"Ed ora sei qui. Io smaniavo, ti volevo. Sei ventata fresca, sul cervello in fiamme di passione."
- Saffo, frammenti.10/11/2016
Era ormai la decima volta che passavo la notte da April, il mio patrigno aveva dato di matto un'altra volta ed io non me la sentivo di dormire a casa mia con l'incubo di sentirlo nuovamente urlare ed inveire contro mia madre nel bel mezzo della notte. È vero, potrei andarmene di casa, faccio trent'anni tra dieci giorni e dovrei essere indipendente; invece no, non ho risparmiato abbastanza per andarmene e soprattutto ho iniziato da soli 10 mesi a lavorare e non posso chiedere nessun tipo di prestito. Così, quando la situazione diventa invivibile a casa, mi rifugio da colei che mi ha sempre protetta da tutti e tutto: la mia migliore amica.
<<Per me dovresti parlare con tua madre. Insomma, perché sta con una merda del genere?>> esclama April prima di aprire la seconda bottiglia di birra.
<<Perché non vuole rimanere sola, penso.>>
<<Ma lei ha te! Non sarebbe sola ed è meglio avere tra i piedi una rompiscatole come te che un patrigno violento.>>
Bevo un sorso di birra. <<Non è violento, non ha mai alzato le mani su di noi. Si mette solo ad urlare e ci minaccia di non darci più un soldo.>>
<<Assurdo!! Anche tua madre lavora e pure tu! Quanto è ridicolo.>>
<<Già, ma per lui noi siamo dei rifiuti e contiamo poco. Non so come sia potuto piacere a mia madre!>>
April si alza, scompare per qualche secondo in cucina e ritorna con un sacchetto di patatine. Mi lecco le labbra già pregustandole, ho una fame da lupi e, inoltre, adoro passare le mie serate a parlare con lei, mi fa sentire meglio.
<<Magari è bravo a letto!>> borbotta per poi scoppiare a ridere.
<<Che schifo, non voglio pensarci!!>> le butto un cuscino addosso.
<<Ah giusto, tu vorresti solo il tuo capo. Aspetta, come si chiama? Quello rosso, quello che trucchi!>>
Sobbalzo ed arrossisco. Non voglio toccare questo argomento, anche perché quando si tratta di uomini sono una vera e propria imbranata che non fa altro che fare figure di merda per cui vorrei sprofondarmi sotto terra.
<<Dai, aiutami. Sai a chi mi riferisco, non fingere di non saperlo!>> sbuffa per poi tornare all'attacco. <<Quello che hai sognato mezzo nudo l'altra notte.>>
<<Non era mezzo nudo.>> la correggo.
<<Vedi che ti ricordi! Come si chiama?>>
Non provo nemmeno a opporre resistenza, non servirebbe a niente visto che April diventa inarrestabile quando si tratta di scoprire i segreti altrui.
<<David Tennant. E non è il mio capo.>>
<<Ho sbagliato di poco!>>
<<È sposato, April. Non ci sarà nulla tra di noi.>> mormoro bevendo un altro sorso di birra.
Anche lei fa lo stesso e poi riprende a parlare. <<A me non sembra! È tanto gentile con te...>>
<<Questo non vuol dire che prova qualcosa per me. Lui è gentile con tutti!>>
<<Okay, ma si preoccupa. L'altro ieri mi hai detto che ti ha vista in lacrime ed è rimasto un'ora con te per cercare di tirarti su di morale, giusto? È rimasto un'ora, cavoli, quando poteva benissimo andare a casa!>> prende fiato. <<E vogliamo parlare dei libri che ti presta? Sei solo una truccatrice, non per forza deve socializzare con te. E poi, quale uomo ti dà dei libri per poi parlarne assieme? Con tutti gli uomini con cui sono uscita, nessuno di loro si è mai posto il problema di indagare sui miei hobby!>>
<<Certo, tu esci con dei cretini!>>
April mi fulmina con lo sguardo e poi scoppia a ridere.
<<È solo un uomo gentile che si preoccupa per gli altri. Non prova proprio niente per me.>> sospiro prima di buttar giù tutta la birra.
April mi guarda, non dice più nulla, si limita ad osservarmi e, dal suo sguardo, capisco che è preoccupata per me. Perché dovrebbe esserlo? Io sto bene, non ho bisogno di un uomo e tantomeno ho bisogno di fantasticare su un attore sposato. Eppure, ogni volta che sono in sua compagnia, il cuore mi batte talmente forte che prima o poi uscirà dalla cassa toracica; per non parlare di quando le mie mani armeggiano sul suo bel viso. Comincio ad arrossire, cerco sempre di rimanere professionale, ma è difficile quando lui mi osserva mentre gli sistemo qualche piccola imperfezione. So bene che non sto mentendo a me stessa perché ho sempre voluto essere una donna indipendente, ma su una cosa mi sbaglio: non ho bisogno di un uomo per sentirmi completa, la mia vita mi piace così com'è, non sarà un uomo a renderla migliore, ma necessito di David perché sono certa che lui sia stato creato apposta per me. Platone forse aveva ragione, forse siamo stati divisi ed ora la mia ricerca dell'altra metà è terminata. Non posso dire ad April tutto quello che provo per lui, mi darebbe consigli su come sedurlo ed io non voglio perché non ci sarà mai nulla tra me e David.
<<Sei complicata, Lou. >> borbotta alzandosi per mettere un po' di musica.
"Non sai quanto." Penso tra me e me.
<<Avanti, ora bevi e lasciati andare. Dobbiamo divertirci!>> quasi urla alzando il volume.
Rido, mi alzo in piedi e comincio a ballare seguendo il ritmo della musica. Continuo a bere, stasera voglio lasciarmi andare senza pensare a niente. April mi fa girare, io rido come una pazza e mi metto persino a cantare. Finalmente mi sto divertendo, mi sto lasciando andare e non mi importa se domani mi alzerò con un mal di testa fortissimo.
*
Lo sapevo, non dovevo bere così tanto. Mi alzo dal divano, non mi sono nemmeno scomodata di andare a letto ieri sera, "bene Louise, continua così". Barcollando raggiungo il bagno, mi viene da vomitare e l'unica cosa che vorrei è starmene a letto, ma non posso. Accendo la luce e mi sembra di ricevere una martellata in testa. Grugnisco, apro l'armadietto con dentro i medicinali e prendo un'aspirina con la speranza che mi allievi il dolore. Mi guardo allo specchio: i capelli sono completamente in disordine, il trucco è sbavato su tutto il viso e ho un bel livido vicino al sopracciglio destro. Tutto normale, insomma. Sbadiglio e finalmente mi rendo conto che quel livido ieri non c'era.
<<Ti prego, no!!>> mormorò quasi in lacrime.
Mi sciacquo il viso con la speranza che quell'orrenda chiazza violacea sia solo sporco. Ma chi voglio convincere? È un dannato livido ed è anche in bella vista. Mi riguardo allo specchio e, come previsto, la macchia è ancora lì. Sbuffo mentre cerco del fondotinta tra le cose di April, com'è possibile che non ce l'ha?
Bene, dovrò andare al lavoro conciata in questo modo. Mi vesto velocemente, do una sistemata ai capelli e corro fuori senza neanche fare una colazione.
"Morirò" penso tra me e me mentre prendo la metropolitana.
Arrivo sul set mezz'ora dopo, ho il fiatone e ho delle fitte fortissime alla testa. Sto malissimo e mi sta anche bene: la prossima volta ci penserò due volte prima di dare retta ad April.
