EPILOGO - LA TERRA DAL FIUME DI VETRO

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Lenia, rannicchiata sul ponte della nave che Helise aveva mandato per recuperarli da Leratock, diede un piccolo colpo con il piede al braccio di Jared, ancora disteso e incapace di muoversi ma con gli occhi completamente aperti. Le acque sotto di loro erano agitate, con piccoli guizzi veloci che correvano da una parte all'altra, ma la nave era piuttosto solida e riusciva ad avanzare sebbene con qualche difficoltà.

«Inizia a piovere» gli disse solo, e gli si stese di fianco volgendo il viso al cielo.

Jared si voltò a fatica verso di lei e riuscì a sorriderle nonostante il dolore.

Accolsero in silenzio le immagini che li avvolsero, cibandosi di quelle sensazioni come se fossero le proprie. Nessuno degli schiavi sfuggiti dalla fortezza disse nulla, rimanendo stoicamente in piedi a trovare un senso ai frammenti di vita e di morte di cui la pioggia li rendeva partecipi. Avevano già visto molte delle brutture che gli riempirono la mente, molte le avevano vissute sulla propria pelle, e l'unica cosa che poterono fare fu quella di rimanere in rispettoso silenzio.

Quando si avvicinarono alla riva di Westmist, due ore dopo la loro partenza, notarono un certo fermento lungo la costa e persone infradiciate fino alle ossa correre concitati da una parte all'altra. Udirono chiaramente pianti di dolore, grida di esasperazione, talvolta anche qualche riso di gioia ma, soprattutto, sentirono le urla di battaglia.

Approdati sulla costa di Helsing, notarono che si cominciavano già a preparare piccole squadre di Popolani affamati e smagriti, pronti a raggiungerne altre già disposte in diverse zone della città, con l'obiettivo di attaccare la cittadella.

Allo stesso modo in tutta Westmist, man mano che le città si svegliavano e riacquistavano la propria memoria collettiva, cominciarono a organizzarsi gruppi di povera gente pronti ad attaccare i Capi e a riprendersi ciò che per troppo tempo gli era stato negato. La maggior parte di loro non aveva mai brandito un'arma in tutta la vita, ma erano determinati a combattere armati solo di giustizia e tanta rabbia.

Lenia, invece, non era più arrabbiata.

«Guarda che cosa hai creato» le disse piano Jared, portando una mano al fianco per contenere la fitta di dolore, seduto sulla spiaggia di pietruzze che adesso il fiume poteva finalmente lambire.

Lenia, che era andata avanti di qualche metro, tornò indietro verso di lui con un sorriso che le apriva il volto dagli occhi scuri.

«Questo è solo l'inizio. Adesso comincia la rivoluzione».

La Terra dal fiume di VetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora