fuori per vedere se qualcuno ha sentito, ha il terrore di essere scoperto e per un attimo spero che un attore o Mackinnon stesso ci abbia sentito.
<<Lou, lo sai quanto ti amo! Te l'ho detto più volte, devi darmi tempo!>>
<<Voi uomini prima ci portate a letto promettendoci che lascerete le mogli, poi vi rendete conto che è difficile e noi torniamo ad essere il vostro giocattolino con cui divertirvi quando la vostra cara mogliettina vi fa incazzare!>> sbraito. <<Io..>>
Non riesco a finire la frase che David mi si scaglia addosso e, spingendomi contro il tavolino, mi zittisce mettendomi la mano davanti alla bocca.
<<Calmati! Non voglio discutere con te perché sei importate per me. Mi stai accusando di cose non vere e lo sai. Non sei mai stata un giocattolino, non faccio sesso con te perché sono frustato e di certo non ti uso per puro divertimento.>> toglie la mano dalla mia bocca. <<Sei la donna più intelligente, bella e testarda che io abbia mai conosciuto. Non dovevo farmi avanti, non avrei mai dovuto baciarti quel giorno, ma eri così bella che non sono riuscito a trattenermi!>>
<<Bugiardo!>> sbotto mentre cerco di divincolarmi dalla sua presa.
<<Fammi finire, dannazione! Non so a cosa pensavo quando ho iniziato questa relazione, non lo so ancora adesso, ma è un anno che va avanti ed io non voglio che finisca.>>
<<Non puoi avere entrambe. Non è giusto nei confronti miei e quelli di Georgia.>>
<<Lo so, ma te l'ho detto che tra me e mia moglie non c'è più nulla.>>
David è ancora attaccato a me, sento che il suo profumo mi sta inebriando e devo far leva su tutto il mio autocontrollo per non baciarlo.
<<Se è vero che mi ami, la lasci.>>
<<È quello che voglio fare, ma devo trovare il momento migliore.>>
Mi sorride dolcemente, mi accarezza una guancia e, con mia grande sorpresa, mi bacia. Non possiamo lasciarci andare come facciamo di solito, temiamo che qualcuno possa entrare nella roulotte e sono certa che lui non voglia rischiare.
<<Finisco di incipriarti il naso.>> lo prendo in giro.
Lui si va a sedere ed io torno al lavoro più tranquilla di prima.

*

Ormai è sera, le riprese stanno finendo ed io sono distrutta. Oltre ad aver truccato gli attori protagonisti, ho sistemato ben trenta comparse. Sto mettendo i trucchi al loro posto e poi finalmente potrò tornare a casa.
<<Ehi, Louise!>>
Mi volto, nella roulotte è entrato Mackinnon.
<<Non dovresti essere dietro la cinepresa?>>
<<Stiamo facendo l'ultima pausa. Manca una scena e poi andremo tutti a casa.>>
Sembra imbarazzato, come se volesse essere da tutt'altra parte. Comincio ad agitarmi e a domandarmi per quale motivo si senta così.
<<C'è qualcosa che non va?>> mi azzardo a chiedere.
Lui non dice nulla, mi guarda con severità e mi invita a sedermi vicino a lui.
Mackinnon comincia a parlare ed io impallidisco desiderando di sparire il più lontano possibile.


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