Tra le fiamme.

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TRA LE FIAMME

Prompt: y ha un segreto che deve tenere nascosto ad x per preservare la sua sanità mentale.
"What if? in cui Sirius ha scoperto che Peter fosse la spia prima che Voldemort uccidesse Lily e James, ma Peter riesce comunque a far mandare Sirius ad Azkaban."

Sirius era uscito da Azkaban pochi giorni dopo il suo ventiduesimo compleanno, per due mesi all'interno di quella cella di isolamento della prigione non aveva avuto la più pallida idea di cosa fosse accaduto nel mondo esterno, gli avevano semplicemente raccontato che Voldemort era stato miracolosamente sconfitto dell'Ordine della Fenice e che Peter era stato scoperto come Mangiamorte e accusato anche della strage dei dodici babbani, facendo cadere ogni accusa su di lui.
Sirius era devastato, le torture fisiche e psicologiche subite all'interno di quel carcere lo avevano letteralmente stremato, ma la gioia di uscire da innocente e tornare dalle persone che amava era così forte che - a momenti - riusciva persino a non pensare alle barbarie subite.
Per prima cosa avrebbe chiesto scusa a Remus, avrebbe provato a ricostruire la loro relazione che lui stesso aveva distrutto con le sue paranoie.
E avrebbe abbracciato James... Lo avrebbe abbracciato così forte da spezzargli le ossa.
Tuttavia, uscendo dalla prigione, ad aspettarlo fuori trovò solo l'ombra di una figura che lui conosceva bene: il vecchio cappotto color cammello era il tratto più distinguibile di quell'uomo alto e magro, con i capelli biondi che ricadevano sulla fronte un po' spettinati, i suoi occhi nocciola erano due pietre che Sirius avrebbe potuto riconoscere ovunque.
Remus Lupin in persona era lì, era andato a prenderlo ad Azkaban. Lui da solo.
Sirius si sentì mancare il fiato quando lo vide e pensò di poter morire quando il ragazzo alzò lo volto per far incrociare i loro sguardi: il giovane Black non esitò neanche un istante prima di accelerare il passo e gettare tra le braccia di Remus, facendosi piccolo piccolo contro al suo petto gracile.
Lunastorta fu colto da un soffio di vita improvviso, ma non disse una parola, limitandosi a sorridere tristemente e avvolgere Sirius tra le sue braccia.
«Perdonami.» sussurrò semplicemente al suo orecchio, trattenendo appena le lacrime.
«Va tutto bene.» il tono rassicurante di Remus, tuttavia, lo fece vacillare, così come la dolce carezza che gli aveva fatto tra i capelli «Andiamo a casa.»
«James ha deciso di boicottare il mio momento di gloria perché si sarebbe commosso troppo o perché ha preferito festeggiare la fine della guerra amoreggiando con Lily?» domandò Sirius, improvvisamente, quando si dirigevano alla fermata della Metropolvere. Il suo tono voleva apparire ironico, ma era così tanto agrodolce, come se i Dissennatori gli avessero portato via davvero ogni forma di felicità.
Il sangue si gelò nelle vene di Remus, il ragazzo si paralizzò e dovette sforzarsi di non mostrare alcun cenno traditore nei confronti di Sirius: non poteva dirglielo, non in quel modo e in quel luogo.
«Noi andiamo a casa...» farfugliò, senza il minimo coraggio di guardarlo negli occhi «Loro... stanno sbrigando gli ultimi impegni con l'Ordine.»
Il senso di colpa stava divorando Remus da ogni dove, ma doveva convincersi che mentire, per il momento, fosse necessario a preservare la salute mentale di Sirius.
«Ed Harry?»
«Harry sta bene.» rispose ancora, con una mezza verità, guardando il mezzo sorriso sul volto di Sirius.
Notò solo allora quanto fosse notevolmente più magro, più consumato, ma stava decisamente meglio di ciò che si aspettasse. Si ritrovò a fissare una cicatrice sul suo collo, che doveva essersi procurato lì dentro. La barba poco curata e i capelli in disordine lo facevano sembrare un po' più adulto.
Era un uomo completamente diverso da quello che aveva visto l'ultima volta due mesi prima, massacrato dall'ingiustizia, dalle visioni e dalle voci che quella prigione gli aveva introdotto nella testa. Silente glielo aveva detto, lo aveva preparato al fatto che Sirius dopo Azkaban avrebbe sofferto molto... Perché anche la persona più sana da lì ne esce completamente folle.
Remus non era decisamente pronto a raccontargli la verità.