<<Louisa!>> urla la stridula voce di Sarah Brown alle mie spalle. <<David ti sta cercando. Sei in ritardo.>>
Mi volto cercando di nascondere lo strano desiderio di strangolarla. <<Come puoi vedere, mi sto dirigendo verso la roulotte!>>
Lei non dice nulla e di certo io non le lascio neanche il tempo di aprire nuovamente quella bocca. Voglio solo il silenzio, ho la testa che mi scoppia ed ogni rumore è come uno spillo che mi entra in testa.
Poco dopo arrivo davanti alla roulotte, prendo un bel respiro ed entro. Lui è seduto sulla sedia con il cellulare in mano.
<<Buongiorno>>
Silenzio totale, non accenna neanche ad un sorriso.
"Bene, è ovvio che sia arrabbiato con me. Arrivo sempre tardi ed oggi non ha intenzione di far finta di nulla come ha sempre fatto" penso "È tutta colpa di April. Che sia maledetta lei e la sua voglia di far festa. Ed è anche.."
<<Oh, buongiorno! Che fai lì impalata sulla porta?>> esclama David interrompendo le mie maledizioni contro April.
Appoggio la mia borsa sul tavolino e mi tolgo il cappotto.
<<Ho scoperto un gioco davvero divertente sul cellulare. È quasi tutta mattina che non smetto di giocarci.>> sorride mentre si alza e si sistema per farsi truccare. Mi avvicino, la nausea torna a farsi sentire e temo di vomitargli addosso.
<<Sarah mi ha detto che mi stava cercando.>> mormoro mentre prendo il fondotinta. Ha gli occhi chiusi, lo osservo attentamente e vorrei poter baciare le sue labbra che, a prima vista, sembrano morbide.
<<Oltre al fatto che credevo che ti avessero rapita.. Che diavolo hai fatto all'occhio?>>
Sobbalzo imbarazzata, purtroppo si è accorto del livido.
<<È stato il suo patrigno?>> quasi sbraita alzandosi e avvicinandosi troppo a me. Sento il suo profumo e non so se riesco a resistere.
<<No, no. Ieri sera ho bevuto un po' troppo e devo essere caduta.>>
David tira un sospiro di sollievo e rimango piacevolmente sorpresa dal fatto che lui si sia preoccupato per me.
<<Louise, lei ha la capacità di farmi venire un infarto. Ho una certa età, ormai.>> sorride per poi tornare a sedersi sulla solita seggiola dove lo trucco.
Comincio a spalmargli il fondotinta, sono un po' delusa. Cosa mi aspettavo che mi dicesse?
<<Comunque volevo chiederle se le andava di unirsi a noi stasera. Tutto il cast e alcuni della crew si ritrovano in un pub per festeggiare la fine delle riprese di questa prima parte.>>
<<Posso davvero partecipare?>> domando sconcertata dal fatto che una truccatrice possa essere invitata ad eventi del genere.
<<Certo, sono io che la invito. Sta facendo un ottimo lavoro e non vedo perché non debba festeggiare con noi!>>
Sorrido imbarazzata. <<Grazie.>>
<<Deve essere puntuale, non può perdersi Mark ubriaco.>> scoppiamo a ridere. <<Per le 21:30 si faccia trovare al "The Queens Head Pub".>>
Annuisco emozionata. L'idea di trascorrere una serata con David mi rende euforica. Avrò sicuramente più possibilità di stargli vicino, di parlargli e di ridere con lui.
David si alza, prende la giacca e, dopo avermi salutata, esce dalla roulotte. Vorrei urlare di gioia, saltare, ballare, ma devo trattenermi e soprattutto devo convincermi che è solo un invito formale e non un appuntamento.
"È un uomo sposato, non avrà mai occhi per me" penso mentre sistemo i trucchi.

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Lovers
RomanceDavid Tennant è un uomo sposato ormai da sette anni, ma la sua vita matrimoniale non è più una favola come un tempo e, nonostante abbia cercato di salvare il suo matrimonio, David si innamora di Louise Smith. L'allegra trentenne ama David alla folli...