~

Sirius aveva mangiato con una tale voracità che in men che non si dica aveva ripulito totalmente tutto il piatto che Remus gli aveva preparato. Ad Azkaban non esisteva alcun tipo di cibo che avesse del vero sapore, venivano cibati con delle rimanenze, per lo più pane e brodo... A volte qualche verdura, quando andava di lusso.
Trovarsi davanti una vera fetta di carne con del purè di patate fu una vera prelibatezza.
«Come stai?» gli domandò Remus, guardandolo stravaccato sulla sedia, mentre impediva alla testa di vagare nei ricordi di quei due mesi precedenti.
«Sto bene...» gli rispose Sirius, scuotendo appena la testa per scacciare via il ricordo dell'ennesima tortura «Tu come stai?»
«Continuo a sopravvivere...» si lasciò sfuggire, sentendosi immediatamente in colpa perché non era lui quello che era stato incarcerato per due mesi senza avere alcuna colpa. Non era lui la persona a cui stava per crollare il mondo addosso.
Il mondo di Remus gli era crollato addosso la notte del 31 ottobre.
«Io ti devo delle spiegazioni e delle scuse io-» il farfugliare veloce di Sirius fu bloccato immediatamente da Remus, che di scuse e spiegazioni non ne aveva bisogno neanche un po', non dopo quello che era successo.
Aveva solo bisogno di Sirius al suo fianco. E basta.
Sperava così tanto che, pian piano, tutto potesse tornare come prima...
«No, Sir. Non ce n'è bisogno, sul serio.»
«Ero spaventato per te, temevo potessi morire... Poi non so cosa è successo, sono entrato in totale paranoia...» continuava a spiegarsi, ma il disordine nel suo cervello sembrava farlo impazzire.
«Non fa niente, è tutto passato.»
Con un movimento lento e una inspiegabile ansia nel cuore, Sirius allungò la sua mano fino ad afferrare quella di Remus e stringerla appena, il giovane ricambiò quel contatto, mentre assieme ad un triste sorriso anche le lacrime avevano iniziato a fare capolino suoi suoi occhi. Trattenne quella commozione, però, mentre Sirius s'avvicinava ad accarezzare la sua guancia.
Remus gelava ad ogni minimo contatto con il ragazzo, perché sapeva che avrebbero dovuto affrontare un discorso importante, a cui nessuno dei due era pronto.
«Sei il solito piagnone, Moony...» lo prese in giro, poi con impazienza chiese: «Andiamo noi da James o viene lui qui?»
Remus tacque, non sentendosela proprio di dirgli un'altra bugia, percependo nei suoi occhi grigi già troppi incubi e tormenti.
«Volevo parlarvi, sai... Ultimamente è stato tutto un po'...» scosse la testa nuovamente, abbassando lo sguardo sulle loro mani ancora intrecciate.
«Hey...» stavolta fu Remus ad accarezzargli il volto, per fargli alzare il viso e dargli un po' - inutile - conforto «Andrà tutto bene adesso, sei fuori da lì.»
Sirius annuì piano e in silenzio, cercando di domare tutti i demoni che erano finalmente riusciti ad invadere la sua testa.
«Posso andare a riposarmi un po'?» gli chiese e Remus semplicemente s'alzò e, senza aver il coraggio di staccare le loro mani, lo condusse verso la sua camera da letto.

Marauders Days.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora